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I siciliani devono svegliarsi?

Messaggio per il continente

Quando si parla di mafia con un non-terrone si finisce sempre con affermazioni del genere:

"I siciliani devono svegliarsi, devono cacciare la mafia. Non devono essere omertosi. L’omertà è vigliaccheria, è sporcizia morale. Se la mafia prospera è perchè i siciliani ci sguazzano dentro, e magari si divertono anche perchè sono barbari, poca cultura, quasi africani".

Anche io, siciliana, mi sono trovata a dire cose del genere in passato. Scoraggiata dall’ennesimo Cuffaro presidente della regione.
Ora non la sopporto davvero più.
E chiedo, senza voler essere polemica, ma solo per mostrare una realtà che sembra invisibile, anche se sotto gli occhi di tutti:

Non vi bastano forse i nostri morti?

Sono forse milanesi i titolari delle miriadi di lapidi che costellano Palermo?
Sono vicentini i negozianti che preferiscono chiudere l’attività piuttosto che pagare il pizzo?

E i giovani che abbiamo cresciuto insegnandogli che la mafia è male, che neanche ci provano a fare progetti, pur di non trovarsi a dover scendere a compromessi per sopravvivere?

O i commercianti che si sono rifiutati di pagare e sono, (se sono stati fortunati), economicamente rovinati, se non morti?
Sono tutti siciliani!

E scusate se non siamo tutti eroi e santi.


Siciliani che avevano una fede e una forza morale di un livello superiore a quella comune. Gli eroi, i santi, i martiri, sono persone speciali, che per il proprio credo, sono disposti a mettere a rischio la vita propria e delle persone che amano.

Noi siamo in carcere da secoli, ve lo diciamo, lo urliamo, muoriamo per farvelo sapere. Ma voi non volete vedere neanche quello che succede in casa vostra, figuriamoci nella nostra.

Quando venite a fare affari e accordi politici con noi, non scegliete e finanziate coloro che sanno lavorare bene e sanno assumersi le proprie responsabilità.
Venite qua a cercare i peggiori, e li fate ingrassare e prosperare avallando la cultura razzista che vi lava la coscenza e vi rende sordi!

Dopo Borsellino li avevamo messi all’angolo finalmente, era bellissimo, nella tragedia del momento, camminare per strada e potersi guardare negli occhi con i nostri compaesani, riconoscendo, nel dolore della perdita, la decisione del riscatto.

Ma un altro milanese doc, un vostro fidatissimo uomo, che si è arricchito in tutta Italia grazie a tutti gli italiani e ai suoi politici, è arrivato qui con i suoi miliardi e le sue televisioni e ci ha fermato.

Non siete diversi.
E mi fate tenerezza, tutti convinti di essere migliori nelle civili città senza immondizia, mentre i vostri silenziosi negozianti già pagano il pizzo, i vostri vicini vedono e non parlano, cercano l’amico politico per un lavoro e mandano la vostra immondizia a Napoli.

Mi spiace vedere che siete messi peggio di noi perchè, il benessere maggiore, vi ha corrotto singolarmente nei valori profondi, e neanche vi accorgete di quello che c’e’ nelle vostre stesse case.

Divide et Impera, questo è il motto di chi vuole arricchirsi secondo le regole del denaro.

Svegliatevi, noi lo siamo da un bel pezzo!

Commenti all'articolo

  • Di mauro bonaccorso (---.---.---.221) 19 marzo 2009 18:40
     
    Cara Marina, pur condividendo alcuni passaggi del tuo articolo non posso non farti notare che il male di cui parli non è stato generato altrove, anche se le varie dominazioni che ci hanno schiacciato non hanno favorito lo sviluppo di questa terra. L’eccezione conferma sempre la regola, ma questo significa che la regola è dominante.
    Dov’erano i palermitani quando venne ucciso Emanuele Notarbartolo ? Dov’erano i siciliani quando fu ucciso Joe Petrosino? Dov’erano i corleonesi quando fu eliminato Placido Rizzotto? E l’opinione pubblica dopo la strage di Portella delle ginestre, e Mauro De mauro che fine ha fatto, nessuno s’è accorto di nulla? E i cittadini di Cinisi e cosa facevano, quando Peppino Impastato denunciava pubblicamente i suoi parenti mafiosi. E Giorgio Ambrosoli, Boris Giuliano, Cesare Terranova, Lenin Mancuso da quanti siciliani sono stati ricordati. E quanti siciliani si ricordano di Piersanti Mattarella, Emanuele Basile, Gaetano Costa. Perché Carlo Alberto Dalla Chiesa è stato sacrificato? E che ne dici di Pio La Torre e di Rosario Di Salvo o Pippo Fava che con le sue denunce ha cercato di svegliare i catanesi, peraltro inutilmente. E Antonino Saetta, Mauro Rostagno. E Rosario Livatino, isolato e massacrato. E Libero Grassi, che non si è piegato alle richieste di pizzo. Chi ricorda Graziella Campagna o Rita Atria? Sappiamo “quasi” tutto delle stragi di Capaci, dove persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Di Cillo. Sappiamo “quasi” tutto della strage di via D’Amelio dove Paolo Borsellino, Walter Cusina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano, Claudio Traina. A chi predicava don Pino Puglisi?
    L’elenco sopra riportato è semplicemente un abbozzo, perché i morti di mafia, siciliani e non, sono stati molti di più, e mi scuso con tutti i parenti di quelli che, per motivi di spazio, ho dimenticato.
    Quindi non sono solo nostri i morti di mafia: carabinieri, poliziotti, imprenditori, persone che, per necessità o per essersi innamorati di questa terra, si sono sacrificati generosamente.
    Dobbiamo finirla con questa suddivisione nord-sud, est-ovest, terroni e polentoni. L’Italia è una sola dal 1860, anche se per molti versi le Italie sono di più, e lo vediamo dalla diversa qualità delle amministrazioni locali.
    Non attribuiamo ad altri colpe che sono principalmente nostre, dato che non siamo capaci di farci rappresentare, a livello locale e nazionale, da persone degne di fiducia. E per quanto questa sia una generalizzazione, soprattutto nel contesto attuale, non può essere facilmente smentita.
    Un saluto
    Mauro Bonaccorso
     
    P.S. E’ molto probabile che il “milanese doc” abbia accumulato tutte quelle ricchezze proprio in virtù di un sodalizio con gente di malaffare proveniente dalla nostra terra. 
     
     
  • Di Marina (---.---.---.232) 19 marzo 2009 19:17
    Marina

    Anche io condivido parte di quello che dici, davanti a quella lista infinita si resta anche imbarazzati da siciliano no? Ma guardarci indietro secondo me deve servire a guardare il cammino fatto.
    Perchè se vogliamo guardare proprio la storia..dovremmo arrivare allo sbarco dei mille, all’unità dell’italia passata dall’avvallo mafioso per esempio, e quando dici:
    "E’ molto probabile che il “milanese doc” abbia accumulato tutte quelle ricchezze proprio in virtù di un sodalizio con gente di malaffare proveniente dalla nostra terra.", ti ricordo che quella gente era già presente in parlamento grazie ad Andreotti, Craxi, e Martelli che venne nelle carceri del maxiprocesso a raccogliere voti. Dovremmo parlare di quante volte, chi ha parlato non è stato difeso, e chiedersi quanti di noi rischierebbero tale prezzo, e se è giusto chiederlo. Sapere che è spesso inutile e controproducente porta a chiudere gli occhi e la vita di ogni giorno ha la meglio sulle scelte morali (è un problema mondiale). Non si può criminalizzare un popolo se non gli si danno gli strumenti per sentirsi libero di scegliere.
    Non voglio giustificare, ma fare presente che ci sono due sicilie e due popoli siciliani. E uno è schiacciato, ha problemi anche per fare un documento, e continuare a ghettizzarlo non serve. Non siamo mica di un altra razza dobbiamo essere uniti e consapevoli di chi ci ha tenuto nell’ignoranza.
    Se l’Italia non avesse fatto affari con questi personaggi sarebbero rimasti isolati, il cittadino avrebbe avuto ben presente da che parte stare, e avrebbe potuto scegliere lo Stato se gli avesse fornito lavoro, servizi, sanità e scuole decenti, come è successo altrove.
    In ogni caso, certo sta a noi, ma è impossibile senza un esempio forte per i deboli. Non è una cosa che si può lasciare in mano ai singoli.

    • Di mauro bonaccorso (---.---.---.138) 19 marzo 2009 20:46
       
      Ti ringrazio per la risposta, ma forse non sono stato abbastanza chiaro, mi riferisco all’arricchimento di quel signore, che sembra sia avvenuto con modalità alquanto dubbie, dato che il suo rapporto con personaggi di un certo “spessore” sono di gran lunga precedenti ai suoi agganci politici. Il grande giornalista Indro Montanelli, del quale non condividevo l’orientamento politico, ha affermato che il novello duce gli ha riferito di essersi impegnato in politica, in prima persona, proprio per salvarsi dalle sue vicende giudiziarie. Insomma, sembra che Berlusconi abbia fatto affari con mafiosi e da li arrivano gran parte delle sue ricchezze. Ebbene, forse siamo governati da un mafioso che è riuscito a convincere gli italiani di essere una vittima delle “toghe rosse”.
       
      Lo stato non deve dare lavoro ma creare le condizioni di sviluppo per favorire le attività imprenditoriali che nascono e si sviluppano nel contesto sociale. Dal dopoguerra ad oggi sono stati molti i mezzi di emancipazione sociale ma è la popolazione che deve decifrare i messaggi, a volte ambigui che vengono utilizzati proprio per disinformare. Allora l’intelligenza, che spesso esportiamo come quella di Alessandra Lanzara, solo per fare un nome recente, a cosa ci serve se poi continuiamo a piangerci addosso perché lo stato ci ignora.
      Fare impresa in Sicilia è più difficile per i motivi che tutti sappiamo ma non possiamo pretendere un carabiniere davanti a tutti i negozi o attività commerciali per essere difesi da una criminalità che spesso tolleriamo se non addirittura alimentiamo con comportamenti quantomeno discutibili.
       
      Poi io e te facciamo la fila in un ufficio pubblico, non cerchiamo l’amico per un certificato, perché sappiamo che è un nostro diritto ottenerlo, votiamo ideologicamente perché non ci facciamo corrompere per un buono benzina o un paio di scarpe o per nessun altro motivo, sosteniamo esami all’università senza farci raccomandare, facciamo concorsi senza l’appoggio di un padrino, educhiamo i nostri figli alla vera legalità, guidiamo l’automobile rispettando i pedoni e gli altri automobilisti e l’elenco potrebbe continuare, ma quanti siciliani lo fanno?
      Un saluto
      Mauro Bonaccorso
       
    • Di Marina (---.---.---.232) 20 marzo 2009 00:39
      Marina

      Non è facile risponderti sai? brucia quello che dici, volevo porre l’attenzione su certe generalizzazioni che penalizzano chi fa scelte diverse. Non pretenderei un carabiniere, pretenderei di poterlo chiamare quando ho bisogno e vederlo arrivare, cosa che non succede nemmeno se hai i ladri dentro casa. La cultura va creata, stimolata,insegnata, non voglio arrendermi all’idea che sia quasi "genetico". E non possono nemmeno essere così pochi quelli che vedono, ne incontro troppi, continuamente; quelli che tirano le fila invece sono "gli altri" i "diversi" e sono pochi.
      Penso che dobbiamo avere fede nella nostra capacità di portare un messaggio diverso.
      E’ sempre un piacere parlare con una persona informata, grazie delle risposte, ciao.

    • Di mauro bonaccorso (---.---.---.9) 20 marzo 2009 08:57

      Ricambio il piacere.
      Mauro Bonaccorso

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