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Il Sud e l’informazione: ci manca Nicolò Zito

Il Sud e l'informazione: ci manca Nicolò Zito

Siamo quasi a sei mesi dalla disastrosa alluvione che ha fatto trenta vittime nelle zone costiere ioniche della provincia di Messina; ed il mistero sulle ragioni del fatto persiste proprio come in un giallo scritto da Camilleri e non ancora all’epilogo.
I primi indiziati, la popolazione dedita all’abuso edilizio e gli amministratori locali muti, sordi e ciechi davanti agli abusi edilizi per proprio personale tornaconto, alla fine se la sono cavata con una assoluzione, quanto meno per insufficienza di prove. I casi di abusivismo sono risultati in numero minore di quanti possano essere indicati dalle dita di una coppia di mani e, per di più, relativi all’apertura incontrollata di finestre e ad altre facezie di questo tipo.
 
Dopo di che, il nulla; salvo le gerarchie ecclesiastiche, ben ferrate quando si tratta di aver da fare con peccatori, le quali hanno detto che il peccatore c’era e che, la prossima volta, si sarebbero ben guardate da un comportamento sereno di assoluzione. La cosa si è puntualmente ripetuta poco tempo dopo in provincia di Agrigento e monsignor Montenegro, siciliano di Messina, un tipo poco propenso a dire le cose per celia, è stato di parola e non ha celebrato i soliti solenni funerali.
A questo punto siamo proprio senza né un inquisito né, tanto meno, un colpevole. E, forse, chi sta a Roma nei palazzi del potere, o anche in quelli dell’informazione, dovrebbe pur chiederselo cosa è in effetti successo. Ed invece, no.
 
Potremmo girare la domanda ad Andrea Camilleri e chiedergli di avere almeno una verità romanzata: sicuramente sarebbe in grado di darcela; perché, e sta tutta qui la differenza, nella sua Vigata esiste Retelibera, emittente locale dove lavora Nicolò Zito.
 
Spesso il commissario Montalbano non sa che pesci pigliare ed allora si rivolge all’amico giornalista, che riesce a dargli una grossa mano; ed alla fine il mistero viene risolto con la cattura del colpevole o, quanto meno, con la sua individuazione.
E’ la fantasia la caratteristica fondamentale del nostro autore Andrea Camilleri, una fantasia tutta particolare, che parte magari da dati di fatto attentamente studiati, anche con storico rigore, ma poi, per una insondabile ed inaspettata evenienza, prende senza preavviso il volo nei cieli della fantasia. E tutto viaggia nella più assoluta, lieve, aerea coerenza.
 
Purtroppo la realtà del Sud è ben lontana dall’essere quella di Vigata. Retelibera non esiste, non esiste alcun Nicolò Zito ed un’intera macroregione continua a far vivere ai suoi abitanti una vita da sudditi e non da cittadini, una vita in cui la dignità della persona è un lusso che non ci si può permettere. E guai a ribellarsi: zitti perché, come dicevano un tempo i contadini, se la quartara (i.e. la brocca) si scontra con la pietra è la quartara a rompersi e non la pietra.
 
Intanto i politici, nei palazzi romani del potere, continuano a straparlare, i soloni dell’informazione conoscono il Sud solo perché ogni tanto ci scrive sopra un libro il ministro Brunetta, e dei morti di Scaletta Zanclea e di Giampilieri non ne parla più nessuno.
 
Perché a nessuno viene mai in mente che l’informazione, nel Sud, possa essere corrotta e soggiogata dai tanti potentati locali?

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