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 Home page > Attualità > Politica > Il fatto strano di Massimo Auditore - L’ingiustizia delle leggi

Il fatto strano di Massimo Auditore - L’ingiustizia delle leggi

Forse il nome non dice nulla al lettore: Massimo Auditore, pensionato dopo un lungo ed onorato servizio come insegnante di educazione tecnica in una scuola di Roma. Eppure ha avuto gli onori della prima pagina del più diffuso quotidiano della Capitale ed una intervista sul telegiornale della sera. Il perché è presto detto: tanti anni orsono denunziò, insieme ad una marea di altri compagni di sventura, di essere stato truffato da una società che raccoglieva il risparmio porta a porta (ci aveva perso una dozzina di milioni delle vecchie lire) ed ora si trova sulle spalle un decreto ingiuntivo di circa un miliardo delle vecchie lire, pretese da alcuni consulenti del Tribunale. Per contro il processo che lo riguarda è stato rinviato al 2.014 e i suoi dodici milioni sembra siano stati scritti sul ghiaccio.

Un fatto strano, che potremmo tranquillamente definire grottesco; su cui si esercitano contemporaneamente più norme ingiuste sino all’irreale; perché difficilmente sono da attribuire colpe ai magistrati intervenuti.

Cominciamo dalla valutazione dell’attività dei periti. Nessun perito informa il committente del costo dell’attività richiesta, neanche in linea presuntiva all’interno di un minimo ed un massimo. A fine lavoro emette una parcella e la sottopone al proprio Ordine Professionale, richiedendone il visto di congruità. La decisione dell’Ordine equivale ad una sentenza; anche se l’Ordine tutto può essere tranne che un giudice terzo fra il cliente (a lui estraneo) ed il professionista (a lui ben noto). Nel caso del professore Auditore la valutazione 563mila Euro era stata ridotta da un giudice a 40mila Euro; salvo poi ritornare ai 563mila per decisione di un altro giudice.

Passiamo adesso al soggetto che decide la necessità della perizia ed il suo contenuto. E’ il giudice a farlo, sia esso istruttore sia esso giudicante, senza alcun preventivo accordo con le parti. Con ogni probabilità nel caso di Massimo Auditore la richiesta è stata fatta nell’ambito di un procedimento penale; ma potrebbe essere stata fatta anche nell’ambito di un procedimento civile. In ogni caso il giudice mette le mani nel portafoglio del cittadino e ne utilizza i denari senza chiedergli il permesso e questo la dice lunga sulla considerazione che ha del cittadino l’attuale sistema di legalità, in questo come in tantissimi, infiniti altri casi.

Il risultato è quello sopra riportato: il cittadino truffato per dodici milioni delle vecchie lire avrebbe meglio fatto a metterci una pietra sopra perché la sua richiesta di giustizia allo Stato si è rivelata un boomerang di importo miliardario. Tutto ciò tranquillamente all’interno delle leggi: che nessuno pensi ad una qualche responsabilità dei vari magistrati a vario titolo intervenuti nella vicenda. Leggi e giustizia non sono affatto la stessa cosa.

 

* * *

Una prima riflessione ci porta a parafrasare Tommaso Moro, che, in prigione e nell’attesa della sua esecuzione, viene spinto dalla moglie ad abbracciare l’anglicanesimo perché era utile; a lei risponde Non tutto quel che è utile è giusto. Nel fatto strano del professore Auditore si potrebbe dire qualcosa di simile: Non tutto quel che è nelle leggi è giusto.

Una seconda riflessione ci porta ad Albert Hirschman, l’economista delle due opzioni per il singolo davanti alle Organizzazioni anche vaste e complesse come quella del Potere Giudiziario e precisamente l’opzione exit e l’opzione voice. Con la prima la reazione del cittadino consiste nel cambiare Organizzazione; con la seconda la reazione del cittadino consiste nel protestare, ad esempio denunciando alle Autorità i reati subiti. Hirschman non ha considerato una terza opzione, da riservare espressamente all’italica gente, ossia l’opzione quit!, con il punto esclamativo dell’imperativo, ossia Taci e stai zitto. Insomma, evita di disturbare il sonno dei potenti perché, se lo fai, ti metti e rischio di rimetterci le penne. E se poi un altro Potere dello Stato ti esorta a denunciare (ad esempio le organizzazioni anti-racket) questo è solamente indice che vi sono più Poteri dello Stato reciprocamente contrapposti, come riteneva opportuno Montesquieu. 

Una terza riflessione ci porta infine all’attività della politica su giustizia e legalità: dagli stessi giornali e telegiornali che parlavano del fatto strano di Massimo Auditore, le ultime notizie sui tentativi della maggioranza di far andare in prescrizione i processi del premier, tentativi fortemente avversati dall’opposizione; nella più assoluta indifferenza verso i problemi dei cittadini come Massimo Auditore.

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