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 Home page > Attualità > Economia > Foto-shock: le aziende in Italia dopo 10 anni di Berlusconi

Foto-shock: le aziende in Italia dopo 10 anni di Berlusconi

Il diritto di rispondere a un agente della Guardia di Finanza o a un ispettore delle Entrate «non rompete più di tanto» è il sogno di qualunque contribuente. Perché alla pressione fiscale da record (43,5% nel 2009; al terzo posto tra i Paesi sviluppati dietro Danimarca e Svezia), si aggiunge quello del numero di adempimenti fiscali e quello dei controlli (...) I documenti si moltiplicano e di pari passo simoltiplicano le ore dedicate alla consegna di faldoni contabili a questo e quell’ufficio. La Banca Mondiale ha fatto la classifica del Fisco complicato. Sulla bellezza di 183 paesi, l’Italia è collocata al 123° posto. Si stima che ogni azienda sia costretta a dedicare alle tasse il doppio del tempo necessario in Francia e Olanda, il 50% in più di Spagna e Germania; 60 ore in più della media europea. Nel corso di quest’anno, per esempio, le scadenze fissate sono 694.

[Fonte: La Stampa - Fonte grafici (click per ingrandire):

Il Giornale/Il Corriere della Sera/La Repubblica/Il Sole 24 Ore]

Dal 1994 in poi non ha mai smesso di promettere particolare attenzione al mondo dell'impresa, della competizione, dello sviluppo, dell'efficienza, della libertà economica - meno Stato e più Mercato, il suo motto preferito - assicurandoci "meno tasse per tutti" e scagliandosi contro un fisco vorace, da riformare, ed una burocrazia killer, da sconfiggere. Oggi sappiamo che 10 anni di "Leader imprenditore" - e 17 di promesse mancate - hanno reso quelli italiani gli imprenditori più subissati d'Occidente, prima burocraticamente, poi fiscalmente. Questo era il suo cavallo di battaglia: figuratevi tutto il resto.
 
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.9) 22 aprile 2011 18:19
    Damiano Mazzotti


    Questi dati non hanno bisogno di molti commenti, ma le responsabilità sono molto più ampie e riguarda l’intera casta politica che pensa solo a suddividersi la torta e non pensa agli investimenti per creare nuove torte economiche...

    E con la competizione dovuta alla globalizzazione le torte così diventano sempre più piccole e non possono bastare per tutti...

  • Di pv21 (---.---.---.147) 22 aprile 2011 19:50

    З-menti >

    Non è mai decollato quel “piano casa” da 60 miliardi invidiato da mezza Europa.
    Non è arrivata la “valanga” dei 100 e passa miliardi di capitali “occultati” all’estero e rientrati con lo “scudo” fiscale.
    Non si conoscono i benefici effetti del condono sulle “case fantasma”.
    Nel 2010 il Debito pubblico è cresciuto di altri 83 miliardi.
    Passati 3 mesi l’economia non ha sentito la “frustata” dello “straordinario” piano di rilancio.

    Berlusconi ci ripete che nel 2013 l’Italia sarà più prospera e libera.
    Bankitalia, Confindustria ed Istat avvertono che con questa “semi-crescita” arriveranno solo nuovi tagli e tasse.
    Tremonti afferma che “siamo nella giusta direzione”, ma nel frattempo si deve fare almeno una manovra di “manutenzione”. Ora non serve la riforma dell’Irpef, ma serve ritoccare IVA ed imposte indirette.

    Governare l’economia non è un esercizio da Dossier Arroganza

  • Di paolo (---.---.---.70) 23 aprile 2011 09:32

    Al terzo posto in Europa come pressione fiscale , ma non certamente come livello dei servizi resi .

    Faccio osservare che il livello di pressione fiscale preoccupa soltanto chi le tasse le paga , mentre per gli evasori dieci o venti punti percentuali in più o in meno fanno assolutamente nulla .
    Il nostro premier barzellettiere , ha sempre provveduto a detassarsi con i meccanismi della elusione , dei fondi neri , dell’evasione dall’iva (vedi processo Mediaset) ecc.., quindi può fare tutte le promesse che gli servono per ciulare il prossimo ,sapendo che lui ha tutti gli strumenti per autotutelarsi .

    La complicazione fiscale degli adempimenti è lo strumento principe per consentire l’evasione con buone probabilità di farla franca ,specialmente se si dispone di buoni e navigati commercialisti .
    Basta guardarsi intorno per vedere una ricchezza trabordante assolutamente sconosciuta al fisco . Termoidraulici sul lastrico per l’Ufficio delle Imposte ,che alla sera rientrano in ville con piscina e servitù alla porta . D’altra parte questo premier erotomane tardivo ha sempre annunciato pubblicamente che chi paga le tasse è un fessacchiotto perchè oltre un certo limite è lecito evadere ,creando cosi’ la sensazione tra tutti gli evasori del bel paese che ,votando lui , la si fa franca .
    Risultato 36% di evasione al Nord , 66% al Sud ,roba da sesto mondo.

    L’unica vera riforma fiscale sarebbe quella di fare uscire ogni mattina i funzionari dell’Erario dai loro uffici e ,strada per strada ,cominciando dai quartieri residenziali più ricchi ,suonare al campanello e chiedere conto . Subito dopo far seguire l’arrivo del cellulare per tradurli nelle patrie galere .
    Purtroppo è utopia perchè ,probabilmente , un terzo della popolazione ,subirebbe quella sorte.

    ciao


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