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Fukushima: acqua radioattiva attorno alla Centrale. Morto di cancro il direttore, eroe durante disastro

Masao Yoshida, "l'eroe che autonomamente decise di raffreddare i reattori danneggiati dal sisma/tsunami del 2011 con acqua di mare violando gli ordini dei superiori", come scrive l'Ansa è morto ieri per un cancro all'esofago. Aveva 58 anni. 
 
A renderlo noto è stata la Tokyo Electric Power Company, la più grande compagnia elettrica del Giappone, che controlla il sito di Fukushima Dai-ichi, la centrale nucleare gravemente danneggiata dal terremoto e dallo tsunami del marzo 2011, di cui Yoshida era stato direttore all'epoca dell'incidente. 
 
La TEPCO ha escluso che la malattia di Yoshida sia stata causata dalle pericolosissime radiazioni alle quali il direttore della centrale si era esposto per evitare il disastro nucleare. Ma la "rassicurazione" della compagnia non ha tranquillizzato nessuno. Soprattutto in giorni come questi, dopo un'altra dichiarazione, quella del responsabile dell'Autorità di regolamentazione del settore nucleare, Shunichi Tanaka, secondo il quale dell'acqua fortemente radioattiva continua, a distanza di due anni e mezzo dal disastro, a inquinare il terreno attorno agli impianti danneggiati. 
 
I livelli di cesio-137, un isotopo radioattivo generato dalla fissione dell'uranio nelle centrali nucleari supererebbero di diverse migliaia di volte il limite consentito, schizzando a 22mila becquerel per litro, contro i 90 di massima. 
 
Notizie non certo rassicuranti che dovrebbero spingerci a riflettere sugli enormi pericoli (piuttosto che sui possibili benefici) che un ritorno al nucleare potrebbe comportare in un Paese ad alto rischio sismico come l'Italia.
 

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.132) 10 luglio 2013 23:11

    Paolo Monarca ,continua pure a tenerci informati , però non mi preoccuperei più di tanto per il "ritorno al nucleare in Italia " ,ormai la decisione è irreversibile , è entrata nel DNA del popolo .

    Solo una domanda, o meglio due domande :

    La prima : ma non dovevano morire migliaia ,qualcuno si era spinto a centinaia di migliaia , di giapponesi entro due anni dall’evento ? Due anni sono passati e tu ci parli di un morto probabile per effetto delle radiazioni assorbite ? Sono sicuro che penserai , tu come tutti gli altri antinuclearisti ,che Tepco e governo giapponese , media nazionali ed internazionali stanno mentendo ,ovviamente con la complicità degli organi internazionali di controllo .Vogliamo credere che nessuno delle migliaia che hanno avuto morti per radiazioni si fa vivo sul web ?

    La seconda : mi sai dire dove è stato rilevato il livello di Cesio -137 pari a 22.000 becquerel /litro . A occhio e croce direi nel liquido di raffreddamento e nei depositi sul fondo del kernel del reattore . Ti informo che se entri in un forno siderurgico acceso muori istantaneamente per sublimazione ( e non dopo due anni ).

    Comunque posso anche , in linea di principio , condividere il tuo invito " a riflettere sugli enormi pericoli "di un ritorno al nucleare in Italia (che peraltro di fatto non c’è mai stato), ma dire "piuttosto che sui possibili benefici " mi sembra un tantino riduttivo se è vero ,come è vero , che il governo giapponese ,dopo la decisione iniziale di stop alla produzione elettronucleare ,ha fatto repentina marcia indietro perché il rischio concreto era di finire economicamente a puttana (o se vuoi esattamente come noi ) .
    ciao
     

  • Di Renzo Riva (---.---.---.17) 26 luglio 2013 21:55
    Renzo Riva

    di Paolo,
    Hai già scritto e posto le domande e considerazioni che mi hanno affollato la testa mentre leggevo l’articolo.
    ecco una lettera che ho proprio oggi inviato alla testata locale del Messaggero Veneto su due chiusure di stabilimenti per cause energetiche e burocratiche mosso a ciò da due articoli della giornalista freelance Francesca Artico.
    .

    Capita proprio a fagiolo nel giorno che ho scritto una lettera al Messaggero Veneto in tema con il presente articolo.
    .

    Decrescita felice

    La vicenda Ideal Standard e Evraz Palini e Bertoli mi da l’occasione di fare i complimenti alla vostra, presumo, freelance Francesca Artico per l’analisi e le interviste ai rappresentanti sindacali della triplice e per come ha trattato il caso di S. Giorgio di Nogaro con l’azzeccato titolo "Energia troppo cara e burocrazia mettono in ginocchio l’area".
    È mia convinzione che le tecnologie produttive delle ghise e degli acciai siano state assegnate dagli organismi internazionali tipo GATT, ai Paesi emergenti.
    Il bailamme conseguente sul caso eclatante dell’ILVA di Taranto mi convince che per chiudere una qualsiasi attività, basta muovere il popolo dei "NO a tutto" tipo Legambiente, WWF, "comitati contro ma", alla fine, porteranno alle inevitabili chiusure raggiugendo così l’eteregonesi dei fini.
    Ai tempi dell’Italsider a Taranto la triplice sindacale mai fece seriamente una politica ambientale per la tutela della salute dei lavoratori e del territorio circostante. Oggi invece si pretenderebbe che un privato, Riva, scucisse i dané che mai l’azienda di Stato partecipata si era sognata di fare.
    Oggi mi conferma nella mia convinzione anche la lettera di chi si lamenta del rumore emesso dall’acciaieria del Gruppo Pittini di Osoppo e nonostante tutti gli investimenti effettuati.
    Al suo autore Roberto Monai dico: Vonde monadis.
    Il Cavaliere Pittini, con la nuova palazzina ipertecnologica che permetterà a trenta impiegati di far girare le merci prodotte altrove, temo ci riserverà quanto meritano i friulani ed i carnici ovvero la chiusura in tempi non tanto lontani; il Cavalere Andrea lo scrisse a chiare lettere su un lungo articolo di stampa locale in data 6 Maggio 2005.
    A futura testimonianza per chi vivrà e vedrà la "decrescita felice".

    Renzo Riva
    Buja
    .
    .
    .

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