Gli sprechi di Alemanno: 1milione e 600mila euro per far lavorare 16 rom

Presentata dall'Associazione 21 luglio una ricerca sui rom e il lavoro a Roma. Soldi dati a pioggia e mancanza di progettualità; ai rom impedito l'accesso ai diritti fondamentali.
Tra il 2010 e il 2011 il Comune di Roma ha finanziato tre progetti di inclusione socio-lavorativa rivolti a 125 rom: il progetto RETIS, costato circa 300.000 euro, che ha visto il coinvolgimento di 18 rom, il progetto Form on the job che è costato 220.000 euro con 30 rom partecipanti e il progetto di pulizia all'interno dei «villaggi attrezzati» che è costato 1.100.000 euro e nel quale sono stati coinvolti una ottantina di rom.
A fronte di una spesa totale di 1.600.000 euro, i diversi progetti di inclusione lavorativa hanno visto, al loro termine l'assunzione di soli 16 rom, con un costo pro-capite di circa 100.000 euro. Nel valutare i tre progetti i ricercatori dell'Associazione 21 luglio (Angela Tullio Cataldo con la collaborazione di Carlo Stasolla e Andrea Anzaldi) hanno cercato di tenere conto non solo dell'attuale situazione lavorativa dei rom coinvolti, ma è stato attribuito un forte valore all'inclusione sociale generata dalle esperienze dei percorsi di avviamento professionale, alla fruizione dei diritti sociali legati al lavoro e al cambiamento effettivo nelle vite e nelle famiglie degli intervistati.
Alla luce di questi parametri, se appare più efficace il progetto RETIS, progetto di avviamento al lavoro indirizzato non esclusivamente ai rom e realizzato in un ambiente eterogeneo, colpiscono le dinamiche presenti nei progetti finanziati dal Campidoglio riguardanti di pulizia degli insediamenti, dove, secondo i riscontri effettuati, sembrerebbe che, in mancanza di criteri chiari e senza progettualità alcuna, finanziamenti "a pioggia" siano stati elargiti a sedicenti rappresentanti dei rom al fine di favorire trasferimenti di comunità rom e chiusure di insediamenti.
La mancanza di controlli da parte dell'amministrazione capitolina, l'assenza di una progettualità a lungo periodo, la poca chiarezza nei criteri di assunzione rappresenterebbero i punti critici di una politica del lavoro rivolta alle comunità rom che, in rapporto agli investimenti erogati, appare fallimentare.
«Un progetto di accompagnamento al lavoro - conclude la ricerca - affinchè sia efficace non deve necessariamente essere dispendioso. E' anzitutto fondamentale che esso venga svolto dai rom in un ambiente diverso da quello, fortemente segregativo, dei "campi" e che preveda un valido accompagnamento».
«E' necessario che il Comune di Roma - ha dichiarato l'Associazione 21 luglio nel corso della presentazione - riesca ad impiegare le proprie risorse per offrire alle comunità rom le opportunità per partecipare pienamente alla vita economica, sociale e culturale della nostra città, per godere di uno standard di vita e di benessere considerati normali e per poter accedere ai propri diritti fondamentali».
Puoi leggere l'intera ricerca scaricando il documento pdf in basso.
Foto di Alessandra Quadri
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