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 Home page > Attualità > Politica > Grillo: Salsi e Favia cacciati dal M5s

Grillo: Salsi e Favia cacciati dal M5s

"A Federica Salsi e Giovanni Favia è ritirato l'utilizzo del logo del MoVimento 5 Stelle. Li prego di astenersi per il futuro a qualificare la loro azione politica con riferimento al M5S o alla mia figura. Gli auguro di continuare la loro brillante attività di consiglieri".

Così Beppe Grillo congeda sul suo blog i due consiglieri. ll motivo? Ricorderete il caso di Federica Salsi, consigliera comunale di Bologna, che suscitò le ire di Grillo per aver partecipato alla trasmissione televisiva Ballarò e fu la stessa Salsi in seguito a difendere il suo intervento televisivo dicendo: "Non mi pento di essere andata in credo che sia importante parlare del nostro lavoro. Grillo è il megafono, un punto di riferimento per tutto il movimento. Ma noi siamo nelle istituzioni, nel territorio, ed è giusto che la gente sappia cosa facciamo".
 
Galeotta fu la tv anche per Giovanni Favia, consigliere dell'Emilia-Romagna, che in un fuori onda della trasmissione di La7 Piazza pulita attaccò le politiche organizzative del movimento e accusò Gianroberto Casaleggio di muovere i fili del partito dietro le quinte come un abile burattinaio; successivamente, lo stesso Favia, querelò il giornalista di La7 autore dell’intervista.
 
Eppure guai a parlare di antidemocrazia, infatti proprio ieri il leader del M5s, non solo ribadiva i punti chiave delle Parlamentarie ovvero voto alle donne, costo zero e possibilità di conoscere i parlamentari che forse andranno in Parlamento, ma proponeva anche a tutti i “dissidenti” di lasciare il Movimento con il linguaggio schietto e colorito che lo contraddistingue. Nel video in questione, pubblicato sul suo blog, dichiarava: "Non venite a rompermi i coglioni (a me!) sulla democrazia. Io mi sto stufando. Mi sto arrabbiando. Mi sto arrabbiando seriamente. Abbiamo una battaglia, abbiamo una guerra da qui alle elezioni. Finché la guerra me la fanno i giornali, le televisioni, i nemici quelli veri va bene, ma guerre dentro non ne voglio più. Se c'è qualcuno che reputa che io non sia democratico, che Casaleggio si tenga i soldi, che io sia disonesto, allora prende e va fuori dalle palle". 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.87) 12 dicembre 2012 18:51

    Grillocrazia >

    E’ un dato ufficiale.
    Solo Grillo è la garanzia di una “democrazia digitale”.
    Con il suo sistema di Parlamentarie sono state “fatte 3 cose fondamentali”.
    Avere un voto “libero” e far “conoscere” i prescelti per “discutere” con loro e dare dei “consigli”. Il tutto “a costo zero”.
    Questo è quanto serve conoscere.

    Basta non chiedersi chi e quanti sono stati gli ammessi al voto, quanti i voti “validi” e quanti voti hanno avuto i candidati scelti.
    Basta “discutere” senza toccare temi attinenti al Programma ed alle cose da portare avanti.
    Basta non domandare come si è riusciti ad avere gratis, per 4 giorni, l’indispensabile supporto informatico di mezzi e di  personale tecnico.

    Grillo è categorico: non è dato sapere di più.
    Così deve essere una “forza unita” che è “in guerra” e “con l’elmetto”.
    Così funziona la democrazia on line. Parola di Web Master.
    Chi ha dubbi e si pone delle domande “va fuori”.
    Si sa. La piena “trasparenza” non è contemplata da un Dossier Arroganza

  • Di (---.---.---.26) 13 dicembre 2012 09:33

    Bisognerebbe conoscere la situazione interna al M5S e capire cosa ha causato lo sfogo di Grillo ma sicuramente il suo intervento è stato di cattivo gusto e fuori luogo anche perché permette ai critici di scrivere quello che l’autore di questo articolo ha espresso. Se non si risponde alle domande dei propri iscritti è normale che qualcuno si lamenti. Che poi quel qualcuno lo faccia in buona o in cattiva fede questo rimane da vedere. Purtroppo però, lo ripeto, l’intervento di Beppe Grillo non aiuta, e ha deluso anche quelli come me che nel Movimento ci vorrebbero credere.

    Riguardo alla Salsi, sapeva che non avrebbe dovuto partecipare ad un talk show perché la strategia del movimento è di non creare leader o liderini (anche se questo dovrebbe valere in primis per Grillo).
    Di Favia penso che la sua intervista non fosse un "fuori onda" ma che volesse esprimere in pubblico alcune critiche che poi hanno danneggiato il Movimento. Anche in questo caso bisognerebbe conoscere gli antefatti. Ma come si fà se nel M5S non si possono fare domande?
    Non mi importa nulla di Grillo ma voglio credere nel M5S, purtroppo però avere fiducia non è la stessa cosa che avere fede. Alle domande, che se scomode, o fatte in malafede, bisogna rispondere con educazione ed in modo pertinente.

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