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Grazie Presidente

Sono comparsi questa settimana dei cartelloni del PD che ringraziano il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Purtropppo, per problemi di spazio e grafica, non c'è scritta la motivazione di tanto ringraziamento. Riporto di seguito il testo dettatomi da Bersani in sogno.

Grazie Presidente. Grazie per aver fatto quello che noi non abbiamo saputo fare. Grazie per essere riuscito finalmente a liberare il paese da un governicchio di politicanti. Grazie per averci liberato da una risma di personaggi dediti ai loro interessi, pronti a fare gruppo solo se gli interessi del gruppo non contrastavano con gli interessi dei singoli.

Grazie per aver tolto da tutti i telegiornali italiani ed europei il peggior Primo Ministro della storia, per aver fermato le barzellette sugli italiani e sul bunga-bunga. Grazie per averci tolto dai piedi soubrette, escort e povere ragazze che hanno usato il loro corpo per fare politica, anziché il loro cervello. Grazie per averci tolto dai piedi il legittimo impedimento e averci dato finalmente la possibilità di vedere una giustizia che lavora senza paletti tra le ruote di convegni internazionali inventati ad hoc per saltare le udienze.

Grazie per averci tolto l'impiccio di inventare ogni giorno scuse nuove per evitare di far cadere questo governo. Grazie per averci sollevato dall'onere di mandare all'estero i nostri parlamentari in missioni inutili per poter essere in minoranza anche quando in aula non si presentava nessuno della maggioranza. Più di cinquemila volte è capitato, sa la spesa?

Se non sapessi che è impossibile, penserei che è stato lei, signor Presidente, a mandarci la manna della crisi economica per poter addossare a Berlusconi tutte le colpe, in modo da porte sorvolare sulla nostra incapacità di prendere una decisione seria, di mettere veramente dei paletti sul conflitto di interessi, di mettere mano alla legge elettorale.

Da vero uomo tutto d'un pezzo, come si usava una volta, fedele alla linea della sinistra, anche questa volta ha saputo proteggere il suo partito, il partito che l'ha eletta Presidente della Repubblica, e ha fatto in modo che nessuno di noi c'entrasse con la caduta del governo Berlusconi. Noi sa, fino all'ultimo abbiamo fatto di tutto per non farci vedere e ci siamo riusciti benissimo.

Non siamo intervenuti nelle manifestazioni di studenti (che per la metà non votano, e quindi chi se ne frega), degli operai, delle donne. Non abbiamo raccolto le firme per il referendum sulla legge elettorale. Abbiamo invitato L'Unità a non parlare di tangenti, di mafia e politica, per non disturbare, ma anche per non attirare sospetti. Abbiamo perfino fatto il possibile, questa volta riuscendoci, per perdere le elezioni amministrative nel Lazio per poter favorire Fini e discepoli.

Alla fine abbiamo perfino votato la sua legge di stabilità: sarebbe stato un segnale forte presentarci in aula per non fare mancare il numero legale, ma non votare perché agli atti risultasse che erano loro, PDL e Lega, e solo loro a prendersi carico dello sfacelo in cui consegnavano il paese a Monti. Ma non ce la siamo sentita di una tale prova di forza e abbiamo votato a favore di una legge dura quanto inutile e tardiva.

Adesso, sotto la sua guida Signor Presidente, sosterremo questo governo che nessuno ha eletto, che tutti vedono come il Salvatore e che porterà tutti alla salvezza. Bhé, magari non proprio tutti, magari solo una parte. Sicuramente le banche e poi chi riesce a salire sulle scialuppe. Non ce n'è abbastanza? Pazienza, l'importante è mantenerci ben saldi al bracciolo, volevo dire timone, dell'Italia.

Vedrà, Signor Presidente, che faremo il possibile per evitare le L che vogliono attaccarsi al PD, per evitare i cittadini ed i loro interessi o bisogni. Anzi, già che c'è, Signor Presidente, le saremmo grati se, uscendo, desse due mandate alla porta del Parlamento, così, qui chiusi dentro, nessuno ci disturberebbe.

Grazie ancora Signor Presidente.

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