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Granatieri di Sardegna, 350 anni di gloria

I "Granatieri di Sardegna"

A Torino, il 18 e 19 aprile corrente, verrà celebrato il 350° anniversario della fondazione del Corpo "Granatieri di Sardegna", in occasione del 29° Raduno dell’Associazione Nazionale.

Parlare dei "Granatieri di Sardegna" significa evocare il più antico Corpo militare d’Italia, un Corpo di élite, che, per secoli, ha servito la Patria con grande abnegazione e senso del dovere.

Fondato a Torino il 18 aprile 1659 ad opera di Carlo Emanuele II, quattordicesimo Duca di Savoia, al fine di rinforzare il proprio esercito, il Corpo ha assunto inizialmente il nome di "Reggimento delle guardie". E appunto alle guardie si ispira il "motto" dei Granatieri, il quale ha origine nel 1848 a Goito, nel corso dell’assalto condotto dall’allora Duca di Savoia Vittorio Emanuele II contro le truppe austriache, al grido: "A me le guardie, per l’onore di Casa Savoia ! " Ridotto, dopo la proclamazione della Repubblica, al celebre motto: "A me le guardie ! "

I "Granatieri di Sardegna" si caratterizzano anche per il particolare distintivo, costituito da una croce rossa, con quattro teste di moro bendate, e una granata d’oro al centro. La raffigurazione di tale distintivo si collega a gloriose vicende della Sardegna e ad uno storico vessillo sardo che vuole ricordare le quattro vittorie riportate dai Sardi sugli Arabi invasori nelle battaglie di Sanluri, Sulcis, Torres, e Campo Bianco, rispettivamente negli anni 720, 809, 813 e 849. In ciascuna di queste quattro battaglie i vincitori sardi mozzarono la testa al Comandante dei mori invasori, infilzandola poi ad una pertica, in segno di trionfo.



I Granatieri furono impiegati in servizi d’onore e di scorta del Sovrano, ma hanno combattuto gloriosamente in un numero infinito di battaglie, distinguendosi sempre per la loro fedeltà alla bandiera italiana e alla Patria.

Hanno preso parte alle tre guerre d’indipendenza, alla repressione del brigantaggio e alle due guerre mondiali. E’ ancora vivo nel ricordo di tanti cittadini italiani la dura repressione che nei giorni 8, 9 e 10 settembre 1943 essi fecero contro l’occupazione di Roma da parte delle truppe tedesche.

Molti Granatieri perirono e molti altri (erano del 3° reggimento) furono inviati, ignari e incolpevoli, nei campi di prigionia in Germania e in Polonia. Alcuni di essi tornarono in Patria nel 1945, minati nel fisico ma sempre indomiti e fieri di portare ancora gli alamari sul colletto dei loro sdruciti cappotti.

E’ giusto e doveroso ricordare oggi questi gloriosi "Granatieri di Sardegna" che ancora svolgono, dopo tre secoli e mezzo dalla loro fondazione, non solo i tradizionali compiti di rappresentanza, ma anche quelli, ben più importanti, relativi all’impegno per il mantenimento della pace, salvaguardando in silenzio le istituzioni e i valori della società italiana.

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