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Gli arancioni: che fare?

 

 
 

A quanto pare la lista arancione ci sarà, ma le cose non sono affatto semplici. Conosco molti dei promotori della lista, a cominciare da Antonio Ingroia di cui sono stato consulente e con il quale ho sempre mantenuto un ottimo rapporto personale; per di più, nella lista confluiscono gruppi e forze politiche che sono una parte significativa della mia vita militante, la cultura politica di molte componenti è sicuramente quella più vicina a me, per cui ho ottime ragioni per guardare con simpatia a questa aggregazione ed augurarle il miglior successo possibile. Sfortunatamente temo che i miei auguri siano destinati ad essere disattesi: spero che la lista riesca ad entrare in Parlamento ma temo fortemente che la partita sia molto gravemente compromessa

In primo luogo mi pare una sorta di adunata dei refrattari, che mette insieme genuini tentativi di rinnovamento politico con il riciclaggio di vecchi apparati, il tutto nel segno della massima disomogeneità politica, salvo l’atto di fede nel condottiero. Messa così, sembra che anche gli arancioni abbiamo trovato il loro Uomo della Provvidenza

Capisco che quando si assembla una cosa così confusa ed affrettata ci voglia un nome di richiamo per attirare gli elettori, ma qui il rischio è che il nome faccia da foglia di fico alla nudità programmatica dell’operazione. Ingroia, peraltro, ci mette del suo. Proprio perché gli sono amico mi permetto di parlare in questo modo (che peraltro è l’unico che conosco, non essendo abituato a fare sconti a nessuno): sta esagerando a fare il prezioso. Ha già perso troppo tempo a dire “forse sì, forse no. Ora mi consulto”. A questo punto, peraltro, che altra scelta avrebbe? Tornare a fare il magistrato, come se niente fosse, dopo essere stato il quasi candidato alla Presidenza del Consiglio di uno schieramento politico? La vedo un po’ dura.

Poi, personalmente non sono d’accordo con la sua tesi del diritto del magistrato a fare politica militante e candidarsi. Beninteso: Ingroia e De Magistris sono solo gli ultimi di una lunghissima serie diventata alluvione dopo il 1994 e sia a sinistra che a destra. So che la Costituzione non prevede nulla in proposito, ma a me non farebbe nessun piacere essere indagato da un Pm che è stato capolista di Forza Nuova o del partito di La Russa, ed allora perché un cittadino con simpatie di destra dovrebbe gradire un pm che ha capeggiato una lista di sinistra? Non è una cosa contra legem ma un minimo di senso dell’opportunità suggerirebbe un comportamento diverso.

E meno che mai mi convince che un quasi candidato che ancora non sa se sì o no, proponga un suo decalogo. Come dire “se mi volete, questa è la vostra linea politica”, cos’è? L’Agenda Ingroia?! Però è anche vero che questo melange di relitti di naufragio (Rifondazione, Pdci, Idv, forse Verdi ecc.), di micro movimenti ed associazioni di Lilliput, politicamente non esprime nulla. Che idea di società ha? Che analisi della crisi? Che proposte sull’economia e la finanza? Zero, più Zero, più Zero, nella speranza che la somma faccia qualcosa.

Insomma quando Fassina dice “non abbiamo capito che pesci siete”, non è che abbia tutti i torti. E così l’unica cosa che mette d’accordo tutti è la lotta alla Mafia. Non che il tema non sia importante (e non credo che nessuno possa accusarmi di essere poco sensibile alla questione), ma non è l’unico e nemmeno il primo in ordine di importanza, vogliamo dircelo?

Poi questa cosa così abborracciata all’ultimo momento non promette bene: siamo a 59 giorni dal voto e non sappiamo né che nome avrà, né che simbolo, né quale è il programma, né chi saranno i candidati e tantomeno come saranno scelti o come funzionerà questo polpettone il giorno dopo le elezioni. Non sappiamo neppure se il polo sarà indipendente da quello del Pd per propria scelta o perché è il Pd a non volere arancioni fra i piedi.

Mi sembra una riedizione minoritaria e peggiorata dell’Arcobaleno anzi, per essere sincero, mi ricorda troppo da vicino l’infelicissima esperienza di Nuova Sinistra Unita (e chi ha vissuto quella esperienza sa cosa sto dicendo). Per di più, con questo sistema elettorale, l’operazione è molto ardua: se gli arancioni si apparentano con la coalizione Pd, gli basterebbe il 2% per entrare in Parlamento, ma rischierebbero di perdersi per strada la metà dei già radi consensi, se stanno fuori, fanno il pieno, ma devono raggiungere il 4%.

Insomma: probabilmente li voterò, ma con molto scetticismo sulla riuscita.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.12) 28 dicembre 2012 17:29

     In parte hai ragione, se non avesse dietro Ferrero, Diliberto e Di Pietro lo voterei senza alcun dubbio pure io.In ogni caso per te è sempre meglio che votare per il neofascista Grillo 

  • Di Giacomo Nigro (---.---.---.104) 29 dicembre 2012 09:42
    Giacomo Nigro

    Comunque occorrono regole, per garantire la democrazia, per permettere cioè ai normali cittadini di candidarsi, anche se il tempo è obiettivamente (e non a caso) poco, occorre assolutamente darsi delle regole, in particolare sulla proposta di nomi per la lista elettorale. Ignorare questa esigenza primaria sarà causa di fallimento, morte nella culla, del movimento perchè pregiudicherà la raccolta delle firme per le candidature "civili". Se si vuole vincere è indispensabile riconoscere la diversità. Negarla implica la sconfitta. Cerchiamo di non farci del male.

  • Di (---.---.---.106) 30 dicembre 2012 11:51

    Non mi pare che il consesso dei partiti complessivamente abbia in 60 anni saputo esprimere di meglio! Circa i tempi più recenti qualcuno (compreso Monti ed il PD) ha espresso una analisi della crisi ? Identificandone i veri estremi ? Sottolineando che si assiste all’affievolimento delle istituzioni statali (sintesi della cittadinanza) a fronte dei gruppi finanziari multinazionali espressione del mercatismo estremo per i quali gli individui sono solo visti come consumatori (da depredare) ?

    Quale visione di politica economica ed industriale ne è uscita ? Quale valore dell’umanità ci è stato proposto ?

    UN BEATO NIENTE !! SACRIFICI RICHIESTI A SOLITI (piccoli imprenditori, artigiani, lavoratori...) ben sapendo che di fatto si è operato per tentare di tappare i buchi di un sistema FALLITO (letteralmente)

    Diciamolo chiaro il conflitto di interesse che ha avuto la sua espressione apoteotica con Berlusconi è ben radicato e trasversalmente nel sistema partitico.

    RIVOLUZIONE CIVILE significa stravolgere il sistema putrefatto delle relazioni di interesse per creare un quadro di sociale retto da regole reciprocamente riconosciute che tutelino la libertà individuale nei confronti di tutti i potentati, le corporazioni le associazioni di potere mafioso e paramafioso che permeano gli attuali apparati politici, industriali e finanziari.

    • Di Giacomo Nigro (---.---.---.146) 31 dicembre 2012 10:41
      Giacomo Nigro

      Il movimento arancione è al momento ancora in alto mare, spero che nei prossimi giorni venga un po’ di sole anche per loro, nonostante “l’appropriazione” di un simbolo comune come il quarto stato di Pellizza da Volpedo e quel cognome sparato a caratteri cubitali; a me il motto RIVOLUZIONE CIVILE… sembra partire un un passo falso, ma i tempi sono rapidi e i prossimi giorni potrebbero smentirmi, io lo spero!!!

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