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"Il referendum sul taglio dei parlamentari è propaganda che potrebbe diventare pericolosa"

di Lucia De Sanctis

Vincenzo Musacchio giurista, professore di diritto penale, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA) e ricercatore dell'Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Allievo di Giuliano Vassalli e amico e collaboratore di Antonino Caponnetto.

Il giurista: “Il vero obiettivo di questa riforma che per alcuni aspetti oserei dire “sovversiva” è rendere gli eletti totalmente controllabili. Chi parla di maggiore efficienza o è in malafede o non conosce il significato della parola. Voterò convintamente NO”.

E’ vero che questa riforma è una battaglia del M5S?

Non mi risulta che il taglio dei parlamentari sia mai stata una battaglia del Movimento 5 Stelle. Del resto se fosse stato così, avrebbero potuto appoggiare il referendum voluto da Renzi, ma si schierarono per il No e ricordo condividemmo molti punti della campagna elettorale dell’epoca, oggi totalmente rinnegati. Per quel poco che ho praticato il M5S, ricordo che era favorevole all’abolizione dei privilegi e non della rappresentanza, era contro gli sprechi e i costi troppo elevati della politica. Pare sia tutto archiviato e dimenticato.

Anche oggi le segreterie scelgono a tavolino i futuri parlamentari quindi cosa cambia?

Cambia moltissimo. Questa riforma non solo aumenta il divario tra eletti ed elettori ma rende i primi molto più controllabili dalle segreterie di partito che li sceglieranno mettendoli in lista. Chi vota Sì, aggraverà questa grave discrasia e creerà un vulnus alla rappresentatività voluta alla Costituzione.

Lei cosa suggerirebbe?

Semplicemente una nuova legge elettorale proporzionale con l’introduzione delle preferenze, perché riformare la Costituzione che non c’entra per niente? La mia risposta al quesito è che questa riforma abbia lo scopo di allontanare gli eletti dagli elettori e rendere i parlamentari controllabili ab origine.

Per il M5S sembra essere una questione di vita o di morte, come mai?

Il Movimento è in forte crisi ormai lontanissimo dalle sue origini e dai suoi eccellenti risultati elettorali, quindi occorre un tema molto sentito dai cittadini ma che sia figlio della propaganda, del populismo, molto in voga in questo momento storico, e della necessità di compattarsi attorno a un tema facilmente pubblicizzabile e strumentalizzabile. La battaglia referendaria di Renzi e quella odierna del M5S non divergono affatto, direi sono identiche per molti aspetti.

L’efficienza è uno degli argomenti più utilizzati dai sostenitori del Sì, è realmente così?

Nulla di più falso. Ripeto è pura propaganda. Si riduce la democrazia in luogo degli sprechi. Perché non incidere sulle nomine di dirigenti esterni che si sommano alla costosissima burocrazia già esistente, o al continuo proliferare di società a partecipazioni pubbliche inutili, o ancora sulle commissioni fatte nascere per gli amici, o sulle tantissime consulenze costose e fuori dal controllo. Si vada a vedere dove stanno gli sprechi reali e ci si accorgerà che questi non dipendono affatto dal numero dei parlamentari ma dal loro costo diretto e indiretto. Si umilia ancora una volta e pesantemente il Parlamento trasformandolo in un’assemblea superflua, mentre, all’Italia servirebbe il contrario e cioè il ritorno alla sua centralità. Questa riforma non è solo stata pensata male, è stata anche scritta malissimo. Io sono molisano, la mia regione ha circa trecentomila abitanti ed esprimerà due deputati con il rischio che siano entrambi non molisani. Non mi pare abbia molto senso una simile riforma.

Lei sta dicendo che il referendum è figlio dell’antipolitica degli ultimi venti anni?

Sì. La cattiva politica non si combatte ignorando il bene comune ma tutelando gli interessi del popolo sovrano. La classe politica non migliora con un taglio e la democrazia rappresentativa non può essere paragonata a un costo.

Secondo lei si farà la legge elettorale almeno in un ramo del Parlamento prima del referendum?

Pare che Crimi l’abbia promessa a Zingaretti. E’ un altro “bluff” politico. Le pare che possa passare in così poco tempo in un ramo del Parlamento. Comunque, se vuole che la dica tutta, io credo che se anche passasse, sarebbe insabbiata in Aula.

Ha iniziato la sua campagna per il No?

Certamente e da tempo. Sono in giro per il mio Molise ed ho tenuto alcune videoconferenze fuori regione.

Secondo lei vincerà il Sì o il No?

Credo il tema non sia chi vincerà ma se attorno alle varie modifiche della Costituzione ci sia un serio ragionamento sul futuro della nostra società. La battaglia per il “No” sarà difficilissima, c’è chi dice che sia persa in partenza, io sono tra quelli che non la pensa così. La combatto perché credo sia giusta e perché temo molto le conseguenze e i rischi del Sì. Voglio ricordare a chi andrà a votare che la Costituzione si può modificare, ma solo per migliorarla e a quanto pare finora non c’è ancora riuscito nessuno.

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