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Fini oggi sarà a Milano. Il battito d’ali di Futuro e Libertà provocherà un uragano nel PDL

C'è chi dice che nel nostro ecosistema un minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano nell’altra parte del mondo. E’ quello che sta succedendo nell’universo PDL, dove il maggior partito italiano è alle prese con una profonda crisi dopo la creazione della formazione finiana, Futuro e Libertà per l'Italia.

Il barometro della politica segna pioggia, tempesta. Forse un uragano monsonico sta per abbattersi sul sultanato di Berlusconi. Piccoli battiti di farfalla si susseguono in tutta Italia. I passaggi, nella periferia italiana, dal maggior partito italiano al neo movimento di Fini rischiano di provocare un vero e proprio movimento tellurico a Roma e minano la stabilità dello stesso governo. Gli scricchiolii si avvertono in tutto lo Stivale.

Amministratori locali, stanchi della mancanza di democrazia e discussione nel partito di plastica, scelgono di riposizionarsi e scegliere un nuovo cammino. In Sicilia i transfughi hanno creato una nuova giunta con PD, UDC e MPA defenestrando di fatto il PDL locale, e assestando un colpo ai referenti nazionali Schifani e Alfano. In Sardegna il governatore locale, che è nato dalla testa di Berlusconi come la dea Atena dal capo di Zeus, ha vita difficile per la presenza dei futuristi in consiglio regionale. Più i vari La Russa Gasparri e Verdini minimizzano le defezioni, più queste raggiungono un numero ragguardevole, e soprattutto preoccupante per la tenuta dello status quo.

La Campania è attraversata da un incessante fermento. A Benevento dieci consiglieri comunali lasciano il PDL per unirsi a “Territorio e libertà su ispirazione di Pasquale Viespoli capogruppo in Senato della nuova formazione. Ad Avellino assistiamo a scene simili. La discesa di Fini a Napoli ha impresso il segno ad un nuovo corso politico. Così come è successo la scorsa settimana in Puglia dove il presidente della Camera davanti alla platea di un teatro Petruzzelli stracolmo ha delineato le sembianze di un nuovo soggetto politico, forse non ostile ma sicuramente concorrente del PDL.

In Toscana metà partito del popolo delle libertà è in rotta con i modi di fare stalinisti di chi siede al vertice. Nel Lazio, stesso scenario, complicato da laceranti lotte intestine, in cui il cuneo finiano trova gioco facile.

Oggi Gianfranco Fini parlerà al teatro Derby di Milano nella città roccaforte del duopolio Lega Pdl a trazione ciellina. Tenterà di convincere gli uditori in una terra per lui ostica, che un’altra strada al degrado in atto, non è soltanto possibile ma anche doverosa, ed ormai ineluttabile.

A palazzo Marino sede del comune meneghino si è verificato un passaggio di campo di particolare importanza. Manfredi Palmeri, Presidente del Consiglio comunale ha abbandonato il PDL per seguire Futuro e Libertà. Palmeri proviene dalla fila di Forza italia ed è depositario di un ingente pacchetto di voti, il colpo assestato quindi non lascerà indifferenti né il sindaco Moratti già in serie difficoltà né gli amministratori del partito che increduli per quanto sta accadendo già si strappano le vesti affinché il presidente del Consiglio Comunale abbandoni il suo incarico. Atteggiamento analogo attuato dalla maggioranza di governo qualche mese fa per chiedere invano le dimissioni di Fini dalla Presidenza della Camera, il PDL ancora non riesce a capire che le cariche istituzionali non sono a disposizioni dei partiti politici.

I gerarchi del partito del popolo Berlusconiano rimangono increduli dinanzi allo smottamento in atto. Che il Verbo fosse contraddetto con una tale virulenza non era mai successo sin da quel lontano 1994, in cui il Salvatore scese in campo.

E’ l’autunno italiano, poche farfalle che a catena sbattono le ali rischiano di far venir giù il castello di carta dell’illusione che ha incantato fino ad adesso. Chi l’avrebbe mai immaginato poche estati fa?

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