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Il Gufo

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  • Di Il Gufo (---.---.---.115) 2 dicembre 2013 13:34

    La Germania non voleva la moneta unica, volevano tenersi il marco a tutti i costi.
    Trattando da una posizione economica forte ottennero un valore nominale dell’Euro molto alto, adatto per l’economia tedesca, infinitamente di meno per paesi abituati alle "svalutazioni competitive".
    Credo che l’Italia accettò perchè la nostra spesa per interessi sarebbe calata di molto e per diversi anni, dando ampi margini di intervento alla classe dirigente.
    Se poi abbiamo votato nani e ballerine non ha tanto senso prendersela coi tedeschi...
    Ricordo che l’inflazione aumentò a dismisura SOLO IN ITALIA perchè si consentì a commercianti che già non pagavano le tasse di raddoppiare allegramente i prezzi (coprendo il furto con la mitologica "inflazione percepita").
    Caffè al banco, mille lire. Un giorno diventano 0,8 euro (quando andava bene 0,7). Dal +30% al +80% in un paio di mesi, tanto per citare solo una voce.

  • Di Il Gufo (---.---.---.115) 2 dicembre 2013 13:22

    Sarò spietatamente sincero: è molto più probabile la buona riuscita di un’operazione simile se PUBBLICA rispetto a trattative segrete (tra chi poi non è dato sapere, immagino banchieri sempre attenti agli interessi della collettività).
    Basta una sola ragione: si chiama "asimmetria informativa". Ovvero sui mercati chi sa prima le cose meglio le sfrutta. E’ una cosa che esiste sempre in misura più o meno grande, finora non avevo mai sentito dire che fosse una cosa buona, addirittura auspicabile per il bene del pueblo!

    "potrebbe venir danneggiato il processo democratico".
    "Potrebbe"?!? Solo per aver deciso in segreto ascoltando il parere di quattro gatti la più assurda strategia economica della storia? Mi chiedo quale idea abbia della democrazia chi utilizza il condizionale in una frase del genere.
    Ma il vero problema è che non si trova citata UNA SOLA RAGIONE che spieghi perchè l’uscita dall’Euro sarà il nostro supremo bene, quali siano gli obiettivi che ci si prefigge, in che modo ridurre gli enormi e sicuri rischi che una decisione del genere comporta (una "nuova moneta" subirà enormi fluttuazioni nei cambi, come si impedirebbe una selvaggia speculazione globale che ne aumenti gli effetti? Boh. Come si terrà l’inflazione sotto le due cifre quando l’economia sottostante alla moneta è in ginocchio? Boh. Esporteremmo di più, sicuramente, peccato che poi il gas russo ci toccherebbe pagarlo con le caciotte o le mignotte di Arcore).
    Insomma usciamo dall’euro perchè sì ed in modo più segreto possibile. Non è molto convincente.
    Just my two cent

  • Di Il Gufo (---.---.---.115) 1 dicembre 2013 11:36

    1) Fare opposizione è SEMPRE conveniente a livello elettorale; non ci va certo un genio a capirlo.
    2) Quando hai gente disposta ad andare in TV paragonandoti a Nelson Mandela senza essere presa a sputi le cose sono NETTAMENTE più semplici.
    Sono d’accordo con la tesi del teatrino ad uso del popolo-bue, tuttavia non ci vedo proprio niente di geniale: controllando l’informazione (peraltro in modo illegale) sono bravi tutti a montare uno show.

  • Di Il Gufo (---.---.---.115) 23 ottobre 2013 14:50

    Dimenticavo riguardo all’articolo: i conti economici li lascerei fare a chi li sa fare.
    Gli enti articolati per Province, con la scomparsa delle stesse, andrebbero a Comuni o Regioni quando necessarie, altrimenti abolite.
    La questura a Cuneo invece che Torino serve, il distretto militare è un bel posto per farci un museo: ha storia, ma non ha presente nè futuro senza la leva obbligatoria.
    L’intendenza di finanza "federalista" in un economia globalizzata serve come un frigorifero al Polo, dei Provveditorati agli studi ed alle opere pubbliche non parlo per carità di patria...
    Solo per tornare alla matematica: risparmio di più ad abolire 20 o abolire 110? A maggior ragione quando i mille rivoli di spesa pubblica sono strutturati sulla base di 110 invece che di 20.
    Una nota storica: la recente storia d’Italia nasce con i Comuni, di cui non si può fare a meno. Li stiamo lasciando fallire, andrebbero potenziati: sono le uniche entità in cui il controllo della spesa può essere davvero fatto dai cittadini.

  • Di Il Gufo (---.---.---.115) 23 ottobre 2013 14:29

    E’ una stronzata, ora vi spiego anche perchè: le Province sono un retaggio del passato, una struttura amministrativa priva di legami con i fondamentali del governo.
    Per quanto le differenze regionali siano molto grandi (abitanti, economia, risorse, ecc.) rispecchiano una divisione coerente con le basi dell’amministrazione: sono omogenee al loro interno.
    Le Province ed amministrazioni collegate sono un mero strumento al servizio delle prebende politiche: vanno dalla dimensione strettamente metropolitana di Milano a Cuneo, più grande del Molise, la cui amministrazione si occupa dello stesso territorio di una regione.
    Senza dire della disomogenità interna delle Province: la provincia di Roma si occupa di Roma città, e la provincia a chi la facciamo governare? Alla mafia? Dove vivo, provincia nata per "sdoppiamento" di una provincia più grande, la stessa struttura governativa si occupa di due cittadine, campi e qualche montagna. Doppia spesa, NESSUN risultato.
    A me di leggere ’ste sparate fatte senza conoscere l’amministrazione del territorio ricordano i leghisti, le loro vacche e le loro fabbrichette che volevano il federalismo microregionale; il federalismo dal vicino di casa.
    Idioti, o ingenui, stessa pasta sono.


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