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Commento di mauro bonaccorso

su I siciliani devono svegliarsi?


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mauro bonaccorso 19 marzo 2009 18:40
 
Cara Marina, pur condividendo alcuni passaggi del tuo articolo non posso non farti notare che il male di cui parli non è stato generato altrove, anche se le varie dominazioni che ci hanno schiacciato non hanno favorito lo sviluppo di questa terra. L’eccezione conferma sempre la regola, ma questo significa che la regola è dominante.
Dov’erano i palermitani quando venne ucciso Emanuele Notarbartolo ? Dov’erano i siciliani quando fu ucciso Joe Petrosino? Dov’erano i corleonesi quando fu eliminato Placido Rizzotto? E l’opinione pubblica dopo la strage di Portella delle ginestre, e Mauro De mauro che fine ha fatto, nessuno s’è accorto di nulla? E i cittadini di Cinisi e cosa facevano, quando Peppino Impastato denunciava pubblicamente i suoi parenti mafiosi. E Giorgio Ambrosoli, Boris Giuliano, Cesare Terranova, Lenin Mancuso da quanti siciliani sono stati ricordati. E quanti siciliani si ricordano di Piersanti Mattarella, Emanuele Basile, Gaetano Costa. Perché Carlo Alberto Dalla Chiesa è stato sacrificato? E che ne dici di Pio La Torre e di Rosario Di Salvo o Pippo Fava che con le sue denunce ha cercato di svegliare i catanesi, peraltro inutilmente. E Antonino Saetta, Mauro Rostagno. E Rosario Livatino, isolato e massacrato. E Libero Grassi, che non si è piegato alle richieste di pizzo. Chi ricorda Graziella Campagna o Rita Atria? Sappiamo “quasi” tutto delle stragi di Capaci, dove persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Di Cillo. Sappiamo “quasi” tutto della strage di via D’Amelio dove Paolo Borsellino, Walter Cusina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano, Claudio Traina. A chi predicava don Pino Puglisi?
L’elenco sopra riportato è semplicemente un abbozzo, perché i morti di mafia, siciliani e non, sono stati molti di più, e mi scuso con tutti i parenti di quelli che, per motivi di spazio, ho dimenticato.
Quindi non sono solo nostri i morti di mafia: carabinieri, poliziotti, imprenditori, persone che, per necessità o per essersi innamorati di questa terra, si sono sacrificati generosamente.
Dobbiamo finirla con questa suddivisione nord-sud, est-ovest, terroni e polentoni. L’Italia è una sola dal 1860, anche se per molti versi le Italie sono di più, e lo vediamo dalla diversa qualità delle amministrazioni locali.
Non attribuiamo ad altri colpe che sono principalmente nostre, dato che non siamo capaci di farci rappresentare, a livello locale e nazionale, da persone degne di fiducia. E per quanto questa sia una generalizzazione, soprattutto nel contesto attuale, non può essere facilmente smentita.
Un saluto
Mauro Bonaccorso
 
P.S. E’ molto probabile che il “milanese doc” abbia accumulato tutte quelle ricchezze proprio in virtù di un sodalizio con gente di malaffare proveniente dalla nostra terra. 
 
 

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