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ExxonMobil profitti record, il settore auto è solo assopito

Nonostante il massiccio rallentamento delle immatricolazioni di nuove autovetture che sta colpendo U.S.A, UE, Cina e Giappone, il Mondo si mostra ancora legato saldamente all’automobile ed al suo impiego. Credo che dovrò ricredermi anch’io: l’auto non è ancora in via d’estinzione.

Profitti record per ExxonMobil ed anche le altre compagnie petrolifere se la passano bene. Il segnale è chiaro, le auto vengono utilizzate come al solito, rimangono il principale sistema di trasporto a cui Occidente ed Oriente  non sembrano essere disposti a rinunciare.

In tale ottica la pesante crisi del settore auto si manifesta come contingente. L’incertezza economica porta in questa prima fase della crisi a non spendere cifre considerevoli anche potendolo fare. La crisi dell’auto si sta manifestando in maniera sproporzionata rispetto alla perdita di ricchezza reale delle famiglie e pertanto è plausibile ritenere che nella seconda metà del 2009 possa esserci una lenta ma costante ripresa di questo fondamentale settore industriale.

Ci sono però delle condizioni da rispettare per velocizzare la ripresa dell’auto: la prima è calmierare i prezzi dei veicoli di segmento economico, medio e medio alto; la seconda è spingere su motorizzazioni più parche e meno inquinanti; la terza è rassicurare i consumatori sul fatto che il prezzo del petrolio non ritornerà alle stelle in men che non si dica.

Se i Governi dei principali paesi produttori di automobili riusciranno a rispettare queste condizioni, facendo pressione sia sulle case costruttrici sia sulle compagnie petrolifere, il settore auto potrebbe ripartire prima del previsto limitando l’impatto devastante di milioni di metalmeccanici, in tutto il mondo, vicini alla perdita del posto di lavoro.

In tale ottica il gruppo Fiat sembra aver intrapreso la strada giusta, non sarà una passeggiata ma i presupposti per il cambiamento ci sono. Tutte le auto di punta del gruppo sono attualmente in commercio con versioni di piccola cilindrata alimentate a Gas Metano o a GPL. Tali combustibili sono poco costosi e molto meno inquinati di quelli tradizionali.

L’aumento della disoccupazione è il combustibile che ravviva la fiamma del dissesto. Il buon senso e la cooperazione di case costruttrici e compagnie petrolifere potrebbero limitare il danno.

Non è il momento degli alti profitti, è il momento di ridurre i margini e avvicinarsi al consumatore. Le compagnie petrolifere e le case costruttrici facciano ogni sforzo per il bene comune. 

Commenti all'articolo

  • Di umberto (---.---.---.247) 7 marzo 2009 17:59

    come al solito cè sempre chi si arrichisce sulle disgrazie degli altri in questo caso sono le compagnie petrolifere che lasciano i prezzi di benzina e gasolio molto alti rispetto al costo attuale del petrolio e anche le case automobilistiche dovrebbero diminuire del 30-40 x cento il listino prezzi in questo modo darebbero una mano arisolvere il disastro che anno combinato perchè propio loro i grandi capitalisti sono i responsabili di quello che è successo.

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