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 Home page > Attualità > Società > Bisogna essere fan di Matteo Salvini senza mai perdere la tenerezza

Bisogna essere fan di Matteo Salvini senza mai perdere la tenerezza

Come tutti i quarantenni di oggi, anche Matteo Salvini, segretario giovane e incazzoso della Lega 2.0, ha una pagina facebook, che gestisce orgogliosamente da solo. Qui, Matteo può arrivare a scrivere fino a 9 status al giorno, in preda a un disturbo della personalità che lo costringe a far sapere ai suoi 200.000 fan tutto quello che vede, sente, pensa e odora durante le sue faticose giornate.

Diamo un'occhiata al suo profilo per farci un'idea della Lega ai tempi del social media marketing.

Il segretario comincia qui con un'inquietudine umanitaria: “Epidemia di ebola in Africa Occidentale, siamo a oltre 500 morti”, per poi virare repentinamente su una sua personale preoccupazione “Chi controlla la salute delle migliaia di immigrati che sbarcano?”, che grazie alla logica stringente della silloge lo fa approdare al cuore della questione: “a casa loro”. Tutta l'argomentazione converge ed esplode, catartica, nel sintagma “a casa loro”. Salvini conosce bene la Poetica di Aristotele, e si vede da come padroneggia gli effetti di rovesciamento e sorpresa.

Ma siamo solo all'inizio.

Il Comune di Milano non lavora davvero (ma lavora con le virgolette) se si occupa di MOSCHEE (maiuscolo per i fan ipovedenti). Lui dice No, e dopo adduce una motivazione teologica: dice no solo “finché l'Islam verrà usato non come religione ma come modo di imporre leggi ed idee contrarie alle nostre Libertà” (immancabile iniziale maiuscola), poi quando il suo senso di ragno gli farà capire che l'Islam sarà finalmente “usato” come religione, allora dirà sì.

Segue uno status con parole e concetti casuali e controintuitivi.

Al Salvini retore e teologo fa seguito il Salvini d'inchiesta, che si reca nel Centro d'accoglienza di Mineo, Catania. Il centro è stato allestito su un residence che quindici anni fa ospitava le famiglie dei militari statunitensi di stanza a Sigonella. Matteone posta le foto della sua spedizione all'interno del campo. Perché? Per suscitare l'indignazione del suo popolo. Le condizioni in cui vivono i richiedenti asilo nei centri d'accoglienza sono infatti scandalose. Hanno perfino i giochi per i bambini.

Indovinate un po' l'effetto di questa ars retorica sui poveri fan della pagina.

Altro scandalo nel Centro di Mineo: c'è la possibilità di fare foto per i Passaporti, utilizzare “servizi wi-fi” e vi sono perfino “ristoranti”:

Qui un'elettrice non ci vede più dalla rabbia e grida alla vergogna.

Con un volo pindarico da urlo, l'utente associa i lussuosi servizi del centro d'accoglienza alla sua tragica condizione: lei è costretta a vivere in 45 miseri metri quadrati mentre quei bastardi possono perfino farsi le foto per il passaporto!

Ma il meglio deve ancora venire. Perché il nostro Salvini reporter fa lo scoop del secolo.

Ai “poveri immigrati” non manca niente. Possono perfino sentire la musica, gli schifosi, e possono andarsene in giro liberi come se niente fosse dalle 8 alle 20. Capite? Non hanno commesso alcun reato, ma possono comunque andarse in giro dalle 8 alle 20. E agli italiani chi ci pensa?

Ci pensa lui, il questionante, Matteo Salvini, con le sue grandi domande.

Che risposte si aspettava? Io speravo in due o tremila “No” o anche “No, Matteo, non esageri!” e invece un sacco di fan sono partiti per la tangente e sono andati fuori tema.

Al re dei punti interrogativi, comunque, non sfugge l'esigenza di affermare anche cose nette e decise.

L'11 luglio si pronuncia in un capolavoro di retorica in cui mette insieme la sua povera Milano (il possessivo spinge all'identificazione), la violenza sessuale, i romeni, lo Stato impotente, i bravi servitori della patria che troppo spesso hanno le mani legate, e la CASTRAZIONE CHIMICA (sempre per ipovedenti), una delle formule più ricorrenti nella storia dei social network in Italia.

Chapeau per Matteo, che con 27.000 e passa like dimostra che la Lega sa parlare il linguaggio della Rete.

Ma c'è spazio anche per un po' di hobby&sport. Infatti Matteo sa bene che non può stressare troppo i fan con le sue inchieste scomode o con le sue domande assordanti, e si lascia andare a una sincera curiosità: “Germania-Argentina, voi per chi farete il tifo?”. Ma un utente lo riporta subito coi piedi per terra:

Parlare di calcio mentre è in corso un'invasione. Bah. Meglio parlare di cose serie: di filosofia ad esempio.

Matteone pende dalle labbra di Diego Fusaro, l'enfant prodige della filosofia italiana, uno in grado di arringare l'esimia platea di Casapound (anche se, criticato, non partecipò mai all'incontro), di collezionare importanti presenze in televisione e di pubblicare ad appena 26 anni il fondamentale Bentornato Marx, un libro edito da Bompiani sulla cui copertina c'è Marx che fa il segno della vittoria con le dita della mano. Karl Marx. Il segno della vittoria. Con la mano.

Ma Salvini è un fiume in piena. Sport, filosofia e ora musica.

Proprio così. Avete letto bene. Per Salvini la musica inizia e finisce con De André, il poeta degli ultimi, il cantore dei travestiti, dei rom, delle prostitute, degli emarginati. De André comunque anche se era la nemesi di Salvini non si batte. Per quanto i Modà...

Chiudiamo con una nota di colore, per rendere giustizia a Salvini. È un uomo complesso, certo, le sue domande fanno tremare la platea e sa come tenere stretti i suoi supporter. Le sue battaglie per la verità e la giustizia riecheggiano in tutta la Rete. Ma c'è qualcosa che ancora lo separa dalla consacrazione. I gattini.

Commentatori di tutto il mondo, unitevi. Venite, uomini, donne e bambini, Matteo ci offre un collante che va oltre le diversità, in questo corteo di odio che ci tiene insieme potremmo trovarci accanto perfino a uno di quei negri che vivono a sbafo nei centri d'accoglienza. Tutti insieme, gridiamo di rabbia contro l'assurda e disumana violenza verso i gattini. Il serial killer di gattini dovrà pagarla, è questo che Matteo ci chiede, fa appello al nostro istinto, alla nostra ira, ci domanda, con i suoi puntini di sospensione, di dare seguito al suo inno alla vendetta.

Matteo Salvini, messianico, invita il suo Popolo a sfogarsi. Qualcuno dice che “incita alla violenza” come Grillo quando domandò, ingenuo, “Cosa fareste se foste in macchina con la Boldrini?”.

Ma non è così. Matteo Salvini non incita alla violenza, all'odio razziale, alla discriminazione. Lui offre semplicemente degli spunti per costruire un mondo migliore. Costringe a pensare e a volte fa domande scomode. E di questo dobbiamo ringraziarlo. Tutti. Anche voi, laggiù, forza. Avanti, sorridete. Avete pure il wifi, l'ipod e i ristoranti. Che cosa volete di più?

 

 

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