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Il Grillo s-parlante

In pochi giorni quello che sta diventando l’Ugo Chávez del web italiano alias Beppe Grillo ha collezionato una serie di figuracce che avrebbero fatto impallidire anche il Silvio Berlusconi dei tempi migliori. Ha incominciato attaccando i senatori a vita accusandoli di campare “troppo”. A parte il fatto che l’istituto dei senatori a vita è uno dei pochi mezzi, in tempi di “porcellum” per portare e tenere in Parlamento personalità di indubbio valore, il cui punto di vista è prezioso nelle serrate diatribe politiche che assediano l’Italia, bisognerebbe chiedere al comico genovese, che danno gli abbia recato per esempio Rita Levi Montalcini che dall’alto dei suoi 103 anni e delle sue numerose scoperte scientifiche onora la Camera alta della nostra Repubblica.

Fra l’Italia che ha avuto al Senato tra i sui scranni ad honorem, Arturo Toscanini, Trilussa, Eugenio Montale, Eduardo De Filippo, Norberto Bobbio, Mario Luzi e l’Italia che nella prossima legislatura vedrà tra i suoi parlamentari una serie di “grillini” esagitati, sorta di dipietristi all’ennesima potenza, i quali cercheranno di abbattere non solo “la casta” ma forse inconsapevolmente anche quel che rimane della nostra democrazia, non si sa cosa preferire.

Di questo passo e con la sua furia iconoclasta, Grillo tra un po’ di mesi proporrà di abolire la messa domenicale, il cappuccino, il Natale e forse la Presidenza della Repubblica.

Dopo l’attacco alle “coscienze storiche” di casa nostra, ed uno sberleffo a Marianna Madia, deputata del Pd “colpevole” di aver dichiarato di preferire, se costretta, il Pdl ai grillini, il guru del Movimento 5 stelle ha sferrato un colpo contro la festa democratica del Pd, di cui negli anni passati è stato, suo malgrado, un assiduo frequentatore. Vallo a spiegare, al caudillo della web, che mentre qualche settimana fa lui si faceva le ferie in Sardegna, a Roma la festa democratica di Caracalla veniva presa d’assalto da giovani, famiglie ed anziani che non avendo la possibilità andare in vacanza trovavano nella manifestazione organizzata da un partito (orrore!), un mezzo valido e non troppo deprimente per passare l’estate in città.

Grillo, mai pago, ed eccitato dal suo livore nichilista ha insinuato nella stessa giornata di ieri che Roberto Benigni, protagonista pochi giorni fa della festa democratica di Reggio Emilia, si fosse fatto pagare il proprio cachet dal partito di Bersani. L’agente del comico toscano ha prontamente rispedito le accuse al mittente, ma visto che non tutti sono disposti a farsi moralizzare dal falso moralizzatore Grillo, nei mezzi d’informazione sono incominciate a girare storie che riguardano il rapporto molto forte tra “il denaro”, il capitale, la plata, l‘argent, chiamatatelo come vi pare, ed il nostro eroe a 5 stelle.

Intervistato alla Zanzara di radio 24 Giovanni Guerisoli segretario amministrativo della CISL dal 1999 al 2002 ha detto: “Nel 1999 Grillo venne a fare uno show a Numana. Volle i soldi in mano, senza ricevute. Il buon Grillo per partecipare all'assemblea della Cisl ha chiesto 10 milioni di lire cash, tutti in nero e senza ricevute. E noi abbiamo pagato".

Il paladino della legalità che fa le pulci a Benigni è stato pagato in nero? E' mai possibile? (UPDATE: Grillo ha smentito Guerisoli annunciando, via twitter querela: "L'accusa mossami da Giovanni Guerisoli sui 10 milioni cash in nero è totalmente infondata. Sarà querelato dai miei avvocati al più presto").

Lino Paganelli, invece responsabile odierno delle feste democratiche, interrogato sugli attacchi del comico ha dichiarato: “Lui - Grillo - non è di primo pelo, ha calcato le scene dei palasport e delle feste dell’Unità. Se solo ora ha problemi con i cachet che gli sono stati pagati, fa sempre in tempo a restituirli. I nostri bilanci sono certificati al centesimo e pubblicati in rete. Non so invece come si finanzi il movimento Cinque Stelle".

Sempre ieri il senatore Francesco Rutelli alla fine di un’intrervista al Fatto Quotidiano in tema di conflitto d’interessi ha parlato del rapporto che intercorre tra l’editore di Repubblica Carlo De Benedetti e la centrale Tirreno Power di Vado Ligure, mentre per quanto riguarda la politica ha chiesto più trasparenza, richiamando il trattamento a lui risevato sul caso Lusi, ed ha invitato Grillo a pubblicare la sentenza che lo riguarda per omicidio colposo. Immancabilmente sul blog di Grillo è arrivato l’attacco alla presunta tessera numero 1 del partito democratico (l'Ing. De Benedetti) ed i suoi rapporti con la Tirreno Power ma sulla sua sentenza non è comparso nulla. Come mai?

Grillo non è un parlamentare, molto probabilmente non sarà candidato alle prossime elezioni ed ha tutto il diritto di non pubblicare dei documenti che riguardano la sua sfera privata, ma l’abrutimento della politica dell’urlo portata avanti da molti a destra come a sinistra è sotto l’occhio di tutti, ed anche il leader del M5S, prima o poi se ne renderà conto. Chi di grillismo ferisce di grillismo ne potrebbe morire.

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