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 Home page > Attualità > Società > Il lavoro non rispettato

Il lavoro non rispettato

E’ confermato dalle comparazioni statistiche: abbiamo in Europa il record di incidenza di tasse e di contributi sul costo del lavoro.

Insomma, praticamente da sempre l’attività produttiva è stata vista come una mucca da mungere, la busta paga si è ingrandita fino a diventare un intero foglio e spesso anche due, ed ogni scusa è diventata buona per assegnare un qualche punto percentuale della retribuzione a qualcuno.
 
Il record della sfacciataggine è stato attinto dal perverso meccanismo della Cassa Edile, grazie al quale per ogni mattone collocato, per ogni metro quadrato di intonaco, per ogni metro cubo di calcestruzzo, una sorta di tassa sul macinato viene riscossa sul costo della manodopera.
 
La scusa adottata è quella di corrispondere alle maestranze le retribuzioni differite, ossia tredicesima e quattordicesima; come se le aziende non fossero in grado di farlo autonomamente!

 
In realtà una larga parte della contribuzione Cassa Edile viene adoperata per finanziare una pletora di Enti e di soggetti (sindacati operai, sindacato degli operatori economici, Scuola Edile, la stessa Cassa Edile e chi più ne ha più ne metta), affollati da professionisti della rappresentanza sindacale, nonché strumenti per trovare un lavoro e per sbarcare il lunario per tanti loro clientes, regolarmente assunti senza rispetto alcuno di norme di pubblica evidenza (e limitiamoci a questo perché il cosiddetto velinismo non è un’invenzione dell’attuale premier).

Quanto, poi, ai grandi Enti nazionali di assistenza e di previdenza, INPS ed INAIL, i loro costi sarebbero sostanziosamente minori se essi passassero ad un regime privato e di libero mercato, come del resto avviene nei Paesi anglosassoni; gli stessi Paesi dove la retribuzione è pagata con cadenza settimanale senza problema alcuno per il semplice motivo che la busta paga è una semplice, elementare striscetta.
 
Cosa dire: forse non è nei nostri cromosomi latini e cattolici il giusto rispetto del lavoro. Forse siamo troppo lontani dalla cultura calvinista, che tanto impronta di sé gli Stati Uniti, l’Olanda e tutti i Paesi del Nord Europa; dove la concezione religiosa del duro ed inclemente riformatore ginevrino finì per favorire (sono parole di Benedetto Croce) un nuovo abito morale, temprò i caratteri, spronò all’operosità come all’adempimento della missione assegnata da Dio a ciascun uomo nella sua particolare professione, fece sorgere un segno della grazia divina nella prosperità del proprio lavoro.

Abbiamo tanto da imparare da costoro, ancora. Quando l’attività produttiva non sarà più vista come una mucca da mungere, allora saremo sicuri di essere cambiati, ed in meglio ; di essere diventati un poco come loro.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.69) 23 giugno 2009 11:24

    finalmente qualcuno che ha colto nel segno... la mafia è la prima azienda d’Italia, e i partiti insieme alla loro burocrazia amministrativa e sindacale sono la seconda azienda... nell’edilizia però a forza di dividere i soldi stanno finendo e molti lavoratori sono costretti a lavorare in nero...

    • Di Bernardo Aiello (---.---.---.108) 24 giugno 2009 06:38

      Rispondo a Damiano Mazzotti.
      Egregio signore, non sono un esperto di criminalità organizzata, ma così, a pelle, mi pare un pò in declino. Personalmente la vedo meno temibile e meno pericolosa di talune nostre Istituzioni, per così dire, disorientate ; comprendendo in queste anche quelle pronte a mettere allegramente le mani sui soldi dei lavoratori. Insomma, non è la mafia la prima azienda irregolare del nostro Paese ......
      Riguardo il fenomeno della manodopera irregolare nell’edilizia, credo e spero che il fenomeno sia in regressione. In ogni caso il problema non è certamente il lavoratore in nero, ma il datore di lavoro che lo utilizza irregolarmente. Diciamocelo con franchezza : il lavoratore irregolare è un soggetto posto in una situazione lesiva della dignità della persona.
      Detto questo non bisogna, però, trarre facile e dirette conclusioni : occorre vedere perchè il datore di lavoro si comporta in modo illegittimo. Ma questo è un discorso molto lungo, che va oltre le possibilità di spazio di questo forum.
      A qualcuno è mai venuto il dubbio che il "sistema edilizia" possa essere formato ad uso e consumo di chi è addetto ai controlli e vuole utilizzare nel suo specifico interesse questa situazione ? A qualcuno è venuto il dubbio che l’utilizzo di manodopera in nero possa essere l’unico modo per far quadrare i conti di aziende, sistematicamente poste sotto ricatto ed indifese da una giustizia che, di fatto, non esiste perchè, nella più felice delle ipotesi, interviene quando non c’è più nulla da fare ? Insomma, a qualcuno è mai venuto il dubbio che possa essere impossibile rispettare le regole nel mondo dell’edilizia ?
      Fermiamoci qua.
      Cordialità
      Bernardo Aiello

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