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 Home page > Tribuna Libera > Il 2014: un nuovo anno o un anno nuovo?

Il 2014: un nuovo anno o un anno nuovo?

In questo momento storico, la profonda e devastante crisi economica relega, necessariamente in secondo piano, le aspettative “normali” del semplice cittadino, per quanto concerne il nuovo anno appena iniziato.
Tutti coloro, e sono troppi per un paese “normale”, che attraversano un momento difficile dal punto di vista economico, si augurano che il 2014 sia un anno “nuovo” soprattutto dal punto di vista lavorativo, tralasciando momentaneamente i propri bisogni sociali e culturali, nonché quelli civici.
 

Il Governo, il Presidente della Repubblica, i politicanti, parlano, parlano, parlano, ma in effetti, forse pensano, in cuor loro, che solo un “miracolo” può far ripartire l’economia, e che vengano così risollevate le sorti della “nostra” nazione. Oggi, come del resto anche in passato, tutti coloro che hanno responsabilità politiche, lasciano che gli eventi siano determinati solo ed esclusivamente dai grandi potenti del pianeta, i quali, come hanno sempre fatto, possono decidere in pochi minuti, chi deve “vivere” e chi deve “morire” finanziariamente.

Altre volte abbiamo già parlato dell’effetto devastante procurato alla nostra debole economia, dai mancati o inefficaci controlli sul cambio lira-euro dopo l’avvento della moneta unica.
I “grandi” ministri dell’economica, i “grandi” esperti della finanza, i “grandi” giornalisti della stampa specializzata, pur conoscendo questa grave problematica, l’hanno trattata, se l’hanno trattata, sempre in modo marginale.

Ci si dovrebbe chiedere, se l’hanno fatto per ossequio ai loro padroni, nonché burattinai, (ossia i grandi gruppi mondiali della finanza e dell’economia) o perché anche essi sono stati, direttamente o indirettamente, beneficiati dell’impoverimento delle masse a reddito fisso, a vantaggio di tutti coloro che hanno potuto, e ancora oggi possono, determinare prezzi, tariffe e compensi riguardanti le loro attività.

Se fossi nei panni di coloro che sono stati beneficiati del grande travaso, avvenuto appunto con l’azzeramento delle risorse economiche e dei piccoli risparmi di tutti i pensionati, di tutti i lavoratori dipendenti, e di tutti coloro che si sostengono con un sussidio, a vantaggio appunto di chi ha autodeterminato il proprio reddito, non uscirei più per le strade senza adeguata scorta, perché un popolo sterminato di disoccupati e di infuriati, ormai allo stremo, e in molti casi anche affamato, non avrà nessuna difficoltà a riprendersi il maltolto, per poter continuare a sopravvivere.

Buon anno a tutti. O quasi. 

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