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 Home page > Attualità > Politica > Hillary Clinton arriva a Roma mentre la Lega ce l’ha duro

Hillary Clinton arriva a Roma mentre la Lega ce l’ha duro

Hillary Clinton, segretario di Stato USA è arrivata a Roma pochi minuti dopo la mezzanotte, all’areoporto di Ciampino. Oggi parteciperà alla riunione del gruppo di contatto sulla Libia alla Farnesina presieduta da Franco Frattini. Dopo incontrerà il Presidente della Repubblica al Qurinale e Silvio Berlusconi a palazzo Chigi. Si tratta della seconda riunione di questo comitato dopo la prima avvenuta in Qatar Il 13 aprile. Si parlerà della crisi nel paese nordafricano soprattutto: di un possibile sbocco alla guerra voluta dalla Francia e avvallata dall’Onu e dalla Nato contro Gheddafi e degli aiuti umanitari ai ribelli in cambio di furniture di petrolio.

La Clinton arriva a Roma dopo che è stata sancita la pace tra le due componenti che compongono la maggioranza di governo: Pdl e Lega. Umberto Bossi infatti ha tenuto sulle spine per molti giorni Silvio Berlusconi accusando il premier italiano di non aver informato l’alleato della decisione di parteciapare attivamente ai bombardamenti sulla Libia, minacciando una crisi di governo.

Lo psicodramma che ha coinvolto la maggioranza però è parso perlopiù determinato dalla ricerca di visibilità del Carroccio in vista delle elezioni amministrative di metà maggio, che non da una reale spaccatura in seno al governo.

Ieri dopo il voto alla camera dei deputati che ha ribadito il coinvolgimento dell’Italia nella missione in Libia vincolandoli ad alcuni punti chiave imposti dalla Lega, il ministro delle riforme ha chiosato: "la Lega ha vinto, perché ce l'ha sempre duro", anche se "con Berlusconi siamo sempre amici, abbiamo anche questa volta trovato la quadra". Lo stile è sempre una prerogativa padana. Anche in tempo di guerra.

La Clinton quindi oggi si troverà dinanzi un governo la cui autorevolezza è ai minimi storici, Silvio Berlusconi infatti è passato dal baciamano a Gheddafi a bombardare il suo bunker, dal Trattato di amizia tra Italia e Libia alle incursioni aeree, il Ministro degli Esteri pochi mesi fa dichiarava di considerare Gheddafi un interlocutore affidabile oggi lo dipinge come un dittatore sanguinario che ammazza il suo stesso popolo, il Ministro della Difesa Ignazio La Russa guerrafondaio della prima ora ormai viene fischiato ad ogni evento pubblico a cui partecipa come testimoniano le principali testate on line nell’edizione di ieri.

La “quadra” però secondo il Ministro Bossi sarebbe stata trovata, chissà cosa ne pensa il Segratario di Stato americano.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.205) 5 maggio 2011 19:56

    Cima 309 >

    Le “bombe” non sono tutte uguali.
    Le bombe “sganciate” da Sarkozy, segnala la Lega, sono in grado di procurare nuovi affari e di accaparrare il petrolio.
    Le “nostre” bombe, avverte la Lega, sanno invece  colpire solo “poveracci”, fanno aumentare le tasse e ci riempiono di clandestini.

    Le “nostre” bombe non sono neppure “intelligenti”. Vanno allora usate in “assoluta sicurezza” e soltanto se è garantita la totale incolumità dei civili e dei nostri operatori.
    Le “nostre” bombe hanno anche la “scadenza”, rivela infine la Lega.
    Gli Alleati ci devono quindi “accordare” un “termine temporale certo” entro cui farci smettere di usarle e farci ritornare a “neutralizzare” i radar libici senza lanciare 1 solo missile.

    Con tale “pacifica concretezza” la Lega ha convinto l’intera maggioranza a tenere “Cima 309”.
    Subito dopo, d’accordo con il Gruppo di Contatto, si è deciso, per “non essere estromessi”, di aumentare la “pressione militare” sul regime di Gheddafi.
    Senza usare le “nostre” bombe?

    Le missioni militari non sono il proscenio per “esibizioni muscolari” da Dossier Arroganza

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