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Il regime dell’omertà: Carfagna querela Repubblica e chiede 900 mila euro

La strategia delle querele messa in atto non mira a ristabilire la verità dei fatti ma a colpire in modo selettivo quei "farabutti", come il presidente del Consiglio li ha definiti, che rendono pubblici i fatti: i giornali e i giornalisti che hanno una deontologia. Se si volesse veramente ottenere, con la condanna di un tribunale, che giustizia sia fatta, perché non citare in giudizio chi quelle parole le ha pronunciate invece di trascinare davanti ai magistrati chi ha per mestiere di rendere pubblico fatti e parole che non gli appartengono. Ma qui sta il nodo che il regime (mettiamo tra parentesi il termine democrazia) vuole sciogliere: imporre l’omertà.

Dopo Berlusconi la Carfagna querela Repubblica e chiede 900 mila euro

Dopo un anno dai fatti, il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, cita in giudizio la Repubblica. Nell’azione civile di risarcimento chiede 900 mila euro di risarcimento danni per due articoli pubblicati rispettivamente il 9 luglio 2008, resoconto del "No Cav Day" e la cronaca dell’intervento di Sabina Guzzanti a Roma, e il 6 agosto 2008, resoconto che riassume quanto riportato dai giornali stranieri sull’inchiesta di Bari.

Nel l’esposto presentato, l’avvocato Federica Mondani contesta in questi articoli le "parole talmente offensive della reputazione e della dignità di un personaggio politico con incarico istituzionale", che "non trovano precedenti nel nostro paese". "L’autore dell’articolo del 9 luglio 2008 - precisa l’avvocato della Carfagna - ritiene di dover riportare testualmente le frasi [di Sabina Guzzanti, ndr] "osteria delle ministre... se a letto sei un portento figuriamoci in Parlamento". "... Non può diventare ministro una che gli ha succhiato l’uccello", riferendosi evidentemente al presidente del Consiglio". Nel secondo articolo del 6 agosto 2008, il legale della Carfagna contesta un’altra frase, che il giornalista riportava dal Nouvel Observateur: "Un ipotetico nastro... nel quale Mara Carfagna (amante quasi ufficiale) e Maria Stella Gelmini (le due sono definite bimbe) addirittura si interrogano reciprocamente per sapere come soddisfare al meglio il primo ministro, evocano le iniezioni che deve farsi prima di ogni rapporto". Il legale insiste: "Le espressioni "succhiato l’uccello", "amante quasi ufficiale", "come soddisfare il primo ministro" e "evocano le iniezioni che deve farsi prima di ogni rapporto" hanno travalicato il limite della continenza".

Il "danno" arrecato al ministro secondo il legale consiste nella "ricezione dell’insulto a livello popolare" con le conseguenze "per l’On. Ministro di aver perduto connotati politici di stima e carisma oltreché la capacità di proselitismo", e denuncia "una notevole flessione negativa" nei sondaggi e pretende nei suoi confronti [il ministro Carfagna, ndr] quel "diritto all’oblio di cui ciascun soggetto pubblico gode". A questo "danno morale" si aggiunge, secondo l’avvocato, un danno biologico: "In seguito alla lettura degli articoli imputati il Ministro Carfagna registrava anche sofferenze fisiche che portavano la stessa a perdere peso e a soffrire di insonnia e forti emicranie". E aggiunge il legale: "Il Ministro si è trovato nella condizione di dover evitare interviste al fine di non dare ulteriore eco alle false notizie".

«E, per questo, la Carfagna chiede in totale ai giornalisti e all’editore di Repubblica 900 mila euro. Nulla invece, a quanto risulta, chiede al Foglio di Giuliano Ferrara, che pubblicò insieme le stesse invettive di Sabina Guzzanti.» (La Repubblica, 25 settembre 2009)

Sullo stesso sito di repubblica.it si può leggere l’intervista di Antonello Caporale all’On. Paolo Guzzanti:

Giornalista: "Anche il ministro Carfagna chiede i danni".
Guzzanti: "Fantastico!".
giornalista: "Danni pure biologici: è molto dimagrita e da quel dì è stata assalita dall’emicrania."
Guzzanti: "La notizia me la gioco subito".
giornalista: "Eppure Paolo Guzzanti ha offerto approfondite riflessioni".
Guzzanti: "La questione mi vede preparato. Ma non ho riferito nulla di particolarmente inedito".
giornalista: "Ma non è stato querelato né citato per danni".
Guzzanti: "No, nulla. E cosa potrebbero contestarmi? Provassero, se credono".

Riferenze:
La Guzzanti insulta la Carfagna "E’ uno sfregio che sia ministro" - Repubblica - 8 luglio 2008
http://www.repubblica.it/2008/07/se...

Berlusconi ormai ricattabile media stranieri ancora all’ attacco - Repubblica - 06 agosto 2009

http://ricerca.repubblica.it/repubb...

La Carfagna querela Repubblica "Ha riportato frasi ingiuriose della Guzzanti" - Repubblica - 25 settembre 2009
http://www.repubblica.it/2009/09/se...

Guzzanti e la querela mai arrivata "Silvio ci provi, parlerò ai pm" - Politica - Repubblica - 25 settembre 2009
http://www.repubblica.it/2009/09/se...

Paolo Guzzanti attacca il Cavaliere: "Che disgusto per i suoi comportamenti" - Repubblica - 5 agosto 2009
http://www.repubblica.it/2009/08/se...

N.B. Gli articoli nell’archivio de ilfoglio.it sono epurati, nessuna traccia dell’articolo menzionato.

Commenti all'articolo

  • Di Aldo Caretti (---.---.---.138) 26 settembre 2009 18:43

    La Carfagna querela perche’ la stampa Italiana publica che ha succhiato il"PIPI"del ns/presidente,che soffre ora di mal di testa per lo stress che quanto publicato le ha arrecato.Ma una pompinara,porno cosa credeva che per il,o,i pompini fatti al presidente del consiglio cancellasse tutto quanto fatto per molti anni in precedenza.Ecco la ns/vergogna.lei
    puo’fare quaRicade sugli Italiani di avere un ministro delle pari opportunita cosi universalmente conosciuta per la sua bravura,non in senso politico.Lei puo’ fare tutti i pompini che vuole ma non si trincere dalla sua posizione che le e’stata regalata solo per le sue prestazioni,da molto questa notizia e’ stata publicata addirittura in Argentina.Il passato non si nasconde,anche con cariche politiche avuto in cambio di prestazioni diciamo sex o?
    Mi firmo.Se la Carfagna volessi querelarni.diciamo solo ed escusivamente la verita’
    Aldo Caretti
    [email protected]
    Los Angeles 9.26.09.

  • Di pv21 (---.---.---.74) 26 settembre 2009 19:33

    I giornalisti non dovranno fare "domande" non gradite ai soggetti "pubblici" perchè non avranno risposta (è il minimo) e si renderanno colpevoli di diffamazione e mistificazione (con richiesta danni). Non si manderanno in onda (solo in RAI) interviste che riguardino soggetti "pubblici" non presenti in studio (anche se per loro scelta) perchè si tratterà solo di "linciaggio senza contraddittorio" passibile (è il minimo) di istruttoria ministeriale. Rispettando questi PRECETTI i cittadini, ora Travolti dalle informazioni, non saranno più vittime di certi Untori della parola. Conosceranno invece solo la vera informazione libera ... Così parlò il miglior PSB degli ultimi 150 anni. (x disinformarsi => http://forum.wineuropa.it

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