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Forza nuova, l’omosessualità e l’uovo di Altan

Come spesso succede in Italia anche un libro per bambini possa suscitare polemiche, divisioni e addirittura proposte bizzarre come roghi che ricordano un passato che dovrebbe appartenere allo scorso secolo e non al nostro?

Il nuovo libro “Piccolo uovo” del fumettista Marco Tullio Altan tratta della storia di un pinguino che trova la sua famiglia ideale in una coppia di due suoi simili dello stesso sesso. L’omosessualità infrange un altro tabù e viene raccontanta tramite un linguaggio figurato ai più piccoli.

E’ uno scandalo? No. E allora perché ci si divide? Quello che ad alcuni appare troppo è la proposta ventilata a Milano di distribuire il volumetto negli asili della città. La notizia è stata accolta dalla formazione neofascista Forza Nuova su twitter con un sobrio e democraticissimo “Il piccolo uovo di Altan, odiosa cultura omosessuale insegnata ai bambini, roghi in piazza”.

In un contesto “normale” la discussione non dovrebbe avvenire sul “se” introdurre il libro tra i bambini ma “quando” farlo. Sul tema, tecnici più esperti dei militanti di Forza Nuova possono dare dei pareri per indirizzare il comune di Milano nel fare la scelta più appropriata che eviti di urtare non tanto la sensibilità dei bambini quanto quella dei loro genitori.

Visto che non siamo tutti esperti di pedagogia o psicologia, ma padri, madri, fratelli e anche cittadini di una civiltà che spero sia la più libera ed aperta possibile, una domanda sul punto dovremmo porcela tentando di dare una risposta che sia la più sincera possibile. Da profani possiamo chiederici: è giusto parlare di omosessualità anche ai più piccoli? E se la mia risposta fosse negativa mi dovrei sentire un neo fascista alla stregua di un militante di Forza nuova? Forse no.

Personalmente penso che di sessualità ed omessualità vorrei parlarne a mio figlio o a mio fratello minore a tempo debito e spero che il mio Comune ne parli nel periodo della sua crescita più indicato. Reputo che all’asilo ogni bambino guardi un altro suo coetaneo non in quanto maschio o femmina ma in quanto compagno di giochi ed in quanto veicolo di conoscenza.

E quindi ritengo che introdurre un concetto di famiglia “classica” o “allargata” o “omosessuale” sia un concetto strumentale alle battaglie ideologiche e politiche che gli adulti compiono in altra sede, avendo smarrito la lineare semplicità con cui ogni bambino concepisce la propria esistenza.

Quindi lascerei che ogni bambino cresca senza troppe “categorie” tipiche degli adulti e formi un concetto “neutro” di famiglia che arricchirà delle proprie convinzioni una volta divenuto più grande. Sconsiglierei quindi la distribuzione del libro tra i bambini dell’asilo, perché avvenga più in là.

Quando una discussione sul tema può nascere tra i vari compagni della stessa classe. Non per questo mi sento un neo-fascista, o partatore sano di una cultura retrograda. Non per questo però ritirerei mio figlio dall’asilo se il mio comune scegliesse diversamente.

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