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Il sito di Marco Alemanno è down: perché non ne parlavate in vita?

Nell’epoca dei pettegolezzi, delle pruderie, delle ipocrisie interessate o disinteressate, ecco che subito la morte di Lucio Dalla, scaturisce una morbosa curiosità verso la vita privata del cantante bolognese

Omosessuale, certo, lo sapevano tutti. A scanso di equivoci – date le critiche per l’articolo precedente – non sono omofobo, tantomeno benpensante, ho rispetto per chi tiene alla sua vita privata e tale vorrebbe lasciarla, sia esso un cantante, un attore o un’operaio.

Sapere che Marco Alemanno (nei TT di ieri su Twitter) fosse il compagno di Lucio Dalla, fino a due giorni fa, era prerogativa degli addetti ai lavori o di chi Dalla lo conosceva nella vita privata. Molti, confondendolo con il sindaco di Roma, non sapevano nemmeno chi fosse.

Oggi, noto sbalordito che il sito di Alemanno è down! Evidentemente la mole di visite da parte di chi ne vorrebbe sapere di più sul fidanzato di Lucio Dalla ha mandato in tilt i server della pagina web dell’attore.

C’è un’enorme quantità di giornali, online e offline, che parla di Lucio Dalla e della sua “amicizia particolare” con l’artista – con i soliti nauseanti perbenismi – come se fosse un lato oscuro su cui bisognerebbe sorvolare per preservare la memoria di un grande cantante.

Colpa della Chiesa? Non so. Di sicuro colpa di chi, a queste linee guida clericali dà credito, colpa dei Casini e da chi come lui fa finta di avere i prosciutti sugli occhi, permettendo di etichettare l’omosessualità come un peccato comune da confessare ad un prete.

Il perché, non si sa. E’ così anacronistico agire con tale superficialità riguardo ad un argomento – che in Italia – non dovrebbe nemmeno fare notizia. La sessualità di Lucio Dalla che cos’è, messa a confronto con la rivoluzione sessuale di Vladimir Luxuria in parlamento?

Storia trita e ritrita, l’omosessuale che fa notizia anche quando è morto, i giornalisti che rivelano post mortem i presunti ‘vizi‘ di un’artista che si è distinto per non essere mai stato una icona gay. Gli stessi giornalisti che hanno difeso – ipocritamente – l’omosessualità di Umberto Bindi solo quando è venuto a mancare. Storie italiane, ma anche storie di persone che vorrebbero farsi i fatti propri.

Alle testate che scrivono su Marco Alemanno, come se fossero pettegolezzi su cui indagare, vorrei dire: perché non ne parlavate quando Dalla era in vita? Perché le domande equivoche non le facevate a tempo debito, o magari all’uscita da un ristorante con il suo compagno?

Lucio Dalla vi avrebbe risposto con la solita ironia. Intanto il sito di Marco Alemanno è ancora offline.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.164) 6 marzo 2012 18:32

     

    Certo, la cosa più importante è la personalità di Lucio Dalla, la sua poesia, le emozioni che ha saputo suscitare, la sua ironia, la sua profondità, la sua apertaura... ... ...

     

    E certo, ognuno ha diritto alla sua vita privata.

     

    Però qualcosa mi pare comunque storto... E qui bisogna sollevare una questione che riguarda di gay cristiani e cattolici in generale e che va quindi oltre la questione della vita privata di Lucio Dalla.

     

    Se se qualcuno ha l’impresssione di non poter ammettere la porpria relazione quando questa relazione dura da anni, se si sente meglio quando presenta come collaboratore qualcuno che è il prorprio partner, e questo
     pare - solo perché è una realzione omosessuale, c’è qualcosa che non va. Se il partner di Dalla fosse stata una partner non avrebbe parlato in pubblico di lui citandolo più volte con con il suo cognome ma con il nome.

     

    E qui c’è - e può esser discusso - il problema della chiesa di Roma. Quando farà bene o male l’atteggiamento di una chiesa che dice di non condannare l’omosessuale ma solo gli atti omosessuali? Cosa significa questo per un ragazzo che prende sul serio idee simili e ved quindi condannata una parte di sé, la sua intimità che desidera un partner che lui possa amare con tutto se stesso, anima E CORPO proprio perché in questa vita siamo fatti di anima e corpo. La Chiesa di Roma infila una spada nell’animo delle persone omoessauali che la seguono e taglia, la spirtualità (buona) da una parte, l’intimità (disprezzata) che cerca ANIMA E CORPO un partner dall’altra: una mutilazione della persona. Certi attivisti gay, certi laici che vogliono aiutare i gay trafiggono a loro volta l’animo del gay cristiano cattolico: se vuoi essere te stesso - gli dicono - devi mollare la Chiesa: se solo un’altra forma di mutilazione che vuole privare una persona spirituale della sua patria spirituale. Un dilemma che avrà provocato per molti una vita affettiva su cui gravano tensioni e inutili sensi di colpa, e non di rado avrà portato fino al suicidio.

     

    Per venirne fuori, il gay cristiano cattolico ha bisogno di una risposta religiosa: può vedere per esempio che la presunta condanna biblica della sua natura non sta in piedi se si leggono i testi biblici senza pregiudizi, senza preconcetti e senza estrapolarli indebitamente dal loro contesto letterario e storico-culturale (e se la Natura non prevedesse l’omosessualità gli uomosessuali non esisterebbero e non sasrebbero mai esistiti, invece esistono tra uomini e animali). Se è cattolico e segue il Magistero romano, deve perlomeno rendersi conto che, a ben vedere, non esiste (e secondo certi teologi cattolici non può esitere) nessun pronunciamento del Magistero cattolico che posa dirsi "infallibile" nel senso della dottrina della Chiesa di Roma. Se senta la chiesa cattolico-romano può prendere esempio dal pastore protestante Paul Sabatier che, scrivendo una biografia di San Francesco– di fronte all’idea che Francesco sarebbe potuto essere “protestante” – scrive: Un buon patriota non espatria solo perché il governo del suo paese non assolve i propri compiti come dovrebbe. Può rendersi conto cioè che può essere cattolico-romano senza condividere tutti gli insegnamenti del Magistero di Roma... Per esempio così potrebbe difendersi dalla scissione del suo animo provocata da certi esponenti della Chiesa da una parte e da certi laici dall’altra.

     

    Non so come Lucio Dalla abbia risolto questo dilemma apparente tra la sua fede e la sua intimità. Forse non è riuscito a vivere una sessualità libera da sensi di colpa e quindi da (a mio avviso inutili) tensioni. La sua riservatezza potrebbe farlo pensare. Ma potrebbe anche essere semplicemente riservatezza. D’altronde credo che in questo campo anche una soluzione imperfetta e non ancora liberata dai sensi di colpa, possa diventare ricca con la poesia e quando è sopportata dall’amore. E di questo amore sembra aver avvertito qualcosa nel “grazie” del suo compagno.

     

  • Di (---.---.---.164) 6 marzo 2012 18:38

    Rettifico: si può rendere conto che, su questo punto non esiste nessun pronunciamento che possa dirsi infallibile dal punto di vista della Chiesa di Roma
    [email protected]

  • Di (---.---.---.118) 6 marzo 2012 18:40

    LE RONDINI VOLANO ALTE E NESSUNO LE PUO’ FERMARE..

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