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 Home page > Tribuna Libera > Gli indignati d’America e i fratelli europei

Gli indignati d’America e i fratelli europei

L'America si sveglia e riparte indignata anche lei contro quella parte che l'ha resa famosa: l'economia.

Wall Street e la lobby che conta sono condannate dalla massa che sfila per le vie di New York e incazzata nera sferra anche ai fianchi di Obama pugni che sanno di conti sospesi da molto tempo.
 
Forse fin dal fallimento della Lehman Brothers che regalò al mondo intero il crollo delle borse mondiali e il panico generale. Forse gli indignati d'America hanno dalla loro la consapevolezza di non essere soli e allora ci danno dentro come non mai, aspettando che i fratelli europei, il 15 ottobre, dettino le regole del nuovo mondo sociale che vorremmo un po' tutti noi.
 
Un mondo fatto di equità e di scelte non scellerate che hanno permesso alla Grecia di nascondere i bilanci (forse anche la Germania) e di far cadere in recessione la terra delle isole e del turismo. Le manifestazioni avranno dalla loro un giusto punto in comune: l'indignazione generale per tutti i politici del mondo (o in parte... ma chi si salva?) e la voglia di essere coesi grazie alla tecnologia anche per sconfiggere i lupi cattivi che ci governano.
 
In Italia gli indignati avranno dalla loro molti motivi per farsi sentire: un Governo di "libertini", di scopi (o scopate, fate voi) non raggiunti e di una classe molto mediocre che ostacola chi dei giovani politici vuole farsi sentire. Allora indigniamoci, ma operiamo anche fattivamente per far in modo che il mondo odierno possa cambiare e che il futuro possa sorriderci con allegria e ci faccia scordare le tribolazioni che stiamo vivendo.

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