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Gli Yes Men al potere

Sono stati sempre gregari, sempre colonnelli mai generali. Non hanno mai avuto una vista tanto acuta per guardare oltre il contingente. Sono gli “yes man”. La politica Italiana ne ha sempre prodotti a quantità industriali. Il premier Silvio Berlusconi ne annovera un numero elevatissimo nella sua coorte. I vari Bondi, Cicchitto, Lupi, Quagliarello, e tanti altri (nominarli tutti risulterebbe un’impresa titanica) hanno sposato in pieno la causa del loro capo ed hanno azzerato la loro coscienza critica per servire una causa superiore, che non contempla pensiero e dissenso ma solo azione. Adesso a questi pretoriani, su cui da sempre può contare Berlusconi si sono aggiunti gli ex colonnelli di An. La Russa (ministro della Difesa), Matteoli (ministro delle Infrastruture), Gasparri (Capogruppo del al Senato), Mantovano ( sottosegretario al ministero dell’ Interno) Alemanno (Sindaco di Roma) si sono infatti aggregati alla pletora del pensiero unico berlusconiano, sotto i fumi della sbornia di potere che li vede protagonisti. Per salvaguardare le loro posizioni di controllo, sono disposti a misconoscere il loro ex ledear, Gianfranco Fini, cui fino a pochi anni fa facefano professione di fede e puntellare il governo del nuovo “idolo”.
 
Gli yes man sono fatti così: seguono la stella polare più grande e luminosa, il piffero più suadente, non importa dove esso conduca e se porti alla rovina. Gli Yes man sono troppo occupati a dire sì a quello che il nuovo capo propina, per fermarsi un attimo a riflettere. Gli yes man si ammantano di valori quali: patria, famiglia ed indisponibilità della vita per coprire l’inconsistenza delle loro posizioni politiche. Perché la complessità è difficile da gestire e le loro menti non possono concepire soluzioni articolate che contemplino posizioni distanti dalle loro.
 
Le idee, inserite in un dibattito aperto e democratico, normalmente cambiano, mutano si evolvono secondo differenti varibiali, circostanze ed eventi storici. 
Gli yes man invece rimangono ancorati alla voce del ledear più potente di turno, incagliati nelle loro idee, schiavi del loro pensiero.
 
In Italia in questo periodo si sono uniti il miglior Pifferaio che c’è sulla piazza e i più accaniti gregari che egli poteva desiderare.
 
Speriamo che una nuova musica, di una rinnovata orchestra, si levi forte nell’aria e rompa questa insana unione che deprime tutti noi e l’Italia intera. 
 

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