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Guida NBA 2015-16 (parte 4 di 6): Northwest Division

Ci siamo. Meno di due mesi di attesa, dopo di che ricomincierà il campionato NBA. La 70° stagione partirà il 27 ottobre allo United Center di Chicago: si affronteranno Bulls e Cavaliers. Per ingannare l'attesa, proviamo ad analizzare le 30 franchigie, una per una, per capire chi ha operato meglio sul mercato e chi può ambire al Larry O'Brien Trophy della prossima stagione.

DENVER NUGGETS

Il team del Colorado non ha attuato praticamente nessun cambiamento rispetto alla scorsa annata, ad eccezione della partenza di Ty Lawson, eccentrico playmaker con limiti fisici e caratteriali ma dal sicuro talento. E' stato sostituito dalla scelta n°7 al Draft Emmanuel Mudiay. Stesso ruolo, altra grande incognita. Per il resto, i punti di forza sono gli stessi: le ali Wilson Chandler e il nostro Danilo Gallinari (entrambi rifirmati a cifre importanti) e il lungo Kenneth Faried. In mezzo, gli interessanti Nick Johnson e Papanikolau, l'incognita Nurkic e i comprimari Nelson e Dorsey. Nonostante la nomina a head coach dell'esperto Michael Malone, non si prevedono grandi scossoni in positivo per Denver, squadra con palesi limiti rimasti irrisolti e con un problema analogo a quello di molte altre franchigie: tanti buoni giocatori, ma nemmeno l'ombra di una superstar.

Voto finale: 5,5

MINNESOTA TIMBERWOLVES

L'ultimo posto della scorsa stagione non deve tarre in inganno: i T'Wolves sono una squadra giovane e molto interessante. Il fallimento della scorsa stagione è da attribuire agli infortuni di Ricky Rubio e Nikola Pekovic ed alla notevole concorrenza nella Western Conference. Quest'estate Minnesota, per la prima volta nella sua storia, ha potuto usufruire della prima scelta assoluta al Draft, decidendo di spenderla per il lungo Karl-Anthony Towns, sicuramente il prospetto più solido e completo del lotto. Non ci sono stati altri movimenti di rilievo: via due comprimari (Neal e Budinger), dentro un pariruolo (Rudez) ed un interessantissimo prospetto europeo (l'MVP della scorsa Eurolega Nemanja Bjelica). In più, il rinnovo del sempiterno Kevin Garnett, al quale la dirigenza ha affidato il ruolo di chioccia per i tanti giovani nel gruppo. Con i nuovi innesti e i vari Rubio, LaVine, Wiggins e Dieng con un'anno in più d'esperienza, il team può essere pericoloso per tutti. Unico enigma: il sovraffollamento nel reparto lunghi: uno tra Pekovic e Dieng (più probabile il primo) potrebbe dover fare le valigie.

Voto finale: 6

OKLAHOMA CITY THUNDER

Il team è essenzialmente quello dello scorso anno: stessi punti di forza, stessi punti deboli. Ma questa volta (si spera) con Westbrook e Durant sani. Se il numero 0 ha dimostrato la scorsa stagione di saper viaggiare su altissimi livelli, "Durantula" dovrà per forza tornare il fuoriclasse che tutti conosciamo se OKC vorrà ambire all'anello (con la sinistra ombra della free agency 2016, quando scadrà il contratto di KD). A guidare i ragazzi in maglia blu non ci sarà più il bistrattato Scott Brooks, licenziato dopo sette anni e sostituito dall'esordiente Billy Donovan. La dirigenza si guadagna una stiracchiata sufficienza con il rinnovo di Kanter, e punta tutto sul duo di stelle supportato da Ibaka. I Thunder non sembrano essere favoriti a Ovest, ma come si suol dire, attenti a quei due...

Voto finale: 6

PORTLAND TRAIL BLAZERS

Poco da dire: Portland è la grande sconfitta di questa off-season. Dopo la decisione di Aldridge di trasferirsi alla corte di Popovich, la dirigenza ha deciso di fare tabula rasa, lasciando partire anche Matthews, Batum e Lopez, e puntando tutto su Damian Lillard. Nell'Oregon è arrivata quindi una mandria di promettenti giovani (Henderson, Harkless, Vonleh, Aminu, Plumlee) a fare da supporto al talentuoso playmaker, ma la squadra sembra debole come mai lo è stata negli ultimi dieci anni. L'unico obbiettivo può essere cercare di ottenere un'alta scelta al Draft 2016. Lo sguardo è completamente proiettato al futuro, possibilmente roseo, ma per adesso il presente è nero, nerissimo. Al momento, ci sentiamo di dire solo un semiserio: "Auguri Damian, davvero..."

Voto finale: 4,5

UTAH JAZZ

La franchigia dello Utah si accoda alle "vicine" Denver, OKC e Minnie, e mantiene pressocchè intatto il roster dell'anno scorso. Il "progetto giovani" iniziato qualche anno fa però sembra essere interessante: l'anno scorso c'è stata l'esplosione di Rudy Gobert, quest'anno ci si aspetta un exploit simile da almeno uno dei vari Burke, Burks ed Exum e conferme da Gordon Hayward. L'unica pecca è non essere riusciti ad attrarre un free agent di livello, ma si sa che Salt Lake City non viene vista esattamente come la città dei sogni dalle star NBA, per usare un enorme eufemismo. A Ovest la concorrenza non manca e sarà difficile puntare ad un posto nei Playoffs, più probabilmente si punterà a confermare l'accettabile 11° posto della scorsa annata, continuando a sperare per il prossimo futuro.

Voto finale: 6

 

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