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Festa Tricolore: domenica Fini metterà fine al berlusconismo?

Per la politica italiana sono ore di attesa, meditazione, attento calcolo. Non è difficile immaginare come si senta Gianfranco Fini in queste ore convulse. Starà mettendo a punto il discorso che pronuncerà domenica prossima dinanzi alla platea della festa del Tricolore a Mirabello, Ferrara. Discorso che secondo molti segnerà il destino dell’attuale legislatura e più in generale il futuro del centro-destra italiano. Possiamo immaginare che il Presidente della Camera stia limando ogni minimo dettaglio. Bossi e Berlusconi lo aspettano al varco di Mirabello. Attendono le sue parole.
 
Dopo mesi di preliminari, in cui le parti in campo, si sono stuzzicate, toccate e provocate non escludendo colpi bassi, da ambo le parti. Fini dovrà concentrare in unico atto tutte le risposte alle domande salienti, che sono emerse nell’arco degli ultimi mesi. Sarà un fiume in piena dopo molti giorni di silenzio.
 
Spiegherà se e in che modo intende proseguire la strada con l’attuale presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Definirà le condizioni inderogabili per sostenere questo governo. Chiarirà se è intenzionato a fondare un nuovo partito, e di conseguenza le mosse che intende compiere per siglare alleanze a destra e a manca. Allo stesso tempo tenterà di far emergere il profilo di una nuova destra veramente liberale ed europea, da più parti invocata. Cercherà di dimostrare ai suoi ex amici, ex colonnelli di AN, che in massa gli hanno voltato le spalle, di non sentirne la mancanza, costituendo essi una zavorra al nuovo progetto. In un sol colpo Fini dovrà essere statista, e capo fazione, guerriero e fine oratore. Leader di una destra civile che ha fatto definitivamente i conti con il passato. Inevitabilmente dovrà spogliarsi dei vecchi schemi ideologici che hanno caratterizzato il ‘900 da cui proviene.
 
Durante i minuti del discorso che verrà pronunciato domenica vedremo, sotto un volto forse calmo e risoluto, segnato da piccole smorfie di nervosismo, l’esprimersi di sentimenti contrastanti. Rabbia, vendetta, frustrazione. Ma anche determinazione politica, voglia di riscatto. L’ex leader del MSI e di AN dopo anni all’ inseguimento della leadership berlusconiana, dimostrerà la consistenza della sua politica e del progetto che hai in mente.
 
Potrà essere il primo discorso dell’era post-berlusconiana. Probabilmente verrà posto il seme della terza repubblica.
 
Se fosse così, pensiamo che il presidente della Camera nel pronunciare tutti i propri ragionamenti e i distinguo nei confronti di Silvio Berlusconi e della politica del suo governo, come dovrebbe accadere in una vera e sana democrazia basata sul confronto e la dialettica, proverà un piacere di un intensità indescrivibile. E in quel momento non sarà il solo.

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