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 Home page > Tribuna Libera > 25 aprile e 1° maggio? Nei centri commerciali

25 aprile e 1° maggio? Nei centri commerciali

C'è la crisi, è vero, è un dato di fatto. 

Meno soldi da spendere, più gente a spasso. Soluzione? Togliere quel poco di regolamentazione che era rimasta nel settore del commercio e tenere sempre aperte le porte dei centri commerciali che tanto piacciono agli italiani. 

E, come se non bastasse, anche i giorni di festa sembrano aver perso il loro significato e valore che hanno sempre rappresentato.

Passi forse il 25 aprile, "Festa della Liberazione", ma il 1 maggio – ricordiamolo – è la festa dei lavoratori, di tutti i lavoratori. Un vero paradosso. Niente da fare. Aperti sempre, questa è la logica. Poco importa che la gente abbia il portafoglio sempre più vuoto, l'importante è andare la domenica a fare la spesa. 

Ok, tolta quella piccola percentuale di chi non può fare a meno di fare shopping compulsivo anche durante le feste, c'è da pensare: ma lo stare insieme in famiglia e le gite in campagna? Superati.

Mi chiedo, era davvero così indispensabile questa ennesima deregulation? Per un'azienda, aprire un giorno in più rappresenta costi aggiuntivi a fronte di ricavi incerti, soprattutto di questi tempi.

Aumento dell'occupazione? Figuriamoci, al massimo rotazione del personale al massimo.

Se paesi come la Germania che tanto prendiamo come riferimento per la ripresa economica hanno una disciplina molto più rigorosa per le aperture festive degli esercizi commerciali, c'è da chiedersi come abbiamo fatto a sopravvivere fino ad un anno fa coi negozi chiusi di domenica. 

Credo che l'Italia oggi abbia bisogno d'altro.

Commenti all'articolo

  • Di illupodeicieli (---.---.---.136) 24 aprile 2013 13:24

    Concordo con te Luciano ma voglio aggiungere che i media in generale, sono i primi a fare pubblicità a questi "mostri". Quando sono da indicare parametri, offrire suggerimenti, ecco che inquadrano la corsia di un centro commerciale, di un supermercato. Nelle fiction spesso i protagonisti si incontrano in un centro commerciale. Ora se il centro commerciale fosse composto e contenesse negozi "normali" e non ,invece, frutto di franchising e sotto la supervisione di insegne di multinazionali francesi o straniere in genere o di qualche coop o pseudo consorzio, passi pure: sarebbe il frutto di un gruppo di negozianti che ,per ragioni pratiche e di costi, decide di realizzare una struttura in cui offre anche servizi aggiuntivi come uffici postali, banche,farmacia così da farsi preferire e scegliere. Ma le festività e le giornate di riposo penso che vadano conservate, rispettate per le ragioni ovvie , cioè socializzazione, rapporti familiari, salute psicofisica. In merito alla sconfitta del piccolo esercizio commerciale e alla sua graduale scomparsa, occorre ricordare che i costi di affitto, le ztl, l’assenza di parcheggi, giocano un ruolo (negativo) così come i media allorchè invitano le persone a frequentare ,come abitudine, i centri commerciali . A ciò si aggiunge la miopia e l’incapacità di reagire da parte delle associazioni di categoria: è vero che un sindacato può fare casino, riguardo ad esempio alle festività inosservate o sui turni di lavoro. Ma ci vorrebbe qualcosa d ipiù affinchè invece si possano riavere negozi nelle città, ovviamente gestiti da persone competenti e non da papponi o affaristi (vedi i vari bar o locali tutti uno uguale all’altro, dove chi ha soldi investe e ci mette dentro schiavi a 600 euro al mese). Scusate la divagazione.

  • Di (---.---.---.158) 24 aprile 2013 15:13

    Qui in UK e’ da una vita che i negozi sono aperti la domenica, anche perche’ durante la settimana in molti lavorano (come ovunque) e non hanno tempo per lo shopping,

    Non vedo cosa ci sia di strano.
    Chi vuole fare altro, faccia altro.
    Io vivo a Londra, e la domenica faccio la spesa di generi alimentari (che non mi va di fare durante la settimana), ma poi durante il giorno faccio altro.
    Nessuno vi punta una pistola alla tempia per costringervi ad andare a fare shopping la domenica.

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