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Liberalizzazioni: nessuna nuova farmacia per la città di Catania

In base al decreto liberalizzazioni, il Presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Catania chiarisce cosa accadrà alle farmacie della provincia etnea

Con l’approvazione – in Commissione Industria – del DL sulle liberalizzazioni, qualche giorno fa avevamo prospettato cosa sarebbe potuto accadere – in tempi brevi – alle nostre città con l’applicazione del quorum di una farmacia ogni 3300 abitanti.

Proprio per vederci chiaro, abbiamo interpellato il Presidente dell’Ordine Farmacisti della nostra provincia, il Prof. Giovanni Puglisi, ordinario della Facoltà di Farmacia all’Università di Catania.

professor giovanni puglisi

Professore, alla luce di quanto approvato dalla Commissione Industria del Senato relativamente all’articolo 11 del decreto liberalizzazioni, cosa cambierà nella nostra città per quanto riguarda le nuove farmacie da aprire?

“Nel Comune di Catania, ove insistono 100 sedi farmaceutiche, alla luce dell’abbassamento del quorum a 3300 abitanti, non deve essere prevista in pianta organica nessuna nuova sede farmaceutica, anzi rispetto al nuovo quorum su Catania avremo da 10 a 11 farmacie in soprannumero rispetto al nuovo rapporto”.

Quindi riguardo al quorum, esso non riguarda le nuove aperture – come avevamo previsto – ma comprende in genere la presenza di una farmacia ogni 3300 abitanti, scenario già presente sulla città di Catania, con i suoi 293mila abitanti.

Nella provincia, invece, la situazione è simile a quella cittadina?

“Per quanto riguarda la provincia l’abbassamento del quorum a 3300 determinerà l’apertura di un considerevole numero di nuove sedi farmaceutiche. Il numero di sedi da aprire con una buona approssimazione, in quanto necessita una attenta valutazione per singolo comune, si aggira tra 60 e 65″.

Professore, pensa che questo decreto possa spingere il paese – in visione di quella crescita prospettata dal Governo Monti – incrementando la possibilità di nuovi posti di lavoro, permettendo ai neolaureati di avvicinarsi prima e meglio al mondo del lavoro?

“L’apertura di queste nuove farmacie va letta come una ulteriore capillarizzazione di un servizio farmaceutico, che è già capillare e diffuso sul territorio; sicuramente non mi aspetto che da un punto di vista occupazionale si possano risolvere tutti i problemi dei giovani laureati in farmacia in cerca di occupazione, in quanto si avrà una notevole riduzione della redditività delle farmacie attuali, con una inevitabile riduzione del personale che attualmente vi opera”. Altra considerazione – continua Puglisi – è quella che una farmacia “economicamente” più povera, avrà una certa difficoltà a garantire servizi sanitari ottimali o ad implementare tutti quei nuovi servizi che la legge 69/2009 vuole che la farmacia svolga sul territorio”.

Altro nodo cardine, quello su cui Federfarma e le associazioni di categoria mostravano delle riserve, era proprio la possibilità di avere nuove sedi farmaceutiche all’interno della grande distribuzione. Come verranno distribuite queste nuove farmacie e dove?

“In aggiunta alle nuove sedi farmaceutiche che scaturiscono dall’abbassamento del quorum, sono da annoverare quelle sedi che vengono offerte in prelazione ai comuni fino al 2022, che possono essere aperte in: stazioni civili, aeroporti a traffico intenazionale, stazioni marittime, aree di servizio autostradali ad alta intensità di traffico (purché non sia aperta una farmacia ad una distanza inferiore a 400 metri); oppure anche in centri commerciali con superficie di vendita superiore a 10.000 metri quadrati, purché non sia già aperta una farmacia a distanza inferiore a 1500 metri”.

Le conclusioni di questa panoramica che ci ha concesso il Professor Puglisi, è che il decreto fa acqua da tutte le parti, Catania – secondo il nuovo quorum – non necessita di nessuna nuova farmacia, ma da ciò che emerge è sicuramente la provincia ad averne un estremo bisogno. Il decreto liberalizzazioni, in quanto tale, dovrebbe servire a veicolare la crescita dell’economia italiana, ma a quanto pare, il risultato potrebbe essere tutto il contrario.

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