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General Motors rivoluziona gli stipendi

Legare il salario degli operai sindacalizzati al loro rendimento ed alla situazione finanziaria dell'azienda.

E' questa la novità chiesta da General Motors che innova le retribuzioni e introduce un modello di flessibilità a beneficio della redditività.
 
Questo eliminerebbe il rischio di aumenti significativi delle paghe in un momento in cui l'azienda non va bene, come spiega il vice-presidente di GM Stephen Girsky al Salone dell'Auto di Detroit: "Prevediamo un elemento di pay for performance, che in futuro aumenterà ancora".
 
Inoltre i sindacati e le Case automobilistiche studiano la possibilità di una condivisione degli utili che consenta ai lavoratori anche di beneficiare dei miglioramenti dei risultati del settore.
 
Una soluzione che sarà al centro delle prossime trattative tra le imprese e la United Auto Workers (il sindacato statunitense dei lavoratori dell'auto).

Il presidente della Uaw, Bob King, si è dichiarato "disponibile ad esplorare varie alternative".

Che differenza con la nostra Fiom!

Da tempo, gli aumenti salariali degli operai del settore auto sono legati solo all'anzianità ed alla mansione svolta.

L'amministratore delegato di GM, Dan Akerson, si è espresso in modo favorevole per "un sistema di retribuzione variabile per incentivazione", mentre secondo Harley Shaiken, docente all'Università di Berkeley in California, "si tratterebbe di un grande cambiamento e la questione riguarda semplicemente il datore di lavoro ma anche il modo in cui si modificano le condizioni".
I vertici di Gm inoltre hanno affermato che la maggior parte del proprio compenso è legato al rendimento.
 
Intanto il prezzo delle azioni di Gm ha ottenuto un recente incremento, segno positivo per la buona salute dell'azienda, che interessa da vicino l'amministrazione Obama, per via della partecipazione statale che intende dismettere in futuro.

Ron Blom, referente del Tesoro per Gm, ha affermato che il governo è lieto della performance dei titoli del produttore auto, manifestando l'intenzione di vendere il resto delle proprie quote nella società, operazione prevista per il 2012.

A novembre il Tesoro americano ha già ridotto la quota in Gm dal 61 al 26,5%, per cui l'aumento del prezzo, nell'ottica di una prossimatotale uscita, rappresenta senza dubbio una buona notizia, che Stephen Girsky non nasconde:

"Quando il governo uscirà completamente di scena sarà un gran giorno".
Il passaggio non sarà così semplice, considerato che il Tesoro americano deve ancora recuperare circa 50 miliardi di dollari stanziati per il salvataggio di General Motors.

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