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Il voto utile e lo spazio vitale della casta

Da Bersani a Berlusconi, da Casini a Monti e suoi sostenitori, in modo trasversale i politici della vecchia guardia urlano come bestie braccate in procinto non solo di perdere la preda, ma anche il loro “spazio vitale”: la politica. 

Senza remore, senza sosta, chi prima, chi dopo, tutti mostrano la propria palese paura di non arrivare all'agognato potere per una 'nticchia di voti sottratti proprio dalla cosiddetta “antipolitica”, dai populisti e dai piccoli partiti, reputati insignificanti, ai quali il voto dato risulterebbe inutile, perché questi non raggiungerebbero il quorum o non sarebbero in grado di governare a causa del basso peso politico. Ma è davvero così? È ancora da vedere, tuttavia sta nascendo e crescendo una nuova coscienza collettiva.

Molte delle giovani leve delle attuali generazioni non sanno a cosa apertamente alluda - storicamente - la denominazione "spazio vitale". Per la Germania prenazista e, poi, per quella hitleriana, tale denominazione veniva data a tutti quei territori che si trovavano ad est della Germania e a sud-est della Prussia e che il Reich avrebbe dovuto conquistare, strappandole ai popoli slavi che ivi abitano da secoli. Non solo, i nazisti avevano poi escogitato la perversa e malefica idea di trasformare gli abitanti di quei luoghi, a conquista avvenuta, in schiavi al servizio della loro razza padrona in saecula saeculorum.

A guardare la casta dei politici, dei loro clientes e dei loro rampolli e amici, sembra proprio che mai definizione sia stata più felice di questa per definire la lro posizione in questa società. A guardare bene lo stato del Bel Paese, le cose stanno più o meno così. Per anni dal dopoguerra ad oggi questa gente, denominabile sotto il termine, dai confini ballerini, di "casta", si è quasi "appropriata", attraverso la politica, insediandosi a livelli medio-alti nella gestione della cosa pubblica, di tutto ciò che le ruota attorno e in buona parte di tutto ciò che è pubblico, gestendo il tutto sempre più come res privata, in vari modi, specie nella cooptazione di tutta la classe dirigente.

Exempli gratia, la situazione della banca Mps potrebbe esser ascritta a tale situazione a pieno titolo. Tuttavia, tutto il mondo bancario e finanziario, nelle sfere medio-alte, come la guida Monti al governo ha lasciato ampiamente presagire, è parte integrante della casta, altrimenti non avremmo certo avuto l'uomo di Goldman Sachs al vertice del Governo.

Di spazio vitale poi trattasi soprattutto, quando c'è da spartirsi tutto l'apparato gestionale e produttivo dividendosi cariche e attribuendosi profitti e assegnando, ad deligatam personam, attraverso la cooptazione qualunque posto chiave da dirigente o simili. I figli di politici e grandi imprenditori ringraziano. Bello sarebbe se fosse fatta un'inchiesta su dove lavorino e che posti ricoprano i figli e i parenti di tutta la classe politica che è da 30 anni al potere in questo paese.

Sappiatelo, noi liberamente riteniamo che scopriremmo solo l'acqua calda, poiché è lapalissiano come il sole che questa gente e i loro rampolli, amici e clientes siano tutti "imboscati" in aziende statali, parastatali, privatizzate per finta, e legate alla casta da sodalizi commerciali economici e/o contratti, con stipendi, prebende e parcelle da favola. Basti vedere lo stato pietoso in cui le municipalizzate, specie al Sud, giacciono, ma anche a Nord non si scherza. La corruzione che, spesso, regna sovrana in questi ambientini - non in tutti, certo - è di uno squallore spaventoso.


E poi esce il grande imprenditore, il master of puppets del teatrino italiano: “La mazzetta all'estero è prassi!”. Non mi risulta che la grande imprenditoria italiana abbia mai denunciato tale prassi, quindi le stava più che bene. Non c'è altro da aggiungere, se non che tale prassi sia anche ampiamente diffusa nel paese dei balocchi della grande imprenditoria italiana; ci scandalizzeremmo se qualcuno affermasse ciò anche dell'Italia? È inutile cadere dal pero, tale è la situazione di estrema corruttibilità e corruzione di tutto l'apparato gestionale e produttivo di questo paese. La casta ruggisce, non perché voglia spaventare, ma perché ha paura.

Al redivivo homo providentiae il cul fa lappe lappe, al pensiero che le sue aziende vadano sottosopra, dopo che una forza esterna alla sua possa andare al potere; lui ha più paura di tutti; chissà quanta sporcizia c'è sotto il tappeto di casa? È chiaro come il giorno anche ciò, che la politica, se non per governare, a lui dopotutto è servita e serve per far guadagnare le aziende di famiglia.

Un exemplum? Si dimise a novembre 2011 e le sue aziende in borsa smisero di perdere capitalizzazione; è rientrato, e in borsa il titolo di famiglia è schizzato! E c'è ancora gente che ha il coraggio di andargli appresso! Monti poi, il grande stratega del “ripristino del sistema” sembra proprio che debba difendere la sua legacy economico-finanziaria che è, in espressioni ben più significative, all'apice del modello di governo attuale nei paesi occidentali; se il tassello Italia salta, potrebbe esser l'inizio di un effetto domino che mette a repentaglio quanto fin qui raggiunto da un certo capitalismo occidentale, non certo nel bene collettivo, cosa alla quale il Princeps ha mostrato poco interesse, tranne le lacrime della sua damigella, solo quelle.

E allora urge proteggere lo spazio vitale; gli "Untermenschen" sono in rivolta, ma non sono poi così “unter” se hanno il coraggio di guardare in faccia il loro sfruttatore e dirgli chiaramente e senza "se" e senza "ma" che è arrivata l'ora di togliere le tende!

A proposito di tende, ricordate le tende del beduino nel mezzo di Roma in barba alla sovranità di uno Stato e alla sacralità della sua capitale? Beh, questa gente, per interessi personali, venderebbe la madre, figuratevi la dignità della Patria (ndr. a me la parola “Patria” piace), cosa che ha già fatto!

Chissà che affari loschi ha consumato la casta con tali compari! E il baciamano, ve lo ricordate? Grandi affari hanno fatto le aziende statali, parastatali e privatizzate per finta, per non parlare di quelle direttamente o indirettamente controllate dalla casta medesima. Le aziende del petrolio e del gas italiane hanno fatto affari d'oro con zar Vladimir e il buffone berbero; e pure, cazzarola, le bollette sono sempre salite, così come sono saliti i dividendi pagati al cavaliere senza cavallo, che nel 2010, in piena crisi, percepì 118 milioni di dividendi

La casta ha il suo spazio vitale; sono bastati pochi esempi paradigmatici per far capire a chi legge con un po' di acume che il vero voto inutile è quello dato a questa casta politica da 20 o 30 nell'agone senza concludere nulla per il bene comune, anzi, e in alcuni casi di veri e propri lestofanti e mentecatti: "lestofanti", perché fanno affari privati con la gestione di cose pubbliche, lucrandoci sopra in un modo o nell'altro. Come? Un altro esempio 'ipotetico': comprando azioni di una data azienda dopo, o prima, un accordo di questa con il patron della Gazprom; "mentecatti", perché a fare così, chi ci guadagna è solo la casta, e non il popolo che rappresenta la Patria vera e il suo cuore, sempre più esposta al regresso e alla sperequazione, sempre più preda di quella grande periferia ai confini del mondo che presto si riprenderà la rivincita, se non si corre ai ripari uniti. 

Tempo di dire "no" e di dire "basta"! Votate chi meglio vi aggrada, ma con coscienza e amore verso la nazione, ma votate in modo tale che il vostro voto sia davvero utile. Certo, votare il vecchio non aiuta, affatto! Tutti i voti dati ai partiti nuovi, sono utili, purché rispecchino la propria coscienza volta al bene comune, e ad un nuovo modo di intendere la politica anziché annullarla; e se votassero tutti, nessuno di quelli che intellettualmente e politicamente contano rimarrebbe fuori da un futuro governo; ma non rimanete a casa, il voto è la nostra unica chiave per cambiare le cose. Quando non si vota, il tiranno è sempre dietro l'angolo!

 

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