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Guida NBA 2015-16 (parte 2 di 6): Central Division

Ci siamo. Meno di due mesi di attesa, dopodiché ricomincierà il campionato NBA. La 70° stagione partirà il 27 ottobre allo United Center di Chicago; si affronteranno Bulls e Cavaliers. Per ingannare l'attesa, proviamo ad analizzare le 30 franchigie, una per una, per capire chi ha operato meglio sul mercato e chi può ambire al Larry O'Brien Trophy della prossima stagione.

CHICAGO BULLS

Come ogni anno, non molti cambiamenti vengono effettuati dalla dirigenza dei Bulls nella off-season. Ma quest'anno ce n'è uno, parecchio significativo. Dopo cinque anni, saluta coach Thibodeau, grazie al quale Chicago si era fatta la fama di squadra impenetrabile in difesa ed era tornata in auge. Senza però compiere l'ultimo passo. E allora dentro l'esordiente Fred Hoiberg da Iowa, ultimo di una lista di giovani allenatori (Stevens, Donovan, Blatt, Kerr, Fisher...) che si allunga sempre di più. Riuscirà a non far rimpiangere coach T? Come già detto, praticamente nessuna aggiunta al roster, ma tre rinnovi importanti: Mike Dunleavy, Aaron Brooks e soprattutto Jimmy Butler, eletto Most Improved Player della scorsa stagione. Senza contare la permanenza dei vari Gasol, Noah, Gibson, Mirotic... La variabile fondamentale, però, rimane una sola: Derrick Rose. Se Il più giovane MVP di sempre dovesse tornare ai livelli pre-infortunio, potrebbe essere veramente l'anno buono per Chicago, città che attende un titolo da ormai diciassette anni, data che guarda caso coincide con l'addio di un certo Michael Jeffrey Jordan...

Voto finale: 6,5

CLEVELAND CAVALIERS

Cinque finali consecutive. Questo è il ruolino di marcia di LeBron James, che non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi, soprattutto quando per tre volte ti è mancato l'ultimo step. L'anno scorso ha condotto lì i suoi Cavs praticamente da solo, complici gli infortuni di Irving, Love e Varejao, per poi perdere in sei gare da Golden State, quest'anno vuole riprovarci con la squadra al completo. Il suo rinnovo, come quello di Love, era praticamente scontato, ma il Prescelto ha preteso un supporting-cast di livello ed il prolungamento del contratto di Tristan Thompson, che tarda ad arrivare. La squadra, come detto, è la stessa dell'anno scorso, con gli innesti del fido scudiero di LBJ Mo Williams e dello specialista Richard Jefferson. Con Irving e Love sani (si spera) i Cavs ripartono da assoluti favoriti per vincere la Eastern Conference e per provare a regalare il primo anello ad una città decisamente stufa di perdere.

Voto finale: 6

DETROIT PISTONS

Periodo di magra nella Motown, franchigia storicamente di successo. I tempi dei "Bad Boys" e del titolo del 2004 sembrano così distanti; i Pistons mancano dai playoff da ormai sei stagioni, tutte estremamente fallimentari. Dopo la partenza di Smith e Monroe, il leader definitivo sarà il centro Andre Drummond, al quale si affidano gran parte delle speranze di raggiungere la post-season. Hanno rinnovato il play titolare Reggie Jackson (alla cifra monstre di 16 milioni l'anno), Baynes e Joel Anthony. Sono arrivati via trade il promettente Marcus Morris, l'ala Ersan Ilyasova, lo swingman in cerca di rilancio Danny Granger e il tiratore Reggie Bullock. Quintetto potenzialmente buono, ma manca qualcosa dalla panchina. Una squadra giovane e affamata riuscirà ad evitare l'ennesima delusione e a riportare Detroit dove le spetta?

Voto finale: 6,5

INDIANA PACERS

Guardando ai risultati della stagione appena conclusa, sembra impossibile pensare che solo due anni fa i Pacers fossero i principali rivali dei Miami Heat di LeBron per la corsa alle finali. La causa principale è ovviamente il terribile infortunio di Paul George, in seguito al quale Larry Bird decise di trascorrere un anno di transizione in attesa del ritorno della stella del team. Ma ora, con PG13 voglioso di tornare, la squadra promette bene e la dirigenza è parecchio ambiziosa, come dimostrano il rinnovo di Stuckey, la scelta al Draft del promettente Myles Turner e gli arrivi di Jordan Hill e soprattutto Monta Ellis. Indiana ha fatto sicuramente un buon lavoro, costruendo un pacchetto esterni di tutto rispetto. Mezzo voto in meno per gli addii di Hibbert, West e Scola non adeguatamente rimpiazzati. Con il giovane Turner unico lungo a cui saranno dati minuti importanti, anche i Pacers si accodano alle tante squadre che professeranno la cosiddetta small-ball, tentando di emulare le gesta dei Warriors. 

Voto finale: 7

MILWAUKEE BUCKS

Come si può passare da una stagione da 15 vittorie ad una da 41, scalando dal quindicesimo ed ultimo posto al quinto? Semplice, con un progetto tecnico serio e razionale, improntato sui giovani e ricco di oculatezza, senza trade illogiche o contratti scellerati. Quest'estate, i Bucks hanno fatto due colpacci, assicurandosi Greg Monroe, uno dei free agent più ambiti e rinnovando Khris Middleton. Aggiungeteli a Carter-Williams, Antetokounmpo e Jabari Parker, e otterrete un quintetto che fa davvero paura, dall'età media sotto i 23 anni e con doti fisiche davvero impressionanti. L'innesto di Monroe sembra perfetto per questa squadra: il centro ex-Georgetown è un passatore superlativo per il suo ruolo e i Cervi potranno aprire il campo molto più facilmente; nel contempo, le sue mancanze difensive saranno coperte dall'atletismo dei compagni. Con un coach come Jason Kidd ed una discreta panchina (Vazquez, Miles Plumlee, Henson), Milwaukee può essere veramente una mina vagante ad Est, dove per ora non c'è una vera antagonista dei Cavs. Fin dove possono arrivare?

Voto finale: 8

 

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