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 Home page > Tempo Libero > Incredibile ma vero! > Gatti e riconoscimento facciale: il tramonto dell’Occidente

Gatti e riconoscimento facciale: il tramonto dell’Occidente

L'ultima trovata che risolverà l'ennesimo bisogno indispensabile dell'uomo è una macchina che nutre i gatti. E non solo.

Gatti.

Basterebbe questa parola, gatti, per descrivere la contemporaneità. Avere un gatto, filmare un gatto, guardare un gatto, essere un gatto. Gatto può fare da complemento a qualsiasi verbo. L'uomo e il gatto, nell'era di Internet, sono migliori amici. Se scrivo "video" su google, il motore di ricerca tenta di convincermi con tutto se stesso che devo cercare "video di gatti". "E i cani allora?", obietterete. Ma è il momento di smetterla con questa assurda competizione. Anche i cani sono importanti e hanno segnato la storia dell'uomo: è Argo che riconosce Ulisse al suo ritorno nella petrosa Itaca.

Ma oggi parliamo di gatti.

C'è infatti un problema che assilla il ceto medio statunitense: le abitudini alimentari dei felini domestici. Un problema annoso e tuttoggi irrisolto, a cui una startup di San Mateo, California, ha deciso di porre fine.

La soluzione? Bistro, una macchina che dà da mangiare ai gatti e che è in grado di monitorare le loro abitudini alimentari. Bistro può accorgersi dei cambiamenti di peso dei vostri a-mici e consentirvi di sapere se mangiano quando non siete a casa. Cosa c'è di più importante per un lavoratore impegnato tutto il giorno in ufficio, che sapere se intanto il gattino a casa mangia tutto e bene? Con la Bistro app, il supercomputer-gattaro ci comunica, in tempo reale, tutto sulla pappa dei felini e ci suggerisce anche eventuali cambiamenti di dieta. In più, nel nome della trasparenza, ci invia le immagini in streaming della bestiola mentre mangia: un'opzione di fondamentale importanza per decretare il tramonto della civiltà occidentale.

La cosa più inquietante di questa macchina che risolve quella che fino ad oggi è stata una vera e propria tragedia mondiale, è che Bistro funziona con il riconoscimento facciale.

L'inventore del prototipo, Mu-Chi Sung, ha impiegato due anni per mettere a punto il sistema di scanning che identifica il muso del vostro gatto. Così, se avete tanti gatti, saprete chi sta mangiando cosa. Tutto qui. Apparentemente il riconoscimento facciale serve solo a questo.

Se pensate che in due anni si sarebbero potute fare molte altre cose, avete ragione. Ma non sottovalutate le conseguenze di Bistro: l'idea è stata lanciata su Indiegogo, il portale in cui gli americani raccolgono le cifre più assurde per le idee più infami, e ha già superato cifra 100.000 dollari.

Esisterà finanche un social network dei gatti su cui Bistro condividerà in automatico aggiornamenti, foto e video delle attività feline. Inoltre, il supercomputer sarà in grado di suggerire la dieta giusta per gli animali e stabilire in automatico le quantità di cibo in base alle variazioni delle abitudini alimentari. In pratica, considerando che i gatti cacano e pisciano in autonomia e si lavano da soli, con la macchina che gli dà anche da mangiare, per i possessori di gatto responsabilità e fatica saranno ridotte a zero. Il gattino diventa un vero e proprio tamagotchi che si può far gestire in outsourcing.

All'origine di questa idea c'è però una storia di straordinaria umanità. Mu-Chi Sung aveva tre gatti. Uno dei tre ha smesso di mangiare dopo aver contratto una pancreatite, ma Sung non se n'è accorto finché non era troppo tardi. Al gatto hanno dovuto amputare le zampe posteriori (fortunatamente aveva quattro zampe motrici). “I gatti mangiavano tutti dalla stessa ciotola, così non ho mai potuto capire chi mangiasse e chi no”. È da questo trauma che Sung ha avuto l'idea del secolo: due anni e centomila dollari dopo il suo sogno è diventato realtà.

Bistro sarà in vendità per 249 dollari e Sung fa sapere che è stato contattato da persone disperate che vorrebbero la versione per cani, peci rossi, coccodrilli, piccoli serpenti, orango tango e un'aquila reale. Più complesso da sviluppare il modello per leocorni.

Sui problemi legali connessi alla privacy, i gatti non si sono ancora espressi. La macchina creerebbe in effetti un problema di diffusione di informazioni private e di tracciabilità dei musi.

Ma a quel punto Mu-Chi Sung potrebbe inventare un'altra macchina, in grado di proteggere la privacy dei gatti. E così via, all'infinito, finché non ci sarà un'apocalisse zombie.

 

Foto di Laurinhan Lii/Flickr

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