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 Home page > Tribuna Libera > Ilva: sia fatta giustizia e perisca pure il mondo

Ilva: sia fatta giustizia e perisca pure il mondo

Sia fatta giustizia e che vadano tutti a quel paese, deve aver pensato quella giudice di Taranto che si occupa del caso ILVA. Già qualche mese fa aveva fatto bloccare 1 miliardo di euro di acciaio pronto per la consegna (e l’incasso relativo): secondo lei era stato fabbricato producendo inquinamento, ma ormai sia l’acciaio che l’inquinamento erano stati prodotti, e dunque che senso aveva bloccarne la vendita? È arrivata a disattendere una legge dello Stato fatta apposta dal Parlamento con ricorsi e controricorsi a tutte le possibili varianti del nostro sterminato ordinamento; non so poi come sia finita, ma lei certamente ce l’ha messa tutta.

Ma non è niente in confronto alla recente ordinanza che ordina il sequestro di 8 miliardi di euro dai conti del proprietario Riva che, essendo azionista di maggioranza, significa anche il blocco di qualsiasi attività della fabbrica. 8 miliardi di euro a fronte di un ricavo totale di 11! (ricavo, non profitto, attenzione). Gli immancabili paladini della magistratura diranno come al solito che “non ha fatto che applicare la legge” ma si sa che in Italia la nostra sterminata giurisprudenza permette (o nega) tutto e il contrario di tutto.

La realtà è che l’applicazione delle leggi è demandata all’infinita discrezionalità dei giudici, e lei deve aver deciso che l’acciaio va comprato all’estero. Ricorda quel gentiluomo che aveva deciso di autoinfliggersi una certa mutilazione per dispiacere alla consorte fedifraga.

Stante l’automaticità delle carriere dei magistrati, c’è da augurarsi che la signora sia in odore di promozione, possibilmente in un ruolo che permetta di limitare i danni. Noi continueremo a pagarle lo stipendio, anzi gliene pagheremo uno più pingue, ma almeno avremo la gratitudine di 40.000 famiglie.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.207) 30 maggio 2013 11:53

    Vieni a vivere accanto allo stabilimento e fra cinque anni porterò i fiori sulla tua tomba!

    • Di (---.---.---.121) 30 maggio 2013 12:00

      vieni tu a vivere a Varese, dove non c’è più una industria, e i fiori forse te li porto io lo stesso

    • Di (---.---.---.175) 30 maggio 2013 12:43

      già, non sorprende che Varese non abbia industrie: la grande industria è ormai scomparsa da tutta Italia. Montedison, Olivetti, Fiat sono lentamente sprofondati o completamente scomparsi, in un panorama di piccola e media impresa che stenta a sopravvivere, strangolata da credit-crunch e tassazioni di sapore medioevale. Eppure una industria sopravvive a Taranto, una grande acciaieria, anzi, la più grande acciaieria d’Europa (http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-07-18/lacciaieria-grande-europa-064230.shtml?uuid=AbgNBY9F): ma come è possibile, in mezzo a tanta desolazione, la crescita di una realtà così competitiva? Due possibilità:

      • i Riva sono manger che tutto il mondo ci invidia, gestiscono con oculatezza e brillantezza un enorme stabilimento praticamente attiguo alla città, riuscendo a primeggiare in un mercato difficile e competitivo
      • la lavorazione dell’acciaio è particolarmente inquinante, e i costosissimi procedimenti per renderla compatibile alle recenti normative europee per la tutela ambientale, rendono il prodotto finale poco competitivo sul mercato internazionale. A meno che uno stretto intreccio tra criminalità organizzata e corruzione politica su vasta scala non renda possibile abbattere drasticamente questi costi, creando un prodotto con ampi margini di profitto.
      Questa è l’industria che vorresti? La città in cui crescere i tuoi figli (http://download.repubblica.it/pdf/2012/locali/bari/rapporto_taranto_2012.pd f)? Buona fortuna allora, ai tuoi figli e alla tua coscienza.
    • Di (---.---.---.121) 30 maggio 2013 14:50

      interpretazione alquanto manichea.
      la informo che le "recenti normative europee" (AIA) , vigenti, sono del 2001.
      la revisione più recente è del 3/2012 e entrerà in vigore a partire dal 2016.
      queste norme, applicate correttamente non rendono affatto "il prodotto finale poco competitivo" per almeno 2 ragioni:
      - suggeriscono, attraverso un esame ragionato delle varie opzioni tecnologiche disponibili, quelle che, applicate, assicurano con più alta probabilità il raggiungimento di determinati standard; ma non impongono l’adozione dell’una o dell’altra lasciando così la libertà anche di adottare eventuali nuove/diverse tecnologie di pari risultato
      - nel resto del mondo esistono norme equivalenti (Nord America) oppure si inquina liberamente , producendo però acciai di qualità non paragonabile a quanto prodotto da Ilva

      Del resto, chi è stato sulla Tienanmen con bassa pressione atmosferica può confermare che le emissioni da combustione di carbone ad opera della vicina centrale elettrica sono molto peggio dei fumi delle acciaierie italiane e inoltre in Cina manca l’alibi dello "stretto intreccio tra criminalità organizzata e corruzione politica su vasta scala non renda possibile abbattere drasticamente questi costi, creando un prodotto con ampi margini di profitto."

      Ma inutile continuare. I duri e puri avranno sempre una domanda e una risposta a nome di tutti gli altri.

    • Di (---.---.---.175) 30 maggio 2013 23:19

      Manicheo? Scenda dall’alberello per favore: la diossina non è prodotta dal golfo di Taranto, la mostruosa incidenza di tumori per quell’area nemmeno. Gli interventi di bonifica ambientale richiesti fin dal 1995 sono rimasti per lo più promesse (parchi minerari e nastri trasportatori sono a cielo aperto, esattamente come allora). Manicheo? Già, si corrono dei rischi a prendere una parte in situazioni come queste: tutelare il diritto alla salute compromettendo l’occupazione o salvaguardare il lavoro e la produzione chiudendo un occhio di fronte alle evidenze di corruzione e disastro ambientale?

      Non mi prendo nemmeno la briga di valutare quale sia la posizione giusta da tenere, mi basta leggere, forse con meno superficialità di qualcuno, la Costituzione, quando parla di Dignità della Persona e di Diritto al Lavoro.
      Il resto, compresi i paragoni con la Cina, il cui democratico e civilissimo regime ha dovuto ammettere solo pochi anni l’espianto e la vendita di organi interni dai condannati a morte senza nemmeno avvisare i parenti (e chissà se prima o dopo l’effettiva morte), è aria fritta che Le lascio tranquillamente produrre e respirare. Sempre meglio della diossina.
    • Di (---.---.---.121) 31 maggio 2013 10:15

      lei che sarà anche sceso, ma rifiutarsi di ammettere che la diossina è un inquinante ubiquitario (vedi risultati delle analisi Arpa) è come disconoscere che le neoplasie per la maggior parte sono ad eziologia multifattoriale. Se poi vuole discutere sui tassi d’incidenza mostruosi, li confronti con altre zone (Nord Italia ad esempio) e poi ne riparliamo.
      Anzi non ne riparliamo, che tanto è assolutamente inutile.
      Ne riparleranno altri, forse, tra qualche decennio.

    • Di (---.---.---.77) 31 maggio 2013 10:59

      Tutti con le "pezze al sedere" a Varese.......il confine non è lontano, FATE LE VALIGIE se state così male.

    • Di (---.---.---.77) 31 maggio 2013 11:05

      Anche benzo(a)pirene e PCB sono ad eziologia multifattoriale?
      Sarebbeto contenti i bambini di Taranto di sapere che sia ammaleranno per ....multifattori.
      Invece sanno già meglio di lei che si ammalano a causa di cokerie ed agglomerato gestite come nel medioevo.

    • Di (---.---.---.121) 31 maggio 2013 12:24

      cambiare continuamente discorso non serve a nascondere la mancanza di argomenti

    • Di (---.---.---.121) 31 maggio 2013 12:26

      ok, se le interessa, ma ho forti dubbi, cerchi su un dizionario il significato dei termini.
      così magari potrebbe evitare almeno di scrivere cose senza senso

    • Di (---.---.---.121) 31 maggio 2013 14:09

      Invece il confine della decenza l’hai superato da un pezzo.
      Regolati di conseguenza.

    • Di (---.---.---.175) 31 maggio 2013 15:21

      diossina inquinante ubiquitario..? Beh, dovrebbe informare il mondo accademico (cui sicuramente Lei appartiene), perché considerando la pericolosità di questo gas (tumori, malformazioni fetali ecc.) la notizia interesserebbe parecchio...! Prendere a riferimento i dati ARPA poi, è simpatico, visto il coinvolgimento penale di due tecnici di questo Ente nella vicenda, per aver manipolato dati e procedure a favore dell’Azienda, il tutto orchestrato dal tuttofare dell’Ilva, quell’Archinà (scienziato pure lui, come Lei), che per l’ennesima cantonata della magistratura sta meditando in prigione altre scoperte (tipo: la diossina per inalazione calma la tosse, a Taranto sono fortunati). Già una serie di cantonate terribili, tipo le ore di intercettazioni telefoniche in cui manager Ilva, tecnici Arpa e uomini di Provincia e Regione disvelano un sistema di coperture orientato ad evitare ai Riva gli investimenti necessari per bonificare ambiente e sistema produttivo. Tutte cantonate, le telefonate erano tra amici che scherzavano e Lei passerà alla storia per aver previsto tutto. Scriva un libro...

    • Di (---.---.---.244) 31 maggio 2013 18:04

      toh, la diossina è un gas?

    • Di (---.---.---.244) 31 maggio 2013 18:09

      non è ubiquitario?
      si faccia mandare i dati da Napoli, Caserta, dalla Sicilia, dalla Sardegna, dal Piemonte e dal Veneto, tanto per citare aree dove la siderurgia non può essere chiamata in causa, e poi la smetta di dire sciocchezze, se le riesce
      sa, non è che si può ogni volta far finta di niente e commiserare

  • Di (---.---.---.175) 30 maggio 2013 11:57

    sorprende la Sua superficialità sig. Corso: il blocco dell’acciaio prodotto è motivato dal fatto di provenire da attività illecita. Questo vale per i signori Riva come per chiunque altri: Le faccio un esempio semplice, così magari riesce a seguirmi meglio. Una fabbrica di calzature sfrutta manodopera in nero e minorenni, con turni di lavoro di 12 ore e oltre: le autorità di P.S. scoprono tutto e bloccano la fabbrica. Che facciamo sig. Corso, le lasciamo commercializzare quelle scarpe? Per quanto riguarda il sequestro cautelativo dei circa 8 Mld€ nei confronti della famiglia Riva (dei poveretti che hanno fatto beneficenza in questi anni, da come Lei racconta la cosa), questo dipende dai mancati adeguamenti per la tutela ambientale e dei lavoratori, denaro lucrato eludendo le leggi in materia, leggi che non certo questo Giudice ha contribuito a promulgare. 8Mld€ caro sig. Corso, vale a dire circa 15.000 Mld£; l’enormità della cifra elusa e intascata dai Riva sulla pelle di migliaia di operai e dei loro famigliari descrive solo parzialmente la gravità del reato in oggetto, e solo minimamente la Sua stupidità. 

    • Di (---.---.---.121) 30 maggio 2013 12:18

      Vediamo di chiarirci: per ora c’è una ipotesi accusatoria, ma non una sentenza.
      che abbiano eluso le leggi deve dirlo il processo, quello che i solerti magistrati pare non abbiano alcuna fretta di celebrare. La base? 2 perizie, che non si possono certo definire indipendenti. Invece di entrare nel merito, passa il messaggio che la causa dei morti a Taranto, forse anche quelli di vecchiaia è l’Ilva e solo l?ilva.
      Nel frattempo gli stessi solerti e applauditissimi stanno distruggendo l’azienda: prima tagliano i vertici, poi sequestrano gli impianti, poi ricusano un custode, poi limitano gli sbarchi, poi bloccano i prodotti finiti, poi arrestano altri dirigenti, poi sequestrano i soldi, poi sequestrano tutto.
      C’è da stupirsi se il cda prende atto che non è possibile continuare e se ne va?
      C’è da stupirsi se 50 dirigenti si dimettono dalle cariche visto che non possono lavorare come si fa in tutto il mondo senza essere accusati da gente che una fabbrica l’ha vista solo in fotografia?
      E da quali conti si ricava che 8 miliardi sarebbero la cifra elusa e intascata?

      C’è davvero da piangere.

    • Di (---.---.---.175) 30 maggio 2013 13:08

      la città di Taranto ha un incidenza di tumori in uomini e donne (http://download.repubblica.it/pdf/2012/locali/bari/rapporto_taranto_2012.pd f) che non può essere minimamente confrontata con nessuna delle città vicine, gli allevamenti di cozze resi tossici dalla diossina dell’ilva (www.lagazzettadelmezzogiorno...), i chilometri di intercettazioni penalmente rilevanti (http://cronacaeattualita.blogosfere.it/2012/08/ilva-taranto-intercettazioni-accordi-sottobanco-e-menzogne.html) tra manager dell’Ilva, oscuri faccendieri e uomini delle Istituzioni (poi regolarmente arrestati). L’Ilva rappresenta un comitato d’affari volto alla massimizzazione dei profitti sulla pelle dei tarantini, una gestione che ha fatto tabula rasa della restante economia e che ha azzerato il valore degli immobili nella zona. Un danno che necessiterebbe decenni per un ripristino delle condizioni ambientali minime, come dicono tutti i periti interpellati e come lo stesso Governo Monti aveva auspicato. Per Lei invece, tutte illazioni sostenute dalla Magistratura (kommunista immagino): o è in malafede, o ha perso il lume della ragione, scelga Lei quello che meglio La descrive.

    • Di (---.---.---.121) 30 maggio 2013 14:15

      ho detto che in un paese civile le accuse si provano in tribunale in un tempo ragionevole
      in un paese civile non si procede al contrario, in un paese civile i processi non si fanno in piazza e in televisione
      ma già, un paese civile non avrebbe nemmeno norme che stabiliscono tutto ed il contrario di tutto, che sembrano fatte apposta perchè gli unici che possano prosperare in questo guazzabuglio in cui l’unica certezza è la discrezionalità sono i delinquenti e i pazzi

    • Di (---.---.---.77) 31 maggio 2013 11:08

      Le perizie superpartes non sono state contestate durante l’incidente probatorio.
      Troppo tardi, per i"signori" RIVA.
      Di finanziamenti e contributi non se ne vedranno per un bel po’ da parte loro.

    • Di (---.---.---.77) 31 maggio 2013 11:14

      Lei invece Taranto e l’ILVA di Taranto l’ha vista in televisione da Milano, reti Mediaset?

    • Di (---.---.---.77) 31 maggio 2013 11:25

      Lo dicono proprio i dati ARPA, analizzando i dati delle centraline sopravento e sottovento, che la causa dell’inquinamento è da attibuirsi all’ILVA.
      Prima di fare il Reporter, bisognerebbe reggere i Report degli altri:
      http://ecologia.regione.puglia.it/aria/03_Allegato_I.pdf

      Lo studi, domani potrebbe essere interrogato.

    • Di (---.---.---.121) 31 maggio 2013 12:28

      le perizie non sono affatto "superpartes" ma commissionate dal gip e preparate da consulenti di sua fiducia

    • Di (---.---.---.121) 31 maggio 2013 12:32

      io in acciaieria ci ho lavorato
      e lei?

  • Di (---.---.---.121) 30 maggio 2013 14:56

    mi pare inutile discutere, si tenga pure le sue certezze.
    Io continuo a credere che arrestato non equivale a condannato, e che tutte le belle cose che dice di Ilva deve anche avere la correttezza di provarle con argomentazioni e magari cifre un pò più affidabili dell’azzeramento del valore degli immobili. Ma se lo dicono i periti....

  • Di (---.---.---.82) 30 maggio 2013 19:24

    Il sig. Corso sarà uno ingaggiato da Ilva. Non potrà dire diversamente. Meglio lasciarlo stare.

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