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Strage di Aurora: il possesso di armi da fuoco al centro del dibattito in USA

La strage di Aurora, Denver, riaccende le polemiche in merito al controllo della vendita di armi sul suolo americano. Da anni, uno dei temi più controversi e delicati per lo zio Sam infervora i dibattiti politici in modo altelenante, seguendo il tragico orrore provocato da accadimenti come quello della première di Batman, della strage in un liceo, sempre a Denver, nel '99, o il massacro alla Virginia Tech del 2007.

Al centro della controversia è il conflitto che esiste tra la Costituzione americana e i doveri del Governo in carica, regolati dalla Costituzione stessa. Se infatti il Secondo Emendamento recita che, al fine di garantire uno Stato libero, deve essere accordato ai cittadini il diritto di tenere ed imbracciare armi da fuoco, dall'altro lato la Costituzione incarica il Governo del dovere di prevenire il crimine, mantenere l'ordine e proteggere i cittadini. Alla radice dell'attrito è lo spirito stesso, il significato, dell'essere americano. Redatta all'indomani della Rivoluzione, la Costituzione forgia questo spirito.

Con il Secondo Emendamento, secondo un pensiero giustificabile nel contesto della dominazione inglese ma ancora radicato nella società americana, il documento pone nelle mani del cittadino il potere di ribellarsi ad ogni tipo di governo ingiusto. Il porto d'armi rappresenta così per molti il simbolo delle libertà del cittadino nei confronti dello Stato. I dati associati alla vendita d'armi negli USA e le conseguenze a cui essa porta, però, fanno auspicare da altri una lettura più in chiave pratica del tema.

E' del 2010 l'infografica che riassume una ricerca compiuta, tra gli altri, dal New York Times e il Telegraph. Secondo lo studio, 270 milioni di armi da fuoco sono in mano ai cittadini americani, per una media di 90 ogni 100 cittadini. Una quantità molto maggiore di quella stimata in aree di guerra o in paesi del terzo mondo. Secondo la ricerca, c'è un'arma da fuoco ogni sette cittadini al mondo. Se escludessimo gli U.S., la proporzione lieviterebbe ad una ogni dieci: questo per rendere su una scala globale la grandezza della vendita d'armi in America. Infine, ogni anno su 8 milioni di armi da fuoco prodotte, piú della metà, ovvero 4 milioni e mezzo, viene acquistata sul suolo statunitense.

Nonostante gli accesi dibattiti suscitati da tragedie come quella di Aurora poco accenna a cambiare. Secondo uno studio della CNN del 2007, il 65% degli americani è convinto che il Secondo Emendamento richieda un'interpretazione letterale, e che quindi garantisca il diritto a possedere un'arma. Come l'agenzia ICR ha segnalato nel suo studio sul controllo della vendita d'armi, stragi come quella della première di Batman hanno un effetto diretto sull'opinione della gente. Poco prima che i due studenti a Denver trucidassero la professoressa insieme ad altri 12 studenti, il 55% degli adulti era in favore di leggi più restrittive sulla vendita d'armi. Quando lo studio è stato ripetuto appena dopo il tragico accaduto, la percentuale era schizzata al 63%.

Nonostante tutto questo, secondo l'ICR solo il 43% della popolazione chiede leggi più drastiche riguardo il possesso di armi; mentre la maggioranza degli americani chiede più semplicemente un rafforzamento delle leggi preesistenti. Sembra quasi che, messi di fronte all'ipotesi di revisionare le loro leggi e i loro principi fondamentali, per i cittadini americani non esiste massacro che tenga.

All'indomani della strage di Denver, il sindaco di New York Michael Bloomberg, figura di spicco dell'establishment politico, culturale e soprattutto economico degli States, celebre in tutto il mondo per aver fondato la Bloomberg L.P., torna all'attacco sul tema: "E' ora che le due persone che sono candidate alla presidenza del Paese ci dicano cosa vogliono fare per evitare che eventi del genere si ripetano ancora e ancora" ha detto in un'intervista che ha rilasciato. "Qui nello Stato di New York abbiamo varato leggi più restrittive, altri non lo hanno fatto", ha continuato, "questo non vuol dire che Romney e Obama non ci debbano dire qualcosa di specifico in merito alla vendita d'armi".

E' tempo che al cosiddetto "Gun Issue" vengano date delle soluzioni, e che diventi tema di dibattito nelle presidenziali di Novembre, auspica quindi Bloomberg. La concomitanza del tragico accaduto di Denver con le elezioni, insieme ad appelli come quello del magnate e sindaco di New York, fanno cosí sperare in una vera presa di coscienza del problema della vendita d'armi in America, e ad una sua finale risoluzione su scala nazionale.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.12) 24 luglio 2012 10:46
    Damiano Mazzotti

    In Canada ci sono più o meno le stesse armi per ogni cittadino degli Stati Uniti ma non succedono le pazzie che ci sono negli Stati Uniti.

    Ci dimentichiamo troppo spesso che inizialmente buona parte degli abitanti dell’America sono stati ladri, avventurieri e criminali inglesi dal coltello e dalla pistola facile e il corredo genetico pù aggressivo e disturbato è rimasto. E pure molti alti immigrati venivano da popolazioni deprivate culturalmente e più violente come certe regioni italiane.
    A questo bisogna aggiungere la rabbia della povertà estrema delle popolazioni di colore ghettizzate. Per questo in America c’è la più alta percentuale di serial killer.

    Poi bisogna aggiungere la violenta istituzionalizzata della guerra di cui gli Stati Uniti sono esportatori in tutto il mondo. Chiedere a un americano di un usare le armi per esprimere l’aggressività, sarebbe come chiedere a un italiano di non mangiare la pasta.

    Per fortuna a noi basta urlare al bar o in tv.

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