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Generazione a costo zero

Tremila giovani si presentano in Veneto, per sostenere l’esame per un posto di infermiere a tempo indeterminato.Sono arrivati da tutta Italia, su autobus affittati in condominio per realizzare un sogno: lavorare. Il lavoro è un diritto o un sogno? L’art. 1 della nostra Costituzione recita: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. Ma il tempo passa e, mentre l’Italia sprofonda sotto il peso di una crisi crescente, quell’art. si è trasformato in “L’Italia è una Repubblica delle banane fondata sulle ingiustizie, la disoccupazione e la perdita di diritti”. Una fase così nera la nostra, che invece di indurre i giovani a protestare per un minimo di diritti, li porta a compiere le trasferte della speranza.

Un’accettazione passiva, una rassegnazione nel subire una situazione pesante; e di concorso in concorso il tempo passa. Eppure ad Hong Kong i giovani sono scesi in piazza per protestare contro una riforma elettorale i cui candidati sono stati designati dal partito di Pechino, mentre in Italia non solo ci tolgono la possibilità di votare con leggi truffa che aboliscono istituzioni di democrazia come il Senato, ma tutto passa sotto silenzio inosservato, come se non stesse succedendo da noi. Giovani che cresciuti inseguendo il mito berlusconiano hanno continuato a farsi “precarizzare”, per guadagnare il minimo e che anche difronte all’abolizione di un diritto tacciono in massa. Ci si chiede il perché. E forse la risposta più semplice è che ci sono giovani di serie A, come il Renzino e di serie B, figli di nessuno che devono guadagnarsi anche l’aria che respirano, che non hanno diritto ad un’istruzione come Dio comanda e che tuttalpiù, di questo passo, riusciranno a fare gli stallieri o i pulisciscarpe per i rampolli della borghesia, ai quali spettano scuole di tutto rispetto, specializzazioni all’estero e di conseguenza posti subito e dirigenziali.

Renzi lavora per loro, come a suo tempo il padre fece con lui facendolo diventare dirigente della sua azienda di famiglia. Abolire l’art. 18 ha i suoi vantaggi. Con la scusa di creare lavoro i posti messi in palio per i nullatenenti comporteranno salari bassi che non risolveranno il problema, ma creeranno schiavi con un posto fisso, mentre l’economia ripartirà e si potrà dire che il rivoluzionario ha spostato le lancette dell’orologio indietro di 150 anni, realizzando il sogno berlusconiano di una società classista, dentro la quale non tutti siamo uguali, perché c’è chi può e chi non può e chi non può deve tacere e sottostare. Ma i giovani in questo marasma capiranno che i sogni non sono per tutti? C’è chi può sognare in grande e chi, a malapena, riesce a chiudere gli occhi per afferrarne mezzo.

Foto: mOrganfuse, Flickr

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