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I quotidiani on-line in Italia

Nel complesso un panorama in forte evoluzione con qualche testata che inizia a puntare davvero sulla rete, ma molte che restano al sito-vetrina o poco più. Le reali potenzialità della rete non sono sfruttate a pieno.

I quotidiani on-line in Italia hanno avuto uno sviluppo lento; dovuto alla scarsa diffusione della rete. L’ostacolo principale resta la sfiducia degli operatori economici ancora alla disperata ricerca di un modello di business che senza violare la regola aurea della gratuità della rete possa garantire anche profitto.

Il panorama diventa ancor più sconfortante se si dà un occhiata ai dati sulla stampa on-line diffusi dall’ISTAT, in base ad un indagine pilota svolta nel 2005. (qui i risultati della ricerca ).

 

Le difficoltà economiche risultano evidenti nelle risposte delle redazioni intervistate che collocano al primo posto, tra le strategie possibili per favorire lo sviluppo futuro del settore, il potenziamento della raccolta pubblicitaria (44%), mentre il 19% vorrebbe sviluppare l’ offerta di contenuti a pagamento.

 

Scarsa comprensione delle dinamiche e delle potenzialità della rete risultano, poi, ad es. dal dato sulla frequenza di aggiornamento dei siti. Il 32% dei siti viene aggiornato soltanto una volta al giorno e solo il 31% in tempo reale quando l’ informazione on-line il suo punto di forza proprio nella rapidità e nel flusso continuo 24 ore al giorno (Altra cosa di cui in Italia non si tiene conto: quasi il 70% dei siti non viene aggiornato tra le 1 e le 5; anche se poi ideologicamente per le redazioni stesse (48%) uno dei punti di forza dell’ informazione On-Line è proprio la maggiore tempestività).

 

I dati interessanti sono altri, però, ad es: il 77% dei quotidiani on-line usano un programma automatico per la raccolta e la predisposizione degli articoli in modo completamente automatizzato. Cosa che di certo non va a favore della qualità e dell’ originalità delle notizie, ne mostra una grossa voglia di sfruttare le potenzialità della rete. Scarsa sonsapevolezza del mezzo confermata anche dal dato sul tipo di informazione offerta. Le testate on-line si dichiarano in stragrande maggioranza (70%) generaliste. La rete, al contrario, è il luogo ideale per aggregare comunità intorno a temi di nicchia, penalizzati dalla stampa tradizionale oberata dal problema della distribuzione.

Il dato più sconfortante è quello riguardante i temi principali trattati. La cronaca locale spopola è il tema prevalente del 61% delle redazioni intervistate e il principale è per il 46%

 

Tavola 8 - Temi prevalenti e tema principale

Temi prevalenti (a)

%

Tema principale (b)

%

Cronaca locale

61,0

46,0

Politica

42,0

10,0

Sport

37,0

11,0

Cultura e spettacolo

36,0

7,0

Economia e finanza

26,0

15,0

Cronaca nazionale

22,0

7,0

Altro

14,0

5,0

Scienze e tecnica

7,0

3,0

(a) Percentuale di quotidiani che hanno indicato il tema corrispondente tra i primi tre in ordine di importanza.

(b) Percentuale di quotidiani che hanno indicato il tema corrispondente al primo posto in ordine di importanza.

 

Il resto del mondo sembra del tutto assente.

Ovunque i temi più diffusi on-line sono più o meno questi, ma con la grande differenza che un numero maggiore di utenti e di testate, altrove, permette la formazione di nicchie e testate specializzate di maggiore ampiezza di sguardo e prospettive.

 

Nel complesso un panorama in forte evoluzione con qualche testata che inizia a puntare davvero sulla rete, ma molte che restano al sito-vetrina o poco più. Le testate più attive sono ovviamente quelle a carattere locale. L’ uso delle reali potenzialità della rete resta scarso e, per di più, le testate più istituzionalizzate, spesso preesistenti, dominano l’informazione anche in rete, almeno per quello che riguarda il numero di contatti.

Resta spazio probabilmente per iniziative nuove ed innovative (che dovranno, però, saper trovare un modello economico sostenibile); ma a tutt’oggi sembra che il settore non sia molto effervescente (nonostante dati di lettura in crescita) e che soprattutto manchi la voglia o la capacità di affrontare la trasformazione della professione giornalistica che la rete impone. (da segnalare tra i tentativi di riflessione interni al mondo dell’ informazione Lsdi – Libertà di stampa, diritto all’ informazione)

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