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Il mio nome è legione: noi siamo il Male

“Quando il male ci tocca, noi torniamo bambini. Il male annulla ogni identità e ci trasforma, ci riporta in quel periodo della nostra vita dove anche un’ombra sul muro aveva più influsso e spessore di noi…”
(pag.108)

Il male non ha genere, sapore, odore, peso specifico.
Esiste, re-siste dentro e fuori.
Ma non è come nelle battaglie epiche, non ci sono ‘Terre di Mezzo’, noi lo siamo. Creature che nel mezzo alitano e lo respirano.

Ma cos’è poi, Il Male? Dov’è? Di cosa si nutre, quando si mostra?
‘Il mio nome è legione’ non lascia risposte, non può ma lo sfoglia, questo Male, lo accarezza , lo proietta in ogni possibile eccezione: ferocia, incomunicabilità, bisogni individuali, dolore, lucida e cruda osservazione, colpa.

Ed è una narrazione che si muove su piani differenti, sposta inquadrature, salta tra trame e personaggi dai corpi diversificati, strati di immaginario e passato storico reale, voci che mescolano confondendo, incastrando reazioni, pensieri e logiche.

Questo ‘oggetto narrativo urgente’ così lo ha definito Giuseppe Genna (http://www.giugenna.com/2007/09/19/pubblicate-il-mio-nome-e-legione-di-demetrio-paolin/ ), non si preoccupa di essere, mostrarsi, non si mortifica abbellendo azioni e parole, non si cura di toccare ferite scoperte, purulente. E’ il lettore, al contrario, che faticherà a non avere paura, a non sentire un peso, una pressione sul petto, se riuscirà ad addentrarsi in una storia, che non è mera sequenza di eventi, sviluppi o dialoghi. In questo libro c’è dell’altro che tocca snodi profondi dell’essere umani imperfetti che si illudono di poter scegliere, che sognano ‘Terre di Mezzo’ e non accettano ciò che realmente è. Il Male siamo noi. Non l’essere o vivere nel, ma avercelo dentro, respirando, mangiando, amando, volendo.

L’autore, Demetrio Paolin, racconta di un Demetrio, giornalista in perenne contorsione tra ciò che è stato, le memorie del suo passato e di quello di tutti, e ciò che è, che sente di essere eppure ancora non si ferma, continua ad analizzare, strappare strati di pelle, ossa e sangue.
Demetrio personaggio ha gli occhi del giornalista, il cuore aperto ‘ai’ colpi ricevuti quanto inferti, naso e orecchie in stato di allerta, pronti a cogliere ogni spostamento d’aria, mani in attesa di afferrare tempi e luoghi di ieri e oggi, braccia decise per liberarsi dall’immagine (o meglio: dalle immagini ovvero quella dell’uomo che registra fatti, ma anche l’innamorato, il figlio rispettoso, l’amico indifeso, il fratello protettivo) per arrivare. Al fondo. A lui, il Male. Attraverso un percorso complesso, a tratti confuso, volutamente scarno e frammentato, che attende decodifiche.

Chiunque può avere una visione, un’estasi, del paradiso o dell’inferno. E’ un’immagine comune, come le domeniche nei paesi o lo struscio nelle città, basta entrare in una chiesa e guardare in alto sulle volte e vedere cosa è paradiso e cosa inferno: e poi, magari, sognarlo. E sognandolo convincersi che è vero, che è reale.
Nessuno ha visioni di limbo, Tomacek era il limbo di Demetrio, la sua visione, la sua estasi. In questo limbo ci stanno le persone che Demetrio ama, ma trasumanate.
(pag.38)

Le capacità dell’autore di scarnificare narrando, tratteggiare senza descrivere, muovere stati, umori, percezioni con la fluidità dell’artista con le tempere sulle dite; tutto questo merita attenzione.

Un buio perfetto colmava di sé ogni cosa. Pennellate dense, profonde, nere, scendevano dall’alto del quadro e andavano in fondo. Sembravano la pece che i soldati – a difesa di qualche roccaforte – facevano calare sulle mura contro gli assedianti. Era un nero saturo di grida, di pianti, di bestemmie a dio, di lamenti. Un nero di corpi liquefatti e feriti, che a guardarlo bene, però, prevedeva zone opache, come trasparenze dove s’indovina un paesaggi celato.
(pag. 101)

L’edizione di Transeuropa è impreziosita dai disegni di Nadia Zorzin rintracciabili anche on line, sul sito di Vibrisse (http://vibrisse.wordpress.com/) scorrendo i post dal 5 al 13 maggio 2009.
Qui invece il booktrailer realizzato da Grenar: http://www.youtube.com/watch?v=2IHElZ6P2bc
Il primo capitolo pubblicato sul sito della casa editrice: http://www.transeuropaedizioni.it/leggi/13_Primo_capitolo_Legione.pdf

Il mio nome è legione
di Demetrio Paolin
Transeuropa Edizioni, Maggio 2009
Isbn : 978-88-7580-051-2
Pag.140, Euro 12,90

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