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 Home page > Tempo Libero > Recensioni > I segreti del Vaticano – Da leggere sotto l’albero di Natale

I segreti del Vaticano – Da leggere sotto l’albero di Natale

Anche la vacanze di fine anno sono una buona occasione per dedicarsi a qualche lettura interessante; il vostro cronista ha letto per voi I segreti del Vaticano – Storie, luoghi, personaggi di un potere millenario di Corrado Augias, editore Mondadori, pagine 317, Euro 19,50.

Un libro sontuoso, pieno di dotta erudizione, che spazia nella Città Eterna ricercandone le tante storie che la riguardano ed i tanti misteri che racchiude. Una lettura piacevolissima e gradevolissima; soprattutto per chi ha già avuto la sorte di viverci e di amarla, la nostra Roma.

Spesso ha il sopravvento l’intento illustratorio architettonico e storiografico, a tal punto che lo stesso autore si sente prendere la mano e si deve limitare per non finire per scrivere una guida turistica. Il suo intento dichiarato è un altro, quello di raccontare la contrapposizione fra carità e ragion di Stato, di mostrare «quale terribile prezzo la Chiesa cattolica abbia pagato per tenere unite la sua missione spirituale e la sua natura politica di Stato».

Dunque qualche breve e rapido accenno alla Roma imperiale e poi giù a capofitto a parlare dell’antico e prestigioso corpo di guardia pontificio reclutato nelle valli svizzere; così come era svizzero il Borromini, esatto opposto del contemporaneo Bernini. E poi la lunga storia della “donazione di Costantino”, forse il più grande falso storico mai congegnato; ed i tanti Papi che si sono succeduti sul Soglio di Pietro ed i tanti palazzi e le tante chiese che ricamano il tessuto urbano dell’Urbe.

Una storia enciclopedica, che si occupa anche delle vicende di principi cattolici inglesi aspiranti al trono d’Albione e di principesse svedesi anche esse pervenute al cattolicesimo, un cattolicesimo di facciata ma ben lontano nella sostanza; eppure soggetti che, per questi meriti così particolari, la Ragion di Stato ha premiato con fastosi monumenti funebri nella stessa Basilica di San Pietro. Sino ad uno strano personaggio appartenente alla “banda della Magliana”, anch’egli con illustre monumento funebre in una della chiese della cristianità.

Per giungere a parlare della Santa Inquisizione e dei libri messi all’Indice, delle strane vicissitudini della finanza vaticana e della sua banca IOR, della vicenda di una ragazza cittadina vaticana svanita nel nulla. Una galleria di episodi che si dipanano in un arco temporale millenario, legati dal file rouge del contrasto fra la missione evangelica della Chiesa e le sue pretese temporali.

Manca, però, del tutto un dato essenziale e questo è una grave menomazione del saggio: manca la storia del pensiero.

Ad esempio in uno degli ultimi capitoli Augias descrive con grande maestria l’Opus Dei; ma chiunque lo legga senza aver sempre presente cosa è stata la gnosi per il pensiero occidentale, finisce per farsene una idea assolutamente distorta. E’ praticamente impossibile capire sino in fondo cosa possa essere l’Opera senza conoscere «La storia che narra di una divinità sottoposta a tentazione, di una Sapienza fallibile di un Dio che vaga, in preda alla follia, errando nel buio da essa creato, dibattendosi nella materia e soffrendo un ardente desiderio dell’anima ; …. ; di un’Anima impigliata e smarrita nel labirinto del mondo da cui cerca di sfuggire spaventata. …. La gnosi come pura memoria della propria estraneità alla terra, dell’irriducibilità della natura umana alla natura delle cose ospitate dalla terra». (Umberto Garimberti). Una storia che l’Occidente ha cercato di rimuovere senza riuscirci del tutto, se ancora Hegel la intravede sotto gli edifici del pensiero occidentale.

Anche il millenario contrasto fra la malcelata simonia di tanta parte della Chiesa e l’anelito mendicante dei suoi Ordini francescano e domenicano non trova posto alcuno nell’epopea di Augias. Eppure, se li mettiamo uno dietro l’altro, abbiamo uomini di pensiero come Alessandro di Hales e Bonaventura di Bagnoregio, come Alberto Magno e Tommaso d’Aquino, come Duns Scoto e Guglielmo di Ockham, come Bernardo di Chiaravalle ed i Vittorini. Per secoli il pensiero degli esponenti degli Ordini Mendicanti della Chiesa di Roma ha coinciso con il pensiero dell’umanità; poi questo è passato per Malenbrache e per Pascal, sino a giungere a Soren Kierkegaard.

Certo a voler tener conto di tutto questo il libro di Augias sarebbe diventato un’intera libreria; ma, la storia della Chiesa di Roma, è lunga e complessa alquanto. Parlarne in termini sintetici non è affatto facile, si finisce per non soddisfare il lettore.

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