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Governo Letta: la nascita del Partito Democratico Berlusconiano

Con 453 voti favorevoli, il governo Letta ha incassato la fiducia alla Camera. I numeri sembrerebbero confortare il nuovo esecutivo, tuttavia le ideologie politiche, apparentemente contrapposte dei due schieramenti, dovrebbero ben presto far emergere posizioni inconciliabili; almeno in teoria. In pratica, invece, stiamo assistendo alla nascita di una nuova forza politica: il Partito Democratico Berlusconiano.

La fusione tra “super-sayan” è ultimata, ma stavolta non si tratta di Goku e Vegeta (personaggi del manga Dragon Ball). Il dragone ha la testa di Enrico Letta (premier) e il corpo di Angelino Alfano (vice-premier e ministro degli Interni). Il nuovo governo sarà quindi dotato di superpoteri, vista la schiacciante maggioranza numerica che potenzialmente dovrebbe garantire governabilità al nuovo esecutivo. Naturalmente il condizionale è d’obbligo: vista l’esperienza maturata durante la travagliata elezione del Presidente della Repubblica. 

Si tratta di una scelta dolorosa ma necessaria per la sopravvivenza dei partiti tradizionali: al fine di preservare l’attuale sistema politico, essi hanno gettato la maschera dimostrando di essere due facce della stessa medaglia. La partitocrazia era all’angolo e l’unica via di salvezza consisteva nel rinnegare tutti gli ideali di partito, che negli ultimi vent’anni vedevano il Parlamento italiano diviso tra sostenitori e critici di Silvio Berlusconi. 
 
Il berlusconismo, dunque, non si è estinto, anzi lo spirito del “giaguaro” ha prima posseduto Pier Luigi Bersani inducendolo al suicidio politico, per poi insinuarsi in tutto il Pd; verso una metamorfosi politica che ha dato alla luce una sorta di Partito Democratico Berlusconiano. Si tratta comunque dell’ultima, definitiva, prova d’appello per la partitocrazia, un ulteriore fallimento riformista potrebbe decretare la fine del sistema politico italiano basato sui partiti.

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