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Il vero Wrestler di Aronofsky lavora in New Jersey (e non solo)

Il New York Times riporta la storia vera di una vecchia gloria del ring che somiglia molto al personaggio che tanto ha portato fortuna a Mickey Rourke.
 
Jon Rechart cominciò la sua carriera a 15 anni e nel 1995 entrò a far parte della famiglia WWF (che poi prese il nome di WWE ovvero World Wrestilng Entertainment) sotto il nome di Xanta Claus, il fratello cattivo di Santa, quello che invece di portare doni ai bambini li ruba. Una specie di Grinch che rubava il natale, in versione metallara e contusa. Conduceva una vita agiata Jon, fra macchine lussuose e la fama ricercata da sempre. Rimase in federazione per due anni per poi passare a lavorare per il National Wrestling Superstars, poi nel circuito indipendente si ritrovò ad essere uno dei nomi più influenti dell’epoca.

Attualmente, il signor Rechart a 36 anni si esibisce nell’area di New York con molte altre vecchie glorie del wrestling, quelle che non vengono più chiamate per mettere in piedi grandi show. Divide spesso lo spogliatoio con sessantenni a cui è rimasta negli occhi l’emozione di combattere di fronte a 90.000 persone a Wembley, con venticinquenni che hanno due lavori e che aspettano l’occasione della vita. Jon spende quasi l’intera nottata con i suoi colleghi aspettando l’arrivo dei fan e posando per le foto, al modico costo di 15 dollari l’una.
 
Proprio come il Ray Robinson del film di Aronofsky la sua cartella medica sembra un bollettino di guerra: ginocchia fuori uso, tre vertebre rotte, muscoli di entrambe le spalle contusi, traumi cranici multipli causati da prese finite male. Le cicatrici che attraversano il volto sono causate da grattugie, forchette, bicchieri, bottiglie di birra, lampadine, tutti oggetti usati dagli avversari per colpirlo durante gli incontri. Sostiene di non aver visto il film "The Wrestler" ma è quasi certo che sia stupendo: "Sono sicuro sia eccellente, sono un grande fan di Mickey Rourke, ho sentito che ha interpretato un pugile distrutto fisicamente e non molto intelligente. E’ il mio ritratto... almeno per quanto riguarda la parte fisica."
 
Jon Rechart non è il primo e non sarà l’ultimo a sottostare alla dura legge del richiamo del ring d’intrattenimento, che accoglie ancora oggi molti fan soprattutto negli Stati Uniti, e che sembra essere la vera droga di chi decide di diventare un wrestler. La gloria, gli applausi, la fama, i costumi e le tende celano uomini un po’ attori, un po’ stuntmen, coscienti del pericolo e del dolore da sopportare per poter conquistare anche un posto piccolo e transitorio nella storia.


Questo è il wrestling ed è anche la dura legge dell’intrattenimento, prima o poi l’oscurità avvolge chi non è più di moda e l’occhio di bue tanto amato tradisce la fiducia del gladiatore in spandex, spostandosi in cerca di nuove e più appetibili avventure.

The Wrestler è uscito il 6 marzo, se siete in cerca di un paio di motivi per andare a vedere il film, la recensione la trovate a questo indirizzo:

http://www.agoravox.it/The-Wrestler-Storia-di-una-lotta.html

Si ringrazia il NY times per le foto usate in questo articolo.
 

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