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Forconi, Tir e strane presenze. Il fallimento della “libera stampa” e della politica

E’ passata una settimana, da quando ho scritto il pezzo “Forconi, Tir, Clientelismo e mafie. E qualche suggestione golpista. #italiabloccata“. Se ve lo andate a leggere (compresi i commenti) vi troverete davanti uno spicchio davvero inquietante di questo paese. Il pezzo è stato ripreso anche da alcuni siti fra i quali Dazebaonews.it e Agoravox.it. Su quest’ultimo si è acceso un dibattito (forse perfino più illuminante di quello che si è aperto su questo blog).

Quando ho pubblicato il post il 23 gennaio gennaio sapevo di pormi fuori dal coro di quell’informazione suggestionata da presunte “primavere italiane” (sul modello di quelle arabe). Basta andare a vedere le due scorse puntate di Servizio Pubblico e gli articoli apparsi su Il Fatto in quei giorni per rendersi conto del neanche troppo camuffato consenso raccolto dal movimento Forconi/Tir siciliano e dello schieramento mediatico che si era coagulato su posizioni acritiche e, permettetemi, superficiali al limite dello spegnimento dei neuroni di così ampia schiera di intelligenze e “buona informazione”. Finalmente è la rivoluzione! Tuonava il gotha dell’informazione auto nominatasi da qualche annetto “critica” (e soprattutto “buona”). Ma non era così. Non è così. Ma questa è stata la scelta politica e editoriale di un’area ben precisa, sintetizzata dalle posizioni assunte sorprendentemente anche da Megachip di Giulietto Chiesa e da qui dilagate poi su prestigiose testate della stessa rete di partnership.

Su Grillo sorvolo. L’uomo è capace di ogni possibile strumentalizzazione pur di far notare che esiste ancora.

Per una decina di giorni schiere di giornalisti antimafia, anticasta, antiberlusconi, antipd, antipdl, antipoteri occulti hanno smesso di fare il loro lavoro: dare notizie. La cosa sorprendente è che questo esercito di buone penne e buoni microfoni (e paladini della pubblica morale) avevano tutte le informazioni storiche, culturali e documentali per fare bene il loro lavoro e cercare di capire davvero chi soffiava sul fuoco di quella presunta rivolta e chi alla fine la stava strumentalizzando e usando per contrattare (con chi?) sopra e oltre le teste di migliaia di siciliani giustamente colpiti e incazzati da decenni di mal governo e da una crisi che sta facendo strage in tutto il paese. Non lo hanno fatto. E non si sono neanche assunti la responsabilità di aver disertato dal proprio ruolo.

Unica critica emersa in quei giorni? Il tentativo di infiltrazione da parte di Forza Nuova. Infiltrazione certo pericolosa ma mai grave e rischiosa come lo scacchiere di interessi che si stavano muovendo alle spalle del neo-ribellismo italico. Lo dico qui e lo ripeto. Poca roba!

Nel mio pezzo del 23 gennaio io mi limitavo a fare informazione. A dire che Lombardo (e Micciché e di conseguenza anche Marcello Dell’Utri) stavano “usando” il “movimento” in un’ipotetica ricontrattazione con il governo Monti (cosa che è puntualmente avvenuta) e degli interessi e delle prassi clientelari (sul settore agricolo) che dalla fine della guerra in poi hanno congelato di fatto la politica dell’Isola. E poi parlavo di mafia. Di inquietanti presenze (storiche e documentate) di Cosa nostra nel settore dell’autotrasporto. Facendo nomi, conosciuti. Presentando alberi genealogici, che i tanti antitutto della buona stampa italiota conoscono perfettamente da decenni e si sono ben guardati di ricordare in acritici reportage, in ripuliti resoconti della presunta “rivoluzione della primavera italiana”.

Uno spegnimento collettivo della memoria e della capacità di “vedere” le cose che accadevano, che dalla “buona informazione” è dilagato a tutta la sinistra (di centro e di sinistra) che non riusciva a prendere posizioni chiare davanti all’allarmante incalzare della cronaca. Solo Bersani, in coda al suo intervento all’assemblea del Pd, qualcosa ha detto. Un accenno che, però, si limitava solo a avanzare la richiesta di interventi prefetizzi se le forme di lotta assunte dai forconi e Tir nel resto del paese avessero creato troppi disagi ai cittadini (come poi è stato).

C’è da segnalare però che la Cgil, in quella fase di impazzimento collettivo, qualcosa sulla vicenda la diceva. Con chiarezza e ovviamente inascoltata. Bravi ma isolati, come succede ormai su tutto al principale sindacato italiano.

Solo qualche giorno dopo il mio pezzo appare il primo articolo (sul Corriere della Sera) che si pone un dubbio sulle “strane” presenze emerse fra gli autotarsportatori siciliani (e in particolare a Catania). Dopo qualche giorno ancora (sabato) un post sul Blog del Fatto denuncia la pigrizia dell’informazione italiana (auto assolvendosi nonostante le chiare responsabilità dei giorni precedenti). Poi un paio di comunicati e di segnalazioni (domenica) da parte di Sel. Fine.

Fra qualche mese a Perugia si terrà il festival del giornalismo. Il Gotha tutto è ovviamente in programma per autocelebrarsi. Di voci critiche (nei fatti e non nei proclami) e fuori dal coro ne ho viste pochine assai nel cartellone. Ci si lamenterà davanti a centinaia di colleghi stranieri di quella sessantunesima posizione nella classifica mondiale sulla libertà di stampa. Senza fare nemmeno un po’ di autocritica sull’andazzo di un’informazione che parla di se stessa da anni (se va bene) senza raccontare quello che sta succedendo davvero nel paese. In Italia si fa un festival, nel resto del mondo si fa informazione, si fanno giornali (di carta o digitali), si racconta la realtà e non si descrive (piagnoni) il proprio ombelico. Ma sì, facciamo un festival, come mi è stato detto solo un paio di settimane fa da uno degli organizzatori “per dare un segno di ottimismo”. C’è bisogno di ravvivare un po’ i volti delle star delle parrocchie editoriali e televisive in crisi di narcisistica astinenza.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Aliprandi (---.---.---.131) 30 gennaio 2012 14:33

    Non facciamo però in finti "bastian contrario". I maggiori giornali come Repubblica, Il Fatto e trasmissioni televisive come appunto quella di Santoro e mettiamoci anche quelli del Popolo Viola che in mancanza di Berlusconi ora si dedicano a discreditare qualsiasi ribellione che non sia fatta in chiave puramente antiberlusconiana, hanno intrapreso la stessa campagna di questo articolo. D’altronde basta fare un giro sui gruppi di discussione su Facebook e tutti quelli che appartengono alla cosiddetta "massa critica" sono arrivati a dire perfino che il movimento crea disagi e che potevano farlo prima quando cìera Berlusconi. A me pare che il pensiero unico ancora una volta abbia fatto presa. Detto questo, è scontato che se un movimento di protesta nato dal basso e senza una guida con idee costruttive e di opposizione al neoliberismo, se la sciato solo se ne appropriano le forze reazionarie. Lo sbaglio è proprio questo: snobbare le proteste. Dopo B , chi è dotato di buon senso, si sapeva che si sarebbe creato un vuoto che a riempirlo poteva essere nientemeno che il poplusimo. Abbiamo lasciato le proteste in mano ad un Pappalardo e affini. Per quanto riguarda la mafia, appiamo che è come il prezzemolo: si insinua dappertutto. Un po’ come accadde ai moti di Reggio Calabria: la ’ndragheta si divise e stava ad entrambe le barricate. Pesniamo che alle rivolte di Terzigno contro le discariche non si siano infiltarti dei camorristi? Ma con questo dobbiamo criminalizzare il movimento? E per ultimo, a proposito di pensiero unico e manipolazione della "massa critica" come mai eravamo in pochi a denunciare la strumetalizzazione del Popolo Viola da parte dell’IDV? Le destre si erano insinuate acnhe lì!

  • Di Damiano Aliprandi (---.---.---.131) 30 gennaio 2012 14:34

    Scusate gli errori, ma avevo scritto di fretta :)

  • Di (---.---.---.20) 30 gennaio 2012 15:21

    Quindi, secondo te, meglio non parlare delle strumentalizzazione di Lombardo e Micciché, dei tentativi di strumentalizzazione da parte di Forza Nuova e soprattutto della presenza di infiltrazioni mafiosi per tutelare il movimento? A casa mia, quello che tu proponi, non solo è un suicidio politico (per il movimento) ma è anche in piena continuità con una cosa che a casa mia si chiama "omertà".


    Inoltre, nessuna campagna contro i movimenti (a dire il vero mi sento abbastanza isolato in quello che dico) e nessun appoggio a Monti, che non ho mai appoggiato e anzi ho più volte pubblicamente criticato.

    Infatti, secondo te una frase come questa è un attacco al movimento? "e cercare di capire davvero chi soffiava sul fuoco di quella presunta rivolta e chi alla fine la stava strumentalizzando e usando per contrattare (con chi?) sopra e oltre le teste di migliaia di siciliani giustamente colpiti e incazzati da decenni di mal governo e da una crisi che sta facendo strage in tutto il paese". 

    Francamente chi gira la testa davanti a strumentalizzazioni e infiltrazioni (politiche e mafiose) non fa un buon servizio alle ragioni della protesta e fa un favore enorme alla politica clientelare e alle mafie nel loro tentativo di usare la protesta come minaccia per ricontrattare posizioni

    Pietro Orsatti
  • Di (---.---.---.20) 30 gennaio 2012 15:26

    Una cosina da niente sulla strumentalizzazioni del Popolo Viola da parte di Idv. Io scrivevo, all’epoca, prendendo posizioni pubbliche anche molto dure, non so tu Caro Di Pietro, che c’azzecca Mascia? Come si smonta un movimento per uno stipendio

  • Di (---.---.---.28) 30 gennaio 2012 17:53

    io ho provato un fortissimo schifo seguendo la trasmissione di santoro, sia per la fastidiosa presenza di richichi e zamparini, trattati peraltro come persone perbene che manco da bruno vespa, sia per la mancanza di argomenti e di dati, sia in genrale perchè non si erano accorti che c’erano dei mafiosi la in mezzo. sono pochi peraltro i giornalisti che hanno dedicato un’attenzione al problema: il team della gabanelli, orsatti, rizzo ma altri non me ne vengono in mente.
    tutti gli altri erano presi da questa narrazione del debole contro il potente che di fatto ha avuto un solo effetto sicuro sulla popolazione italiana: una minore sensibilità nei confronti della mafia, la cui presenza - parola di santoro - è un fatto secondario, l’importante è fare una demagogia vendibile al grande pubblico.

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