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Il recupero dagli oceani del più grosso tesoro della storia

L'SS Gairsoppa era una nave mercantile inglese in servizio durante la seconda guerra mondiale. Nel febbraio 1941, di ritorno dall'India con un carico di lingotti d'argento, tè e ferro, la nave dovette staccarsi dalla scorta per fare rifornimento di carbone nella Baia di Galway, nella neutrale Repubblica d'Irlanda. Individuato da un aereo tedesco, il mercantile fu inseguito e poi affondato da un sottomarino U-101, il più letale del secondo conflitto mondiale.

Nel 1989, il governo inglese ha istituito un appalto per il recupero dei quasi 200.000 kili d'argento, dal valore incrementato di centinaia di volte da quello dell'epoca di £600.000. Nel gennaio 2010 l'americana Odissey Marine Exploration è stata dichiarata vincitrice del bando e ha così cominciato le operazioni di recupero.

Oggi, la compagnia americana di esplorazioni oceaniche ha scritto un nuovo capitolo dell'affascinante storia, quella della scoperta e del recupero dei relitti dai fondi oceanici, che ha conosciuto una particolare risonanza dalla commercializzazione della scoperta del Titanic, il cui centenario del naufragio si è celebrato proprio quest'anno. Secondo Discovery News, l'operazione ha momentaneamente recuperato 48 tonnellate d'argento, solo il 20% del carico complessivo, a 4700 m di profondità. Bloomberg ha valutato l'ammontare dell'argento riscattato dagli abissi intorno ai 38 milioni di dollari, facendo di quello dell'Odissey non solo il più profondo, ma anche il più grandioso tra i recuperi di metalli preziosi compiuti nella storia.

Perché tutto il tesoro da capogiro veda la luce, la compagnia americana, che tratterrà l'80% spese escluse, secondo l'accordo siglato con l'UK, impiegherà 90 giorni. L'amministratore delegato dell'Odissey ha dichiarato: "Il nostro successo con il Gairsoppa simbolizza l'inizio di un nuovo paradigma per la nostra compagnia, dove moderni progetti di recupero implementeranno i nostri scavi di tipo archeologico". Certo è che uno stimolo come quello di oggi giustifica largamente un cambio di politiche aziendali del genere.

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