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Ignoranti e servili

In questi giorni si è parlato dell’America Latina anche nella provincialissima Italia. Ma come? Silenzio o quasi (pochissime le eccezioni) sulla strepitosa vittoria di Evo Morales in Bolivia, naturalmente. Invece il giornale che ha quasi soppiantato “la Repubblica” come organo ufficioso del partito di Renzi, “la Stampa”, ha sparato una panzana colossale su Cuba sostenendo che “Cuba scarica i suoi dottori”.

Il testo è spudorato: “Cuba abbandona i suoi dottori. Secondo un medico caraibico [cubano? naturalmente è volutamente imprecisato, come se non esistessero ben 22 paesi caraibici indipendenti…] il regime dei Castro avrebbe fatto firmare agli operatori sanitari in partenza per l’Africa occidentale un documento in cui accettano di non tornare più indietro nel caso in cui venissero contagiati dall’Ebola”.

Cuba ha mandato finora decine di migliaia di medici, altamente specializzati, in molti paesi latinoamericani o africani (ma anche asiatici, come il Pakistan) colpiti da epidemie o da eventi naturali come cicloni o terremoti. Li aveva anche offerti agli Stati Uniti colpiti dall’uragano Katrina che devastò New Orleans, e provocò moltissime vittime suppletive per le gravi disfunzioni dei soccorsi, ma furono rifiutati, mentre erano già pronti in aeroporto con tutto l’equipaggiamento necessario.

La bufala è stata costruita a partire da una possibile particella di verità: è probabilmente meglio curare in loco i sanitari eventualmente infettati, anziché rischiare di diffondere ulteriormente il contagio in altre parti del mondo: ma è possibile farlo se si inviano non solo medici e infermieri, ma anche strutture sanitarie efficienti. E Cuba lo ha sempre fatto, in tutte le sue missioni sanitarie all’estero.

Evidentemente alla redazione de “la Stampa” dava fastidio il confronto tra Cuba e gli Stati Uniti, che hanno mandato invece 4.000 marines (e nessun medico), ovviamente per controllare l’ordine pubblico in zona. Lo avevano fatto anche ad Haiti, al momento del terremoto, seguiti a ruota dai militari italiani che inviarono la costosissima portaerei Cavour con un carico ridicolmente irrisorio di aiuti alimentari e di acqua potabile, che non fu possibile neppure sbarcare perché non esistevano porti in cui la portaerei potesse attraccare. L’acqua fu distribuita con gli elicotteri della nave e corrispondeva a un litro ogni 1000 persone! Si veda al proposito A che serve la portaerei Cavour

Ma l’insinuazione più stupida riguarda la destinazione dei corpi di chi muore in missione. L’articolo infatti dice: “Nel documento sarebbe anche specificato che la sepoltura dovrà avvenire nel Paese in cui si è prestato aiuto”. Probabilmente è solo un’eco distorta della affermazione di Ernesto Che Guevara, che aveva detto che le spoglie del guerrigliero caduto appartengono alla terra per la cui libertà è caduto (una citazione ripresa a lungo dai compagni boliviani,che avrebbero voluto trattenere nel loro paese i resti del Che dopo il loro ritrovamento). Così la sostanza della concretissima solidarietà di un piccolo Stato ispirato da una concezione internazionalista viene nascosta dietro un cortina fumogena, che trasforma in cinico abbandono dei propri generosi volontari la possibile decisione di rinviare il ritorno di eventuali contagiati a dopo il completamento della terapia, anche per tranquillizzare la popolazione dell’isola, che ha già pagato molto per la solidarietà internazionalista con l’Angola e altri paesi africani. Meno male che non hanno detto che l’hanno deciso per non spaventare i turisti…

Ma il colmo della vergogna riguarda il dirigente ex PDS Fabio Mussi, che è stato intervistato con grande rilievo dal “manifesto” del 17 ottobre: non solo nega di aver mai manifestato in piazza quando era ministro appartenente alla corrente sedicente di sinistra del PDS contro le misure antipopolari del secondo governo Prodi (e anzi se ne vanta!), ma per esorcizzare l’uso renziano della “Leopolda” come mezzo di pressione, dice che “una cosa così l’ho vista solo ai tempi di Chávez”.

Magari lui avesse seguito a suo tempo l’esempio di Chávez! Purtroppo il “manifesto”, che ha dedicato una pagina quasi intera a questo penoso personaggio, ha ripreso nel titolo, senza una parola di critica, proprio la sciocchezza detta dall’ex ministro. Tanto per rassicurarci su quel che ci aspetta se si punta su questi moderatissimi politici incapaci di andare controcorrente. 

 

Foto: P. Coudouy/Wikimedia

Questo articolo è stato pubblicato qui

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