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Il regime dell’omertà: l’ambasciatore di Silvio a Parigi censura Libération

In un mio precedente articolo - Il regime dell’omertà: Carfagna querela Repubblica e chiede 900 mila euro - avevo cercato di mettere in evidenza il modus operandi del regime creato attorno alla persona di Silvio Berlusconi per proteggere, garantire e promuovere la figura plastica del grande uomo di stato ("il migliore da 150 anni"). I due rami di questo operato sono: l’osanna dei convertiti e l’esorcizzazione dei scettici.

Espongo qui un fatto successo in Francia. Il nostro ambasciatore a Parigi, Giovanni Caracciolo di Vietri ha scritto al giornale Libération una lettera ufficiale per qualificare di calunnioso un articolo di di Martin Rueff intitolato "Berlusconi, l’uomo che ha messo lo spettacolo al posto della politica" pubblicato il 17 settembre 2009. Di questa lettera dell’ambasciatore do qui di seguito una traduzione.

[A questo punto preciso che l’azione legale annunciata dall avv. Niccolò Ghedini lo scorso 28 agosto, nello stesso momento che La Repubblica veniva querelata da Silvio Berlusconi, contro il quotidiano spagnolo El Pais e francese Le Nouvel Observateur non sono state tradotte ad oggi in nessun atto giudiziale concreto]

«Cessate di calunniare l’Italia !
 di Giovanni Caracciolo di Vietri Ambasciatore d’Italia in Francia
 Libération, 29/09/2009

Mi vedo costretto a fare alcune osservazioni riguardanti l’articolo di Martin Rueff dedicato al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e all’Italia (Libération, 17 settembre). Siate certi che la libertà di stampa e la libertà di critica ci sono alquanto care al di là delle Alpi come lo sono in Francia; ma se la critica, l’ironia, la dialettica polemica della stampa libera sono valori che condividiamo e rispettiamo in Italia così come in Francia, non può essere così quando si traducono nell’insulto, la diffamazione o l’ingiurio.



L’articolo in questione rileva piuttosto, lasciatemelo dire, del paternalismo e del pregiudizio, quando è diretta in modo così apertamente denigratorio al capo del governo di un paese, l’Italia, che è legata alla Francia da parte una lunga tradizione di amicizia e di cooperazione, per trarre conclusioni apodittiche in termini di psicologia collettiva del suo popolo e per mettere in discussione il senso dello Stato e l’etica civica di tutta la sua classe politica. La percezione che il popolo italiano è in un processo degenerativo irreversibile nata da una cultura del denaro facile, che oramai non si apprezza che la ricchezza e il lusso, e che la maggior parte degli italiani ignorano che cosa sta realmente accadendo nel loro paese è totalmente falso e non corrisponde alla realtà.

Si afferma che il presidente del Consiglio italiano "chiede di controllare le nomine dei direttori dei canali televisivi, i contenuti dei programmi [e che] il suo potere si estende ai giornali". Tuttavia, una parte significativa della stampa italiana è estremamente critica verso il capo del governo seppure essa sia mai pervenuta, a mia conoscenza, al punto di mettere in dubbio i meriti e le qualità dell’imprenditore Berlusconi, sostenendo che lui si sia illegalmente "arricchito con i soldi della mafia [e che] mantiene ancora stretti legami con organizzazioni criminali". La gravità di tali affermazioni e soprattutto la totale assenza di ogni fondamento rilevano, come ho detto prima, della calunnia, pura e semplice.

E’ costernante costatare che, ancora una volta e per conto di un pensiero settario, si tracci un profilo dell’Italia, che non tiene alcun conto di ciò che essa è veramente oggi ai livelli politico, sociale, economico e culturale, dei suoi successi e delle sue difficoltà, i suoi lati buoni e cattivi, come riconosciuti in Europa e nelle sedi internazionali a cui appartiene, iniziando dal G8 di cui garantisce con successo la presidenza.

testo originale: Arrêtez de calomnier l’Italie!»

Per completare il quadro della situazione d’urgenza in cui si trovano le nostre garanzie costituzionali e in particolare l’Articolo 21 della Costituzione Italiana e l’Articolo 7 dei Trattati Europei, un gruppo di eurodeputati d’Italia, Francia, Regno Unito e Paesi Bassi hanno chiesto e ottenuto che l’anomalia italiana sia discussa al Parlamento Europeo. 

"A seguito di una serie di azioni legali del primo ministro italiano contro numerosi giornali italiani ed europei, il Parlamento Europeo ha deciso di studiare il 7 Ottobre la possibilità di prendere una posizione verso il rischio di una violazione del pluralismo e dell’indipendenza dell’informazione. Il 22 Ottobre una risoluzione verrà presentata in assemblea plenaria, e chiediamo ai nostri colleghi europarlamentari di sostenerla" (Campagna Europea per la Libertà dei Media in Italia - www.stampalibera.eu - lanciata dall’organizzazione indipendente European Alternatives)

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.154) 3 ottobre 2009 15:50

    Se gli Italiani sono adulti e responsabili non hanno bisogno di ricorrere a "mamma" Europa per difendere la libertà di informazione. Non c’è "mamma" che possa guarire una società dove il cinismo individuale ha la meglio sull’interesse collettivo (v. Voci dentro l’eclissi). Non c’è "mamma" che possa impedire di imporre volontà e debolezze agli altri (v. La "febbre" del Tribuno) => http://forum.wineuropa.it 

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