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Il paese dei furbi: ecco come si evade il fisco

Parliamo di condoni fiscali, per intenderci quelli che tanto piacciono a Berlusconi e Tremonti. Ne sono stati approvati diversi, a più riprese, eppure nonostante il maxi-sconto e l’abolizione dei reati tributari connessi, gli evasori continuano a non versare allo Stato le somme dovute e condonate, tanto è che i conti non quadrano, mancano all’appello ben 4,2 miliardi di euro riferibili al condono del 2002.

Una somma che si scontra fortemente con la recente manovra economica e con le tante debolezze normative che il governo adotta contro l’evasione fiscale, ormai diventata un bubbone sociale. La situazione è tanto chiara da dedurre che dietro la mancata riscossione ci sia una lucida strategia anti-Stato. Il Governo, con in testa il Premier, quello con il cuore che gronda sangue, ha eliminato l’obbligo della garanzia fidejussoria in caso di rateizzazione delle somme dovute a seguito di accertamento con adesione e conciliazione giudiziale. Come dire, potete anche non pagare, nessuno vi torcerà un capello, via libera evasori!

Parliamo di poco più di 4 miliardi di euro, pari ad un decimo della manovra votata all’unanimità dal Consiglio dei Ministri. Di questi 4 miliardi, poco meno di 2,8 fanno riferimento ad omessi versamenti, la parte restante ad altre forme di condono.

Il meccanismo per beffare il fisco è semplice, essendoci un enorme vuoto normativo, infatti il pagamento dei condoni è rateizzato e non in soluzione unica, ed in aggiunta, per godere dei benefici è sufficiente versare la sola prima rata, senza obbligo, come scritto prima, di nessuna garanzia fidejussoria a tutela del credito residuo, questo per importi superiori a 3 mila euro per le persone fisiche e 6 mila euro per le società.

Successivamente – a seguito dell’introduzione di alcune nuove norme – sono stati apparentemente migliorati gli iter di espropriazione immobiliare, che vanno a superare l’attesa dovuta all’iscrizione di ipoteca.

Sta comunque di fatto che ad oggi, l’evasore può pagare la prima rata e poi sparire, beffando così il fisco. Questa è l’efficienza del nostro sistema fiscale, forte con i deboli, debole con i forti. I lavoratori dipendenti e pensionati tartassati, tutti gli altri invece liberi di fare ciò che vogliono, protetti da una politica che favorisce la logica del più furbo, sfruttando le lungaggini burocratiche.

Considerando che la percentuale riferibile alla mancata riscossione da condono è pari al 16%, su un totale già enormemente scontato, si può ben capire che la cifra reale è altro che il 10% della manovra di quattro giorni fa, è molto ma molto più alta, tra l’altro riferita a ben nove anni fa.

Uno schema che non funziona, o meglio che volutamente non viene fatto funzionare, visto che Tremonti ha nuovamente inserito nella manovra le medesime norme che non permettono una piena riscossione delle imposizioni fiscali. Anche oggi, in caso di controversie fiscali superiori a 50 mila euro è sufficiente conciliare il tutto con il versamento della prima rata senza garanzia alcuna.

Una assurdità, che costituisce una ulteriore prova della lucida volontà del Governo destinata a dividere un popolo, quelli che onestamente pagano sempre, e sempre durante i momenti più difficili vengono colpiti duramente con politiche antisociali e chi invece crede alla logica del più furbo e del più disonesto.

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