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 Home page > Attualità > Cronaca > Il tesserino di Pino Maniaci

Il tesserino di Pino Maniaci

Non è quello dei calciatori, ma quello dei giornalisti. Almeno così dicono, perché poi, alla fine, tutti ma proprio tutti, lo tirano fuori al momento giusto. Tanti politici sono anche giornalisti, per il tesserino. Però se chiami all’assostampa accade anche quanto segue:
“Vorrei sapere come mi devo regolare per fare il direttore responsabile”
“Hai il tesserino?”
“Si, da pubblicista”
“Allora va bene lo puoi fare”
“Si, ma quanto mi devo far dare, cioè c’è una sorta di tabella?”
“Ma che dici mai, se vuoi lo puoi fare anche gratis”
“E perché?”
“Perché vi mettete d’accordo editore e direttore. Anche gratis lo puoi fare”
“E se mi denunciano, voi mi difendete?”
“Dipende da quello che scrivi”
“Si, però non scrivo mica cose offensive”


“”E allora vediamo cosa si può fare, ma non tanto solitamente”
“Scusate ma voi siete l’associazione di categoria, che vi pago a fare”
“Ma la quota non è così cara”
Click.

E’ troppo semplice gridare all’oltraggio per la denuncia ricevuta da Pino Maniaci: abusivo della professione di giornalista. Non ha il tesserino, non lo ha mai voluto. Conduce il telegiornale della sua televisione Tele Jato e bastona la mafia mattina, mezzogiorno e sera, come pochi. E’ stato minacciato più volte, vive sotto scorta, ed ora qualcuno, chissà perché lo denuncia per professione abusiva. Attenzione. Avere il tesserino da pubblicista non garantisce assolutamente che riceviate i dovuti compensi. No. Il fatto che abbiate un tesserino da pubblicista o da professionista non significa che potete lavorare. Perché dovrebbero pagarvi secondo le tabelle ufficiali, che poi non si sa mai quali sono.

Avere il tesserino non significa essere giornalisti. Come avere due palle sotto, non significa essere uomini. E’ troppo semplice dire quanti non giornalisti, valletti di televisione, tette parlanti si definiscono giornalisti. Maniaci è un uomo, è un giornalista, è un lottatore perché crea vera informazione, ha notizie sempre comprovate e soprattutto alimenta di speranza un territorio soffocato dalla mafia. La vera domanda è: a chi da fastidio Manici e la sua televisione senza peli sulla lingua? (I peli li ha tutti sotto il naso che gli disegnano baffoni da pirata).

Allora ecco la proposta: bruciamo i tesserini. Anzi no. Li mettiamo nelle buste di patatine, e il fortunato che lo trova è giornalista. Tanto il tesserino è come il preservativo: ti protegge dallo scrivere notizie serie e pericolose per il potere. Possiamo allegare i nostri tesserini alla carta igienica, e metterlo al penultimo strappo: attento, ora arriva la merda.

Chi è giornalista? L’uomo con il tesserino o quello senza? Se i giornalisti, cioè persone che hanno un tesserino, fossero pagati sempre e comunque per il loro lavoro, fossero protetti per davvero, avessero dignità, allora si ritiriamo il tesserino a Maniaci, che fa l’abusivo e ci toglie il pane dalla bocca (i peli no, quelli li ha rubati tutti lui!). Invece è una categoria infame questa nostra categoria. La televisione è di Pino Maniaci, se la conduce da solo. Già, ma come per Europa 7, avere ragione, avere le frequenze, mmm non va. Sei un uomo libero Pino, troppo. Dici quello che i TG nazionali dovrebbero dire e allora nel giro di una settimana avremmo con le spalle al muro i cattivi. Invece no. Silenzio, prego. Va in scena la commedia della farsa.

Mi permetto solo con sommo rispetto e capo chino rivolgermi all’autorità giudiziaria che procederà contro Pino Maniaci: non siete entità astratte, ma persone umane e professionisti. Non mi permetto assolutamente di interferire con il vostro lavoro. Il vostro lavoro è sacrosanto e troppi ci spuntano sopra, sempre per una personale convenienza. Avete ragione, delle regole sono state infrante. E le regole vanno rispettate. C’è anche la regola del buonsenso. Voi ci difendete dai cattivi e dai prepotenti. Pino Maniaci non è un santo, ma un lazzarone di giornalista che ci difende, come può, dall’arroganza del male. Condannarlo perché dice la verità, perché dà fastidio, beh sarebbe come condannare la giustizia stessa che si nutre di uomini di buona volontà, molto buon senso e durezza nel colpire i mafiosi, quelli veri.

Commenti all'articolo

  • Di antonio brindisi (---.---.---.82) 30 marzo 2009 14:47

    Mai come in questo caso il magistrato ha preso una grossa cantonata o è al servizio dei mafiosi. Chi scrive è un giornalista professionista, con tanto di tesserino ed esame fatto. Innanzitutto la Costituzione, art,21, permette a tutti di esprimere il proprio pensiero. E quindi siamo un po’ tutti giornalisti. Secondo, fare il direttore di una testata è permesso anche ai non giornalisti, purché iscritti ad un elenco speciale. Terzo, Ordine ed altri enti giornalistici non servono altro che ad alimentare una classe giornalistica ormai di pochi privilegiati. Quarto, essere tesserati (ormai lo sono cani e porci), serve solo ad a rimpinguare le tasche degli ordine, e lo fanno soprattutto i pubblicisti, che poi non hanno nessuna voce in capitolo. L’Ordine dei giornalisti, che esiste solo da noi, lo istituì Mussolini per controllare la stampa, ed oggi è solo uno scendiletto dei potenti e il tesserino serve solo a chi non fa il giornalista ma vuol fare vedere che lo è. Oggi, poi, per fortuna, come dimostra questo sito giornalistico, parlare di giornalisti regolamentati è pura follia. A meno di non far parte di quello stuolo di raccomandati a cui danno anche tanti soldi per fare il velinaro.

  • Di Fabio (---.---.---.247) 30 marzo 2009 15:59

    Ottimo articolo, ho appreso la notizia grazie ad agoravox.

    Lo penso da sempre, ma mai come adesso sono fermamente convinto che l’ordine è un’istituzione inutile che deve essere smantellata!

    Esistono migliaia di tesserati (sono tutti giornalisti con la tessera in tasca in italia) che non esercitano la professione ma usufruiscono delle agevolazioni (politici, conduttori, gente che vende materassi e pentole in tv) e per contro alcune persone - giornalisti veri - che non sono iscritte all’ordine e che ogni giorno sono sul campo, scrivono, beccano querele e intimidazioni, vivono davvero la professione e per giunta devono sentirsi rimbeccare perché "esercitano abusivamente"!

    A cosa serve un ordine dei giornalisti politicizzato e minaccioso che non tutela dagli attacchi chi esercita la professione ma, al contrario, si mette contro e si pone solo come club (tipo Rotary o Lions) di iscritti eccellenti che neanche scrivono?

    In ogni caso da un annetto Pino ha la tessera, gli è stata consegnata davanti ai miei occhi da una delegazione dell’ordine dei giornalisti honoris causa.

    Saluti, Fab

  • Di Andrea Antognoni (---.---.---.178) 30 marzo 2009 17:54

    La telefonata dice tutto di questo vergognoso Paese e delle modalità vergognose con cui viene gestita in Italia la professione giornalistica. Spero di poter presto bruciare un tesserino che rappresenta una tassa inutile da pagare a una casta che non protegge chi ha bisogno, non tutela i giovani, non disciplina l’accesso alla professione, se ne frega degli stipendi e forse neanche sa di convivere felicemente con una marea di giovani (si fa per dire) colleghi sfruttati e non tutelati.
    E in tutto questo, l’esercizio abusivo della professione giornalistica è una cosa che può esistere solo in un regime non democratico. Che pena...

  • Di Gloria Esposito (---.---.---.154) 30 marzo 2009 18:06

    Sono rimasta scioccata da questa notizia.L’informazione dovrebbe essere al servizio dei cittadini,dovrebbe servire per aiutare a le persone a capire dove sta il buono e dove sta il marcio attraverso il racconto fedele dei fatti.E allora chi preserva l’ordine dei giornalisti?Solo se stesso e i politici.
    Dovrebbero dare una medaglia per l’impegno civico e umano a Pino MAniaci per la lotta contro la mafia ma anche la presidenza onoraria dell’ordine (altro che tesserino!!!)se questo servisse a qualcosa e se soprattutto, in Italia non dovessero difendersi gli onesti ma solo i disonesti.
    Certo che quando si combatte la mafia ,all’improvviso vieni anche attaccato su altri fronti.E’ incredibile anche il fatto che essere un eroe che combatte contro il potere quotidianamente significa doversi nascondere,avere le guardie del corpo,vivere una vita da prigioniero,mentre i delinquenti passeggiano tranqulli ,sono negli ordini dei professionisti,nell’imprenditoria,nel parlamento e vivono pieni di soldi e di sangue.Ma che razza di realtà è questa,dove Maniaci e Saviano devono combattere ogni giorno nella loro gabbia di verità?Spero che negli altri paesi funzioni diversamente e spero davvero che Maniaci sappia che anche se non lo conosco sono orgogliosa del suo lavoro e della sua vita.
    Grazie anche per il bell’articolo.
    Gloria

  • Di Romano Montesarchio (---.---.---.184) 31 marzo 2009 12:33

      .... è uno scritto "corsaro" che rende le giusta dimensione del "corsaro" Maniaci e dello stato dell’informazione in Italia. Informazione quasi sempre inutile, superflua, sensazionalista, razzista, classista, pietista, .......... che giustamente esige una patente che, riconoscendoti, ti renda conforme ed allineato.

    Ho vissuto con empatia le parole scritte in quest’articolo anche perchè la categoria "professionale" (anche se non è ufficialmente riconosciuta) cui appartengo è composta da tanti Pino Maniaci, i Documentaristi. Gente che senza alcun titolo tutti i giorni si batte a testa bassa per dire la verità sul mondo. Non ci sono categorie che li riuniscono, non ci sono salari prestabiliti e non ci sono tesserini che li identificano.
    Maniaci è un documentarista vero e forse non lo sa. Il mondo del giornalismo lo ripudia e sarebbe bello se lo si riuscisse a fare presidente dell’associazione documentaristi italiani.
    grazie a sergio per lo spunto! 
  • Di (---.---.---.38) 31 marzo 2009 16:44

    scrivo dal 2003 per un quotidiano di terra di gomorra; scrivo di delinquenti, pusillanimi e personaggi che in un contesto diverso dalla terra dove vivo e lavoro potrebbero al massimo fare i manovali e invece qui sono definiti "persone che contano" (e, contano!). Nel 2005 ho dovuto necessariamente fare la pratica per avere il tesserino da pubblicista .....non l’ho mai ritirato...se qualcuno mi vuole denunciare, io sono Vincenzo Ammaliato!

  • Di Vincenzo Bonomo (---.---.---.28) 2 aprile 2009 20:40

    La grave colpa di Maniaci è che dalla sua televisione padronale, lancia a volte accuse infondate, denigrazioni gratuite, diffamazioni, verso i suoi nemici, senza dare possibilità di rettifica o di replica e senza avere il coraggio di un confronto televisivo, sui vari temi scottanti ( Bertolino, Policentro, ecc..)

    Si può dire: se qualcuno si sente diffamato, lo querela cercando giustizia in tribunale, nella Legge. Giusto. Io infatti l’ho querelato 5 volte. Ma anche questo viene propalato da Telejato come una iniziativa negativa con ulteriori commenti denigratori.

     In sintesi. Maniaci inventa o misifica fatti. Ti denigra e ti diffama. Ti censura. Si rifiuta di dare conto del tuo diritto di rettifica. Si sottrae al confronto. Ti sfida a querelarlo. Lo quereli e la stessa querela viene strumentalizzata per gettare altro discredito su di te, indicandoti come un detrattore di Telejato. La realtà al rovescio !

    Se questa è libertà di informazione ! Se questa è democrazia mediatica! Se questa è deontologia !

    La verità è che Maniaci non ha la formazione culturale e morale per fare il giornalista, a parte il tesserino. 

    Il suo passato avventuroso non viene evocato per condananre il suo presente, ma solo come controprova per dimostare l’indole del personaggio. 

    Il fatto di essere un pregiudicato, condannato e detenuto per furto, truffa, ricettazione, emissione di assegni a vuoto. Il fatto che si sia inventato una laurea con tanto di festa di (falsa) laurea. Il fatto che abbia gestito a Montelepre un laboratorio di analisi abusivamente. Il fatto che abbia fatto l’imprenditore e gli sia capitato di fare lavori su immobili posti sotto sequestro dall’autorità giudiziaria ( conosco i testimoni) . Tutti questi fatti, raccontano qual’è stata la storia morale e professionale di uno che oggi si erge a paladino dell’antimafia, ed approfitta di questo "status" per diffamare chi vuole, sperando un una sorta di impunità legata alla sua notorietà di antimafioso.

    L’antimafia gli è servita per avere successo e notorietà, anche accettando i rischi che conseguono. Ma quale attività di impresa non presenta rischi? Molti imprenditori rischiano in Sicilia ( pizzo, estorsioni, attentati, ecc..) . Maniaci rischia, ma lo ha fatto per un suo tornaconto personale, per soddisfare il suo superego, la sua megalomania, la sua voglia disperata di ergersi al di sopra degli altri, come una sorta di rivincita sul suo passato impresentabile, che tuttavia non ha mai avuto il coraggio di confessare pubblicamente, pentedosene e facendo pubblica ammenda.

    Un’ultima osservazione infatti voglio fare. Visto che Maniaci oggi predica trasparenza e legalità, perchè non fa una pubblica ammissione dei suoi errori e dei suoi misfatti passati, ponendosi addirittura come esempio di una persona che ha sbagliato ma oggi si è riscattato dal suo passato di pregiudicato? 

    Per conto mio, al di là delle ossessioni e delle diffamazioni di Maniaci, ho sempre agito in piena coscienza, ho difeso la collettività dall’inquinamento della distilleria, sono stato denunciato dalla Bertolino e mi sono difeso in tribunale, con 2 assoluzioni, ho querelato Maniaci quando ho ritenuto che mi ha diffamato, non ho mai avuto alcuna ambizione poltica negativa, ho sempre speso per la politica tempo e denaro mai cercando o ricevendone vantaggi personali, ma solo per spirito idealistico e di servizio, non ho nessuna esigenza di apparire in televisione o su Telejato, sono felice del mio lavoro di insegnante, e vado avanti così nella piena libertà di coscienza e di pensiero.   
    Ing. Vincenzo Bonomo

  • Di (---.---.---.116) 6 luglio 2014 19:10

    Egr. Ing. Bonomo,
    ho letto il Suo commento e in ciò che ha scritto posso riscontrare solamente la VERITà. In Sig. Pino Maniaci, contrariamente a come si mostra in pubblico, è uno dei classici personaggi che attraverso l’informazione cerca solamente di lucrare della propria posizione. Anche io ho subito un’ingiustizia la parte del Maniaci.... ma lui è un uomo antimafia...... lui non sa neanche parlare di mafia lui non sa nemmeno cosa sia la mafia..... si limita ad inventarsi delle storie per poter salire alla ribalta tentando anche la via politica per assicurarsi un buono stipendio.... Certe volta lo vedo in giro per Partinico con la scorta.... guarda caso sempre nei bar vantandosi del fatto che sia sotto scorta... mettendo a repentaglio la vita (anche se non credo propria che necessiti di scorta) dei carabinieri... ma lui pensa solo alla propria notorietà...!!!! Ho letto in un posto che il ministro di giustizia prima di firmare una proposta di legge lo chiama per farsi dare un parere... ma come si può affermare una cosa del genere!!!!! Un peronaggio ignorante come lui interpellato per una legge antimafia.... Certo quando hai il potere dell’informazione puoi far circolare queste voci.. e lui ha il potere dell’informazione trincerandosi dietro il diritto di stampa.... Tutti dovrebbero sapere del suo passato ... chissa cosa staranno pensando coloro i quali sono stati truffati dal Maniaci, coloro che hanno subito un furto da lui e coloro che si sono recati presso il centro di analisie dopo hanno saputo che non era uno specialista. Ma lui è bravo a confondere le acque perchè sa come fare per coprire queste informazioni su internet... inonda il web con gli articoli che scrivono i suoi amici e copre queste informazioni comportandosi come ha sempre fatto .... truffando la collettività e lucredno sull’immagine che si è creato..
    Un cittadino onesto.

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