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El Salvador è entrato nel terzo anno di stato d’emergenza

Trecentoventisette casi di sparizione forzata, oltre 78.000 detenzioni arbitrarie su un totale di circa 102.000 persone attualmente private della libertà, sovraffollamento delle carceri del 148 per cento e almeno 235 morti in custodia.

Queste sono alcune delle conseguenze di due anni di stato emergenza in El Salvador, in America centrale: il provvedimento, introdotto il 28 marzo 2022 e autorizzato dal diritto internazionale solo se straordinario e temporaneo è diventata la norma, grazie anche a una serie di modifiche al codice penale che hanno indebolito la presunzione d’innocenza e il diritto alla difesa.

La strategia di minimizzazione, diniego e delegittimazione adottata dal governo salvadoregno nei confronti delle denunce sulle violazioni dei diritti umani e delle richieste di porre fine allo stato d’emergenza, lascia pensare che il secondo mandato del presidente Bukele aggraverà ulteriormente la situazione.

All’interno del paese le voci critiche e le persone che difendono i diritti umani rischiano a loro volta di subire violazioni dei diritti umani: le organizzazioni locali segnalano 34 casi del genere, tra cui quello di Verónica Delgado, una madre in cerca della figlia scomparsa, arrestata l’11 marzo 2024.

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