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Il ministro Calderoli chiede le dimissioni di Fini, ma non ha l’autorevolezza per farlo

Dopo gli scontri avvenuti fuori e dentro il parlamento il 30 ed il 31 marzo.

La maggioranza di governo invece di fare un esame di coscienza sulla propria incapacità di gestire la Res Publica sela prende con il Presidente della Camera Gianfranco Fini che a detta di alcuni non svolgerebbe piu’ un ruolo super partes.

Il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli ha infatti dichiarato: "Mi auguro che il presidente della Repubblica abbia colto l'occasione per dare qualche bella tirata d'orecchie per gli eccessi visti in Parlamento in questi giorni, ivi compresi quelli di alcuni rappresentanti di governo. È evidente che il problema oggi è quello della presidenza della Camera: Fini ha il dovere di tutelare le minoranze, ma non può tutti i giorni prendere a calci la maggioranza per il suo livore verso Silvio Berlusconi e verso quell'alleanza che lo ha portato a essere eletto deputato prima e presidente della Camera poi".

Innanzitutto il Ministro padano si dovrebbe ricordare che per 60 anni era prassi nella nostra Repubblica affidare la Presidenza della Camera ad un rappresentante delle opposizioni (Pietro Ingrao e Nilde Iotti provenivano dal Pci, mentre i governi erano sorretti principalmente dalla DC) e ciò non ha evitato che le maggioranze dell’epoca varassero importanti riforme come lo Statuto dei Lavoratori (1970) ed il Sistema Sanitario nazionale (1978) durante anni di fortissime tensioni sociali. L’incapacità di portare avanti i propri progetti di riforma non è imputabile ad una carica istituzionale pur importante come il Presidente della Camera ma alla propria inconsistenza politica. Perché si vuole intravedere in Fini il caprio espiatorio dei fallimenti di Berlusconi e di Bossi? 

E’ come se, per ipotesi, Obama non essendo riuscito ad approvare la Riforma Sanitaria avesse imputato il proprio fallimento a Nancy Pelosi, speaker del Congresso Americano, chiedendone a gran voce le dimissioni, e non all’esigua maggioranza su cui poteva contare all’epoca il partito democratico americano.

La verità dell’immobilismo del Parlamento sta nel fatto che il Governo, da inizio legislatura, non ha mai presentato disegni di legge organici, incentrati alla soluzioni di reali problemi degli italiani ma ha inquinato il dibattito politico imponendo profonde riforme dello Strato non concordate con le minoranze o vergognose leggi ad personam con l’unico scopo di salvare la fedina penale del Presidente del Consiglio.

Come fa il Ministro Calderoli a chiedere le dimissioni di Fini quando è stato lui ad elaborare la vigente legge elettorale che toglie de facto agli italiani la possibilità di eleggere I propri rappresentanti al Parlamento essendo essi nominati dai capi partito e sottoposti al corpo elettorale tramite liste bloccate?

Come fa il Ministro leghista ad invocare correttezza politica quando fu lui nel 2006 con il suo gesto da dilettante esagitato a far bella mostra della maglietta offensiva nei confronti di Maometto che portò a degli scontri dinanzi all’ambasciata italiana a Bengasi provocando 11 morti tra i cittadini libici?

Come fa il Ministro Calderoli a chiedere un passo indietro a Gianfranco Fini che incarna insieme al Capo dello Stato i valori dell’unità d’Italia mentre lui fin dalla fondazione della Lega ha prima proposto la cosiddetta devolution (bocciata dal referendum confermativo nel 2006) ed adesso porta avanti un disegno federalista che invece di mirare ad una riorganizzazione degli enti territoriali mira ad una disarticolazione dello Stato e vede come fine ultimo la secessione del nord del paese?

Calderoli la smetta di importunare Fini, aiuti a smaltire veramente la burocrazia italiana, si dimetta dall’inutile ministero della Semplificazione e si faccia eleggere Presidente del fantomatico parlamento del Nord, così potrà dar sfoggio delle sue doti di imparzialità ed equilibrio.

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