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Il sogno infranto di Golia (o meglio Silvio Berlusconi)

 

Berlusconi sperava di avere occupato tutto ciò che c’era da occupare. Con i suoi sconfinati mezzi pensava di poter controllare e gestire la vita pubblica italiana, in ogni suo aspetto dal più piccolo al più grande. Tramite le sue televisioni, e i suoi giornali in questi sedici anni è riuscito a consolidare un sistema di informazione a lui congeniale, che ha supportato la propria azione di governo e il proprio disegno politico. Con abilità e spegiudicatezza ha allestito un esercito quasi imbattibile. Canale 5, Rete 4, Italia 1, la Rai Tv, il quotidiano Il Giornale, il settimanale Panorama, la casa editrice Mondadori sono alcuni dei pezzi di artiglieria dell’esercito berlusconiano. Con una legge elettorale, da lui ispirata, è riuscito a nominare in parlamento non deputati e senatori, ma sodali che costituiscono la milizia del suo potere. Con le amplissime risorse economiche di cui dispone ha coagulato intorno a sé un coacervo di interessi, che celandosi sotto la finta missione di condurre una politica popolare e moderata di argine alle forze più progressiste, ha espanso a dismisura i conflitti di interesse e le commistioni con gli ambienti più oscuri di questo paese.

Gran parte dell’opinione pubblica schiacciata dalla martellante propaganda berlusconiana nelle ultime elezione si è appiattita sulle posizioni del cavaliere, conferndogli la più grande maggioranza parlamentare che un governo repubblicano abbia mai avuto sin dalla approvazione della nostra Costituzione.

La compagine governativa nei due anni appena trascorsi, nonostante i proclami non ha portato a compimento nessuna riforma necessaria alla modernizzazione del nostro Stato, occupandosi solamente di esercitare il proprio potere con arroganza e protervia, e scegliendo di comandare con imperio, piuttosto che, come è in uso nelle altre democrazie europee, governare la res publica, con rispetto sia delle istituzioni sia delle opposizioni, anche esse democraticamente elette.

A tutto questo si è aggiunta la scelta di soffocare ogni tipo di dissenso all’interno della propria maggioranza, non consentendo alcuna discussione interna a quello che dovrebbe essere il primo nucleo di democrazia nell’ambito dello Stato, il partito di maggioranza relativa che siede in parlamento.

Da qui la decisione anti-liberale ed anti-democratica di espellere il cofondatore del partito (espressione di una diversa linea politica) Gianfranco Fini, e dei parlamentari a lui vicini, Bocchino, Granata e Briguglio dal Popolo delle Libertà.

Il resto è storia di questi giorni. Gianfranco Fini con abili ma sofferte scelte politiche, ha cacciato il monarca Berlusconi in un vicolo cieco, obbligandolo a scegliere tra due possibilità alquanto ostiche. O elezioni anticipate di esito alquanto incerto o il proseguimento dell’attuale legislatura, affiancando ai due storici alleati PDL e Lega il terzo incomodo Futuro e Libertà per l’ Italia.

Forse sarà per l’intervento della Provvidenza. Forse sarà per quella deviazione eccezionale degli atomi, che imprimono una svolta alla storia e che Lucrezio individuava con il nome clinamen. Sicuramente è per la forza della nostra Costituzione che ancora, nonostante le aggressioni subite, riesce a garantire un sistema di bilanciamento tra le varie componenti e prerogative dello Stato, garandendo i necessari checks and balance. E’ indubbio però che una voce fuori dal coro come quella del Presidente della Camera a Mirabello, amplificata dalla messa in onda da parte di un Tg non schierato come quello de La7 diretto da Enrico Mentana, ha assestato un serio colpo alla scellerato disegno del capo del governo.

Il Golia della politica sembra che stia per stramazzare al suolo contro i colpi di fionda di Davide.

Il sogno eversivo di Berlusconi sta per essere infranto.

Anche per questo ogni italiano libero dovrebbese sentire in animo la missione impellente, di far svegliare le coscienze dei propri connazionali, da tempo offuscati dagli anni di anestesia berlusconiana.

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